Jujutsu Kaisen Cursed Clash Recensione: tanto potenziale maledetto e…sprecato

Jujutsu Kaisen Cursed Clash

Jujutsu Kaisen Cursed Clash, l’arena fighter ispirato al capolavoro manga e anime di Gege Akutami, è arrivato sul mercato in mezzo all’indifferenza quasi totale del pubblico. E non è un caso. Non è un mistero: i tie-in ispirati alle produzioni dell’industria nipponica, molto spesso, sono destinati a passare nel totale anonimato o, per essere più precisi, a generare un certo fastidio negli appassionati più esigenti e che, magari, deciderebbero migliori fortune per le cose che amano. Come avrete già capito, purtroppo, il gioco sviluppato da Byiking non si sottrarre minimante da questa triste verità e, anzi, sotto diversi aspetti riesce a rendere il boccone ancor più amaro di quello che è già. Purtroppo, e lo diciamo veramente con la morte nel cuore, della produzione si salva ben poco e non crediamo di star esagerando. Jujutsu Kaisen Cursed Clash è un titolo in cui tolto il piacere di utilizzare i propri personaggi preferiti dell’universo in questione si salva ben poco e, onestamente, arrivati al 2024 e con l’importanza del settore degli anime e manga che si sta espandendo sempre di più a macchia d’olio, fatichiamo a capire come sia veramente possibile.

Jujutsu Kaisen Cursed Clash

Jujutsu Kaisen Cursed Clash è un utero maledetto…in tutti i sensi

Non vogliamo girarci troppo intorno: Jujutsu Kaisen Cursed Clash ci ha veramente lasciati di stucco. In senso negativo, ovviamente. Per iniziare la nostra prova del gioco ci siamo fiondati subito sulla modalità Storia, pescata in un menù principale che probabilmente rappresenta l’unica cosa degna di nota delle produzione. Tale modalità ha il grande onore di coprire l’intero arco narrativo visto nella prima stagione dell’anime e dello spettacolare movie Jujutsu Kaisen 0 in cui gli appassionati hanno potuto approfondire la conoscenza di volti amatissimi come Panda, Inumaki, Todo e le sorelle Zen’in ma, soprattutto, fare la conoscenza di uno dei volti più amati di tutto il franchise: Yuta Okkotsu. Tutto regolare e bello nelle intenzioni? Certo, se non fosse che gli sviluppatori hanno deciso di raccontare la storia, tra le altre cose una delle parti più belle e interessanti dell’opera, attraverso un susseguirsi di vignette, scandite con un ritmo lento e irritante che rendono l’immedesimazione, anche di chi ha divorato il manga e guardato l’anime almeno un paio di volte, veramente complicata e per certi versi impossibile.

La modalità principale single player del gioco è dunque fondamentalmente uno sfogliare metaforico di pagine su pagine, che portano a scontri quasi sempre di una facilità impressionante e, soprattutto, spesso e volentieri contestualizzati in modo infelice o comunque poco a fuoco con quelli che sono gli elementi narrati. È un peccato perché, lo vogliamo ribadire per essere chiari, questa è diventata una modo troppo comune e non ci riferiamo allo specifico alla scelte delle vignette, piuttosto a quella sorta di desiderio quasi involontario di sprecare un materiale di partenza spesso di grosso spessore e di limitarsi a fare un po’ il compitino, che in casi come questo risulta non soltanto un problema nelle intenzioni ma anche un’aggravante in un conto complessivo già di per sé salatissimo e per nulla gustoso.

Combattimenti caotici e dove trovarli

Chi conosce bene la saga, ma anche chi magari ha visto qualche episodio o letto giusto un paio di pagine del manga, lo saprà bene: Jujutsu Kaisen è un prodotto spettacolare, ma non in modo “esagerato”. L’enfasi delle battaglie e degli scontri non è incentrato, per citare i mostri sacri come Dragon Ball o Naruto, per forza sullo scambio di colpi continuo e spietato, bensì si poggia su momenti più riflessivi e per certi versi platonici, in cui gli avversari sembrano volersi aggredire più a colpi di ego che altro. E, per essere ancor più precisi, il potere, in Jujutsu Kaisen, spero non deriva soltanto dal talento, ma anche dal duro lavoro, come ci insegnano i vari volti principali dell’opera, che spesso e volentieri passano il loro tempo a inondare di sudore e fatiche le loro giornate.

Detto ciò, il problema di Jujtusu Kaisen Cursded Clash, dal punto di vista del gameplay, è veramente serio. Il titolo distribuito da Bandai Namco non riesce a tenere fede e ad elogiare nessuno degli aspetti sopracitati, e si presenta ai nastri di partenza di questo spettacolare 2024 con un comparto ludico completamente asettico e banale. Come vi abbiamo già detto in apertura, il gioco si pone sul mercato come un classico arena fighter in cui i combattimenti si svolgono o 1vs1 o 2vs2, e questo, incredibilmente, è già il primo problema. La resa degli scontri, a occhi ma anche pad alla mano, è a dir poco caotica, confusionaria come poche, e durante i vari scontri abbiamo veramente fatto fatica a capire cosa stessimo facendo, chi avesse fatto cosa quando e perché.

