Doctor Who – The Star Beast Recensione: 60 anni indimenticabili!

Doctor Who – The Star Beast, è finalmente arrivato nei palinsesti della BBC nel Regno Unito, e su DISNEY + con la distribuzione internazionale, il primo dei tre speciali dedicati al festeggiamento del sessantesimo anniversario della saga di fantascienza più longeva di sempre. Un episodio eccezionale, dove il passato diventa presente e torna in scena il mai dimenticato David Tennant, interprete del Decimo Dottore, in una rigenerazione però tutta nuova. Accanto a lui la sua migliore amica terrestre, ovvero Donna Noble, interpretata dalla vulcanica Catherine Tate, e soprattutto il grande ritorno dello showrunner che ha realizzato il grande revival della serie, traghettandola nel nuovo millennio. Cronaca di un successo annunciato dunque, che superando le facili indicazioni di puro fanservice, comunque presente, confeziona un episodio davvero speciale, come non se ne vedevano da tanto tempo. Il Dottore è tornato in gran forma, tremate Dalek!

Doctor Who dalle origini alla Serie Revival di Russel T. Davies

23 Novembre 1963, iniziano in U.K. le trasmissioni di Doctor Who, uno show didascalico che utilizza la fantascienza per insegnare ai più piccoli spettatori della TV britannica. Col tempo il target si alza ed il pubblico si allarga sempre di più, ma delle origini quasi cento episodi vanno perduti. Oggi ogni singola cosa viene salvata, anche la più inutile informazione, grazie alla Grande Rete, il World Wide Web, un infinito archivio che, sei decenni anni fa, sarebbe stato fantascienza pura. Tra gli anni sessanta e settanta, invece, la BBC, per risparmiare sui costosissimi nastri magnetici, cancellava spesso anche i master dei programmi, sia fiction che spettacoli di altra natura, incluse, ovviamente, le cassette originali del Doctor Who, in un periodo, oltretutto, in cui i videoregistratori casalinghi non esistevano ancora per il mercato di massa! Una delle più importanti perdite della storia della televisione, con un destino comune alla coeva A come Andromeda, cancellata da BBC ed ora sopravvissuta solo grazie al remake italiano. Per fortuna alcuni eroici fan e storici televisivi hanno ricostruito gli episodi perduti grazie a montaggi fotografici, realizzati con le tante fotografie di scena sui set rimaste, registrazioni video o anche solo sonore casalinghe e persino animazione inedita, restituendo dignità al materiale originale, poi raccolto e pubblicato in una collana di DVD ancora oggi disponibile in U.K. Purtroppo, a parte pochissime eccezioni, si tratta di materiale mai doppiato in italiano, anche se la fanbase del belpaese ha realizzato dei sottotitoli amatoriali sul web, in particolare il gruppo Doctor Who Planet Italia, che trovate anche su facebook. La Serie Classica di Doctor Who, per questo, è poco nota in Italia, e non facilissima da recuperare e seguire. Ma è al contempo una produzione fantastica, assolutamente da conoscere per gli appassionati di sci-fi! Tra i tanti fan della prima ora troviamo un bambino britannico, classe 1963, quindi nato ai tempi della prima stagione, ovvero Russel T. Davies, che scherza spesso dicendo che vedeva lo show anche a zero anni! L’autore è noto ai fan per aver realizzato, dopo la lunga interruzione dal 1989, le nuove stagioni “revival” del Doctor Who. Leggenda vuole che tra i tantissimi appassionati persino la Regina Elisabetta II, fan sfegata della fiction, telefonasse negli anni novanta di continuo agli studi BBC chiedendo il ritorno televisivo della serie! Come darle torto? Si tratta di una produzione magica, unica, diversa da qualunque altra cosa.

