Ottime notizie per i fan della saga, Momodora Moonlit Farewell è esattamente ciò che vi sareste aspettati dall’episodio numero cinque. Ma andiamo con ordine, immagino tutti quanti conosciate, se siete appassionati del genere, la saga di Momo inventata dal team di Bombservice e distribuita negli ultimi tre capitoli da Playsm, bene, in questo capitolo dovreste trovare , almeno in teoria, tutte le risposte che cercare e risolvere tutti i sospesi dei precedenti. Con queste premesse dopo aver configurato seriamente la tastiera (la consollizzazione dei comandi non ha mai fine) ci gettiamo nel mondo fatato del villaggio di KoHo accompagnati da una musica ambient abbastanza godibile e non disturbante che ci accompagnerà per tutto il titolo in maniera discreta anche quando dovrebbe emanare epicità.
Momodora Moonlit Farewell: pixel-art fatato e morbido
Il gioco è il classico platform con un sistema di avanzamento ispirato a Metroid (no, non mi sentirete dire Metroidvania perché qui di Castlevania non c’è proprio nulla) ovvero possiamo muoverci più o meno liberamente sulla mappa con la limitazione di alcuni salti troppo lunghi, alcune piattaforme troppo alte ed alcune barriere fisiche o magiche che possono essere demolite solo e soltanto recuperando le abilità relative. Come negli altri titoli del genere, anche in Momodora Moonlit Farewell queste abilità sono ormai stereotipate tanto che una volta di fronte al problema si capisce benissimo come fare per risolverlo, sembra un paradosso ma il primo Metroid metteva in campo idee più complesse e molto meglio articolate. La grafica è una pixel art che a prima vista pare particolarmente accurata. Se questo vale per i personaggi e per alcune parti del background, questa cura sparisce di colpo osservando bene i fondi che in alcuni casi sono appena accennati, in altri hanno gli oggetti appiccicati in maniera abbastanza fastidiosa che raccontano probabilmente un iter del gioco accelerato improvvisamente per chissà quali motivi, in ogni caso molto meglio questo che aspettare sulla sponda titoli tipo Silksong.
Il gioco si sviluppa su di una mappa in verità non molto vasta divisa nei soliti mondi più o meno tematici in cui incontreremo le creature tipo che si resetteranno ogni qual volta usciremo dalla stanza. Alcune presenteranno un punto interrogativo che indica la presenza di oggetto nascosto, di cristalli di luna (che sono la moneta locale) o di una fata che come i puttini di Blasphemous una volta liberate se ne andranno a casa permettendoci prima di parlare con la regina e regalandoci diversi bonus se riusciremo a salvarle tutte. Questo sistema che di fatto riduce notevolmente la longevità del gioco ha i suoi vantaggi e nonostante il gioco non ci dica esattamente cosa fare in determinate situazioni basterà esplorare tutta la mappa per trovare il modo di sbloccarsi, oltre questo si aggiunge anche la comparsa di un fumetto rosso accanto ai personaggi con cui dobbiamo obbligatoriamente parlare il che rende il tutto davvero semplice insieme al fatto che per recuperare le forze ci basterà suonare una campanella molto diffusa nel mondo di gioco, alla stessa campana potremo offrire cinquanta cristalli per avere un bonus extra che almeno all’inizio ci aiuterà non poco con i boss: ci fa recuperare mana con il tempo.
Un gioco per tutti ma a che prezzo?
Momodora Moonlit Farewell è sicuramente un gioco per tutte le abilità. Se si esclude il livello massimo di difficoltà dove si ha una sola vita (che può finire anche malamente su di un cespuglio di spine o contro i mostri erranti che con un colpo ci uccidono) il gioco è veramente di una semplicità disarmante. Il nostro personaggio è di fatto un tank della migliore specie, già dall’inizio infatti possiamo curarci con esiti molto ma molto buoni, ci sono poi, oltre le già citate abilità altri due booster: i famigli e i vari sigilli che dai due iniziali arrivano a cinque contemporaneamente che recuperiamo le pagine del grimorio l’ultima delle quali custodita nell’unico enigma del gioco. I famigli non servono davvero a nulla, ci regalano mana, trovano gemme attaccano io cattivi ma tutto in maniera molto sonnolenta inoltre quando affrontiamo un boss spariscono.
I sigilli invece sono la vera croce del gioco, vi basterà infatti recuperare, a circa un terzo di tutta la main quest, la lama fantasma con la quale, dopo aver reperito facilmente gli ampi poteri curativi, sarete praticamente invincibili. Se poi completate anche tutte le side quest che di fatto non distraggono dal gioco (vi troverete a farle nel mentre della quest principale) vi troverete con un arsenale che combinato in maniera intelligente vi permetteranno di spammare all’infinito colpi devastanti sui poveri nemici. Considerate che il boss finale avrà ben cinque forme che però non riusciranno nemmeno a sfiorarci tra cura continua, barriera e abilità di recupero mana. Menzione a parte andrebbe fatta per il sottogioco della pesca che non solo si sblocca quando avrete praticamente finito il gioco ma è anche di una inutilità disarmante, si vincono infatti soltanto cristalli in abbondanza che non si sa assolutamente come dilapidare visto che le nostre uniche voci di spesa sono i cinquanta già citati per la campana ed i sigilli che però costano cifre irrisorie.
C’è citazione e citazione!
Un altro problema che affligge Momodora Moonlit Farewell è sicuramente l’eccesso di citazionismo. Oltre le già citate abilità copiate praticamente da una pletora di titoli precedenti troviamo anche dei riferimenti alquanto fastidiosi. Ci sono ad esempio i mostri parodia di Hollow Knight ed il salto del character in corsa è copiato pari pari da Metroid. Sicuramente questo può piacere ma qui è davvero troppo senza contare lo sviluppo davvero piatto della trama e l’inconsistenza di personaggi e boss. Il cattivone finale è veramente una delusione e salta fuori più o meno a caso anche se avete seguito attentamente tutta la storia. È vero, chi ci si avvicina a questo titolo, conosce bene l’ambientazione fatta di gattini e profondamente radicata in una società piena di stereotipi femminili e maschi comparse ma questa volta si è davvero esagerato. Un altro indizio che forse l’uscita del gioco è stata affrettata oltremisura. A favore però abbiamo il prezzo del gioco che tutto sommato per le dieci ore totali al massimo che potrà prendervi sono discretamente spesi.
Piattaforme: PC
Sviluppatore: Bombservice
Publisher: Playsm
Momodora Moonlit Farewell non è certo una gemma del panorama del genere. È un gioco onesto buon per passare un pomeriggio o poco più. Quasi tutto quello che vedremo, cercheremo, scopriremo, abbatteremo e preso a piene mani da titoli simili con un citazionismo persino fastidioso ed una grafica che in molti casi (il white wirm è scandaloso) è raffazzonata e sintetica. La longevità è abbattuta dalla facilità del gioco che esiste perfino in modalità storia, per quale utenza non oso immaginare. Niente di epico insomma e niente che si ricorda per il prezzo che costa e per gli estrani al genere però può essere un ottimo gioco introduttivo.