Tralasciando questo aspetto, la cosa che più ci ha scoraggiati, però, è la gestione del pezzo più pregiato del pacchetto: i personaggi. Con un parterre del genere, il team di sviluppo avrebbe potuto e dovuto fare molto di più in termini di differenziazione e valorizzazione dei vari personaggi utilizzabili che, oltre a essere anche pochi,  non godono di un approfondimento ludico di primo livello, per quanto comunque la voglia di provare a dare una certa identità di fondo permane. Va detto, inoltre, che la resa stessa dei movimenti base è a dir poco legnosa e scoraggia un po’ il navigare le varie arene che per la verità ci sono sembrate anche discretamente curate e vicine al materiale di riferimento.

Maledizioni e stregoni hanno un sapore…complicato

E, come dicevamo anche prima, è un vero peccato, anche perché qualche buona idea, in senso all’intelaiatura ludica del gioco sembra pure esserci, ma è davvero troppo poco e, soprattutto, non ha per nulla seguito nell’economia del gioco e nella sua valutazione complessiva. Ci riferiamo alla scelta di cercare di replicare un po’ quella che è la variazione che contraddistingue i vari personaggi anche nell’anime e nel manga, con una sorta di attacchi, anche quelli base, unici per ognuno dei pochi combattenti utilizzabili. Tutto bello, certo, se non fosse che però questo ha generato uno sbilanciamento a dir poco insensato nel “meta” con alcuni personaggi in grado, letteralmente, di spazzare via gli avversari con pochi colpi, sfruttando al massimo la loro potenza nelle arti oscure e la loro energia malefica, che, ovviamente, purtroppo rappresentano un mezzo di distruzione troppo efficace, specialmente negli scontri online.

A tal proposito, è doveroso parlare di un altro “spreco” abbastanza incomprensibile. Jujutsu Kaisen Cursed Clash è totalmente sprovvisto del multigiocatore locale cosa che, considerando la natura del gioco, fatichiamo veramente a comprendere. Per quanto ci compete, un titolo del genere, con i problemi che si trascina dietro, avrebbe potuto buttarla un po’ sul divertimento da divano e invece si è preferito privarsi anche di questa piccola possibilità, per ragioni che non riusciamo proprio a capire.

Jujutsu Kaisen Cursed Clash

Jujutsu Kaisen Cursed Clash: espansioni di dominio poco scoppiettanti

Incredibilmente, anche da un punto di vista tecnico e artistico il titolo riesce a risultare insufficiente e poco efficace. Il problema principale, come dicevamo anche in riferimento del gameplay, è la legnosità di fondo, che riesce ad attirare a sé un po’ tutte le animazioni, anche quelle delle poco sequenze in CGI, in particolar modo quelle relative alle arti finali e alle varie tecniche di legame. Quello che ne consegue è un prodotto confusionario e complesso da inquadrare e che, nonostante tenti di provare a dare un’identità riconoscibile al lavoro svolto, non riesce praticamente mai a replicare la bellezza della controparte cartacea dell’opera e, soprattutto, la spettacolarità del suo adattamento animato curato dai ragazzi di MAPPA.

Nessuna infamia nessuna lode dal punto di vista artistico, dunque, con gli sviluppatori che ancora una volta si sono limitati al solito “compitino”, mentre quello che ci ha lasciato interdetti è il comparto tecnico. La modellazione poligonale dei personaggi ci è sembrata sempre un po’ troppo sfuocata e poco pulita, ma è soprattutto il frame-rate, un fattore a dir poco centrale in una produzione simile, ad aver dato i risultati peggiori. In molti casi, in diversi scenari e con determinati personaggi in campo, la frequenza di aggiornamento del gioco si è dimostrata molto altalenante, specialmente nelle fasi più concitate degli scontri.

E, se proprio vogliamo essere sinceri, anche il comparto sonoro ci ha convinto soltanto in parte. Alcune voci, le stesse all’anime, hanno fatto sentire a casa i giocatori appassionati, ma nonostante questo ci è sempre sembrato che tutto fosse rappresentato con una sorta di mancanza di voglia alla base, che in qualche modo rispecchia il modo con cui il gioco è stato sviluppato. Sia chiaro: il nostro non è un attacco “cieco” ma è la somma di quanto visto e di come il materiale è stato trattato, un materiale a cui siamo molto legati personalmente che, oggettivamente, avrebbe meritato probabilmente qualcosa in più.

Piattaforma: PS5, PS4, Xbox One, Xbox Series, PC, Nintendo Switch

Sviluppatore: Byking, Bandai Namco

Publisher: Bandai Namco

Jujutsu Kaisen Cursed Clash è l’ennesima prova di quanto i tie-in siano sempre più confusionari e scarichi di idee. Byking non ce l’ha fatta, ha sprecato una grande occasione, sia tenendo conto il materiale di riferimento sia in generale per il modo in cui solitamente queste produzioni vengono fuori, ed è un peccato, perché alcune idee non ci sono sembrate nemmeno tanto malvagie, ma non sono state mai sfruttate a dovere.

 

Ho imparato a conoscere l'arte del videogioco quando avevo appena sette anni, grazie all'introduzione nella mia vita di un cimelio mai dimenticato: il SEGA Master System. Venticinque anni dopo, con qualche conoscenza e titoli di studio in più, ma pochi centimetri di differenza, eccomi qui, pronto a padroneggiare nel migliore dei modi l'arte dell'informazione videoludica. Chiaramente, il tutto tra un pizza e l'altra.