Nel 2005, finalmente, la serie torna sugli schermi televisivi, facendosi conoscere da un nuovo pubblico di seguaci, e stavolta worldwide, con tredici appassionanti nuove stagioni, numerate separatamente da quella che viene chiamata poi Classic, che ne conta ben ventisei. Una importante novità dell’ultima ora è proprio quella di una inedita suddivisione tra le produzioni, gli episodi con il Quindicesimo Dottore, interpretato da Ncuti Gatwa, con la sua compagna Millie Gibson, già svelata, come abbiamo detto qui, vanno a formare una terza serie ufficiale all’interno dell’intera saga. Due attori giovanissimi, perfetti per far innamorare la Generazione Z, oltre che i fan storici. La BBC ha annunciato ufficialmente che le tre serie sanno divise in Doctor Who: Classic, ovvero le prime ventisei stagioni ed il film di chiusura con l’Ottavo Dottore, interpretato da Paul McGann, datato 1989, Doctor Who: Revival, ovvero tutto ciò che è stato prodotto dal 2005 fino al 2022, ovvero dal Decimo Dottore fino al Tredicesimo, chiamato familiarmente “Dottoressa” dai fan, e Doctor Who: Modern, il materiale che riguarderà il presente, a partire dal “temporaneo” Quattordicesimo Dottore, che, come sappiamo da un clamoroso spoiler della BBC stessa, durerà il solo tempo di celebrare gli speciali del sessantennale, fino a quando non si ricomincerà da capo, con qualcosa di completamente nuovo, come direbbero i sempre britannici Monty Phython, metafora in fondo della vita stessa. Se la saga avesse seguito sempre la stessa numerazione, la prossima sarebbe la quarantesima stagione!

“Sono solo un matto con una cabina blu, in fondo”…

Come l’epopea classica, allo stesso modo il periodo ora chiamato revival ci ha donato splendidi personaggi, ottime storie, Dottori indimenticabili, ognuno speciale a suo modo, companion sempre diversi e perfettamente integrati, oltre che grandi autori. Russel T. Davies ha il merito di aver fatto conoscere la saga alle nuove generazioni nei primi anni duemila, ormai quasi venti anni fa, ideando oltretutto due moderni spin-off, ovvero l’epica Torchwood e la meno fortunata Le avventure di Sarah Jane, delineando il carattere del Nono Dottore (Christopher Eccleston, durato una sola stagione per dissidi con la produzione) e del Decimo Dottore (un attore amatissimo dai fan, David Tennant, a sua volta fan sfegatato della saga) ma anche il successore Steven Moffat ha saputo regalarci stagioni epiche, subentrato al ruolo di showrunner nel 2011, introducendo l’Undicesimo Dottore (il più folle tra quelli del revival, Matt Smith) ed il Dodicesimo Dottore (lo spigoloso Peter Capaldi, un fiero scozzese, il cui volto però appartiene ad un antico romano del disastro di Pompei), che con Clara, la ragazza impossibile, forma una delle coppie più interessanti. I problemi iniziano a partire dall’undicesima stagione revival, in cui la collaudata coppia Moffat & Capaldi lascia il posto ad un nuovo showrunner, il serioso Chris Chibnall ed al Tredicesimo Dottore, interpretato da Jodie Whittaker, prima donna nella storia in questo iconico ruolo della TV britannica. Attrice di grande talento, che però non riesce ad esprimersi a causa della bidimensionalità che ha assunto lo show. Caratterizzata da una partenza in sordina, in cui spesso nulla viene spiegato e le storie procedono quasi in automatico, la “nuova gestione” non viene gradita dai Whovian, i fan della saga (che corrispondono ai Trekker di Star Trek), lo zoccolo duro accusa infatti il capo sceneggiatore di utilizzare una scrittura non al livello della serie, con storie piatte e poco interessanti. Eppure il nostro “Chib” aveva già scritto alcuni episodi del revival e, soprattutto, è un fan storico della serie, nel ruolo di spettatore, ma la sua anima cupa e malinconica prevale spesso. I malcontenti esplodono quando però, nell’ultima stagione da lui condotta, si osa persino alterare il canone, con la controversa timeline del bambino senza tempo. Una trama che cambia tutto, persino le origini gallifreyane del protagonista. Il Timeless Children fa letteralmente scappare gli spettatori, con un calo degli ascolti clamoroso. Alcune voci, non confermate, affermano che la BBC stia valutando se togliere addirittura questa linea narrativa dal canone. Un vero disastro.

Il declino dell’era Chibnall, porta addirittura all’interruzione della saga in molti paesi esteri, che non acquistano ne doppiano l’ultima stagione, una pur interessante mini season dalla trama unica denominata FLUX e speciali collegati, l’asciando ad esempio l’Italia a bocca asciutta, come abbiamo raccontato in questa pagina. Mai pasticciare col canone, non esiste peggior offesa per i fan storici! La rinascita avviene, per volere diretto dei vertici BBC, con un clamoroso ritorno alle origini, non certo le ormai vetuste stagioni anni sessanta-ottanta, ovviamente, anche perché i primi tre attori sono intanto passati a miglior vita, e gli altri sono comunque molto anziani, ma ripescando proprio David Tennant l’attore più amato del passato (ed anche perché Eccleston è rimasto, a quanto pare, in cattivi rapporti con la rete britannica), una delle sua companion più divertenti, ovvero Donna, e, soprattutto, lo showrunner responsabile del revival stesso, ovvero Russel T. Davies, detto RTD. Negli speciali “perduti” di FLUX abbiamo visto infatti Jodie Whittaker rigenerarsi in David Tennant, che subito, appena uscito dal TARDIS, ci delizia col suo tormentone “cosa?? cosa? cosa?“, ed ora è protagonista di tre episodi speciali per il sessantennale, trasmessi in patria da BBC ed in esclusiva internazionale da DISNEY +, che ha ottenuto i diritti, come abbiamo detto qui.  Benvenuti nel futuro, che è, paradossalmente, anche il passato, in perfetta linea con la saga. Allons-y! 

Doctor Who: Modern. Un nuovo inizio, ancora una volta!

David Tennant non veste i panni del Decimo Dottore tornato nel futuro, anche perché, e questo è un primo tocco umoristico del passato, l’iconico completo taglia S a righe con scarpe Converse All Stars mal abbinate, gli sta ormai troppo stretto, non ha più trentacinque anni, scherza Donna. Per qualche misterioso motivo incarna i panni del Quattordicesimo Dottore (seppur temporaneo), una rigenerazione nuova di zecca, poiché già era stato un folle, uno scozzese e persino una donna, come sappiamo bene. Alcuni dei tratti delle successive generazioni, peraltro, sono sopravvissuti in lui, evolvendolo dal semplice “Ten”. Nel recente mini episodio realizzato per il programma benefico Children in Need, con cui il franchise collabora da anni, e che potete vedere su YouTube, lo stesso Dottore si interroga sui motivi del ritorno del vecchio volto. Dopo questa breve premessa da circa milletrecento parole, apriamo il nostro pacchetto di pop-corn ed addentriamoci nel pieno del primo speciale. Doctor Who, classe 1963, festeggia il suo sessantesimo anniversario, restando la più longeva serie fantascientifica di sempre. Si, battendo persino Star Trek, ideata da Gene Roddenberry nel 1964, un solo anno dopo, ma tramessa solamente nel 1966 in TV. Un rapido riassunto, a beneficio dei nuovi spettatori, spiega chi siano il Dottore e soprattutto Donna Temple-Noble, interpretata da Catherine Tate, e che rapporti ci siano tra loro. La coppia funziona ancora in maniera eccezionale, e buca letteralmente lo schermo! Il doppiaggio italiano mantiene l’inconfondibile voce di Christian Iansante, per la felicità dei fan. Come sa bene chi ha seguito la stagione a loro dedicata, Donna ha visto entrare nella sua piccola mente umana l’intera coscienza e conoscenza dei Signori Del Tempo di Gallifrey, e per questo il Decimo Dottore è stato costretto a cancellarle la memoria, perché una tale mole di informazioni l’avrebbe uccisa. Tornato sulla Terra il Dottore attuale si trova di fronte ad una strana situazione, un misterioso e tenerissimo alieno a forma di gatto gigante di nome Meep è inseguito da altri alieni dall’aspetto molto meno rassicurante, ovvero esseri insettoidi con tanto di occhi rossi, armati di tutto punto, che gli danno la caccia. Nella storia troviamo anche il ritorno della classica UNIT, organismo paramilitare britannico presente fin dalla serie classica, e facciamo conoscenza con la famiglia di Donna. Un nuovo marito, una casa tutta sua, comprata con i famosi soldi della lotteria, il cui resto viene dato in beneficienza, ma anche una figlia adolescente dal nome Rose, interpretata dalla talentuosa Yasmin Finney, classe 2003, diventata celebre grazie a Tik Tok, e poi fattasi notare come attrice nella serie Heartstopper. Si, esattamente come il grande amore perduto del Decimo Dottore. Manca ancora il nonno, che però comparirà nel successivo speciale, con le ultime scene che ha girato poco prima di morire. L’attore Bernard Cribbins, come abbiamo detto in questa pagina, nel frattempo infatti ci ha lasciati, e lo speciale non rappresenta un toccante ricordo in sua memoria, facendo sognare un destino alternativo per lui, perlomeno nella finzione. Chi recita nel Doctor Who, del resto, è destinato a vivere per sempre.

Da queste semplici premesse si apre una storia incredibilmente intrigante, ricca di trovate sceniche oltre che di un forte umorismo, intriso certo di nostalgia dei tempi che furono, ma incredibilmente proiettato verso il futuro, in cui i rapporti umani (ma anche alieni) sono sempre il punto di partenza, sentimentalismo e buoni sentimenti inclusi. La formula classica delle storie del Dottore, in parte perduta in tempi recenti. Il personaggio di Donna Noble (non chiamatela Temple-Noble, non lo sopporta) appare più maturo, ma sempre legato alla concretezza terrena, opposta alla leggerezza aliena del Dottore, in una dicotomia efficace, e viene ben approfondito psicologicamente aggiungendo un nuovo tassello a quanto già conosciamo. Il nuovo personaggio di Rose Noble è davvero interessante e ben scritto, con una ricca dote citazionistica a partire dal suo hobby di costruire piccoli e teneri peluche che ci ricordano “qualcosa di alieno” dentro un capanno dalla forma sospettosamente simile a quella di una cabina della polizia degli anni sessanta. Coincidenze? Una nota di merito va assolutamente fatta per l”aspetto del nuovo TARDIS, che va a citare le origini della prima stagione della Serie Classica, reinterpretandola però con mille colori psichedelici a sorpresa, oltre al fatto che adesso è capace di fare anche il caffè, per la prima volta in sessanta anni. I nuovi personaggi alieni del gattone spaziale Meep e dei Guerrieri di Wrarth, soldati insettoidi dagli occhi rossi, potrebbero ingannare sulla loro vera natura,  come già successo in passato, e sono davvero interessanti ma, clamorosamente, non provengono dalla pur brillante penna di Davies. Si tratta infatti di un recupero da personaggi già visti negli anni ottanta, ma non nella serie TV, bensì in una delle tante declinazioni crossmediali della saga, ovvero Doctor Who – The Fouth Doctor una serie a fumetti di Pat Mills, realizzata per Doctor Who Magazine, con protagonista il Quarto Dottore (l’inossidabile Tom Baker), peraltro recentemente riedita da Panini U.K. in formato antologico. Già dall’uso del nuovo logo per la serie Doctor Who: Modern, identico a quello di quell’era televisiva, qualcosa dovevamo intuire, Russel T. Davies è davvero innamorato di quei tempi.

Doctor Who - The Star Beast

Doctor Who – The Star Beast contiene quindi una eccezionale citazione storica di Beep the Meep, personaggio divertente e sopra le righe, sospesa tra contenuti canonici o meno. Sappiamo infatti che diverse produzioni extra televisive, come appunto i fumetti, ma anche gli audio libri, i romanzi, la serie animata, i videogiochi, come le Avventure Testuali per BBC Micro, di cui parliamo qui, o i film statunitensi apocrifi,  spesso non sono considerate opere canoniche, e contengono avventure e personaggi differenti. Un bel coraggio quindi, a tirar fuori qualcosa del genere, che serve però anche a far vedere che Doctor Who può avere al suo interno mille anime diverse, in mille contraddizioni, andando a salvare, in modo velato, anche il contestatissimo lavoro di Chibnall, che ha voluto osare qualcosa di completamente nuovo. I fan più attenti noteranno però una cosa, se il Dottore ha già incontrato, pur in un altro medium, il gattone spaziale Meep e gli alieni insettoidi che gli danno la caccia, perché non ne ricorda nulla? Certo, la cosa è funzionale alla trama dello speciale, ma i “puristi” della continuity avrebbero sicuramente preferito un ricordo ad una scoperta. Questo, accanto ad alcune piccole leggerezze narrative, giustificate in parte dal “nuovo nuovo” inizio, parafrasando la New New York della saga, sono tra i pochissimi difetti di uno speciale altrimenti perfetto.  Il personaggio della figlia transessuale di Donna, inserito in nome dell’inclusione, come del resto la leader della UNIT in sedia a rotelle, avrebbe forse meritato più spazio, ma ha un ruolo fondamentale nella trama. Tutto è comunque più sfarzoso del solito, merito certamente del budget illimitato della Disney, che è anche produttore, oltre che distributore, assieme alla BBC. Non temano però i fan storici, poiché la casa di Topolino ha promesso che non interferirà in alcun modo col franchise, per renderlo ad esempio un prodotto dal target infantile. Cosa che, ironicamente, la serie era già ai suoi inizi negli anni sessanta. La regia della veterana Rachel Talalay, che ha già dato ottime prove in passato, risulta sapiente, armonica, chiara e coinvolgente, sposandosi ottimamente con la scrittura di Russel T. Davies, ed amalgamando momenti di riflessione a veloci scene di inseguimenti o divertenti, senza scivolare mai verso lo slapstick. La fotografia dello speciale è ben realizzata, con ambienti armonici, colori cupi nei momenti più drammatici, pochi in verità, e più sfolgoranti nelle scene più leggere. Alla fine della fiera siamo rimasti davvero colpiti da questo primo speciale per i sessanta anni, a cui ne seguiranno altri due, già annunciati, che arriveranno sul portale DISNEY + rispettivamente il 2 e il 9 dicembre, intitolati Wild Blue Yonder e The Giggle, in attesa della nuova stagione con il Quindicesimo Dottore, prima del terzo ciclo detto Modern. Seguiremo per voi l’evoluzione degli speciali, e le rocambolesche avventure dell’alieno più folle e britannico dell’universo.

Doctor Who – The Star Beast è uno speciale davvero importante per la saga, non solo il primo dei tre previsti per i sessanta anni del Doctor Who, ma soprattutto il tassello iniziale della rinascita della saga stessa. La BBC ha deciso infatti di ripartire da zero, rinominando Classic e Revival quanto finora prodotto, oltre che Modern le stagioni dal 2023 in poi. Un grande ritorno per un attore amato dai fan, David Tennant, con la sua companion Donna Noble, ed anche la saggia guida di Russel T. Davies, ovvero lo showrunner che di fatto ha traghettato Doctor Who nel nuovo millennio. Una storia appassionante, classica e moderna allo stesso tempo, nostalgica ma proiettata verso un futuro se possibile ancora più scintillante degli anni d’oro. Uno speciale dove troviamo di tutto, Un vecchio Dottore che in realtà è nuovo, tocchi di umorismo inglese unici, alieni insettoidi dagli occhi rossi, ultragatti dallo spazio profondo, radiazioni solari psichedeliche, agenti della UNIT con sedie a rotelle modificate con lanciarazzi, giochi degli equivoci, astronavi nel cuore di Londra, una colonna sonora curata e toccante, una citazione fumettistica anni ottanta che farà impazzire i fan del Dottore crossmediale, e tanto tanto altro. Il TARDIS ora, non solo ha un nuovo aspetto retro futuristico, ma è capace anche di fare il caffè. Un ritorno davvero in grande stile, per una saga che si conferma, tra alti e bassi, fisiologici visti i sei decenni di carriera, una vera leggenda della fantascienza. E’ tutto un po’ folle, ma a suo modo unico.

 

Super Fabio Bros, al secolo Fabio D'Anna (ma non diteglielo: ancora soffre perché Facebook lo ha costretto a usare il suo vero nome), è un collezionista leggendario di videogiochi nonché super esperto di retrogaming. Ha organizzato due edizioni della mostra ARCHEOLUDICA ed è Responsabile della Collezione al museo VIGAMUS, ha collaborato con i portali specializzati Games Collection e Retrogaming History. Adora Super Mario, Pac-Man e le sue adorabili cagnoline. L'obiettivo finale della sua vita è possedere tutti e 2047 i modelli di PONG esistenti. Attualmente è a quota 69.... quindi augurategli lunga vita e prosperità.

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