Pikmin (New Play Control!)

I misteri del giardino di Shigeru Miyamoto.

Tra le tante serie targate Nintendo, quella di Pikmin vanta un fascino tutto suo. Sarà per via della sua atmosfera bucolica, sarà per merito del carisma dei minuscoli Pikmin, sarà per l’aura malinconica che ammanta la meccanica di gioco… vai a sapere. Quello che è certo è che la serie di Pikmin è veramente unica, speciale, aliena. Il primo episodio, pubblicato pochi mesi dopo il lancio del GameCube, venne apprezzato tantissimo da pochi appassionati di videogiochi, quelli più curiosi e coraggiosi. Del resto, almeno sulla carta, un gioco di strategia in tempo reale su una console non avrebbe mai potuto funzionare per via dei problemi legati al sistema di controllo e agli ovvi limiti tecnologici. E invece, a sorpresa, Pikmin si giocava che era una meraviglia.

 

Per dare il via alla nuova “New Play Control!”, una collana di remake per Wii di grandi giochi già pubblicati su GameCube, Nintendo ha pensato bene di partire proprio dal primo capitolo della serie di Pikmin. Una mossa intelligente, soprattutto se si tengono in considerazione alcuni fattori come l’ormai prossima pubblicazione del terzo episodio e la conseguente necessità di “spingere” una saga ancora poco conosciuta dal grande pubblico. Inoltre Pikmin è un gioco praticamente perfetto per sottolineare ancora una volta le potenzialità del telecomando Wii, chiamato a sostituire il vecchio pad del GameCube. Il sistema di puntamento permette di tenere a bada i Pikmin in maniera assolutamente intuitiva e di costringerli quindi a combattere, a spostare oggetti e a interagire con gli scenari senza preoccupazioni di sorta. Dopo pochi minuti, insomma, il sistema di controllo tende alla trasparenza e a lasciare spazio solo e soltanto al gioco vero e proprio. E che gioco, bisogna aggiungere!

 

Come accennato, Pikmin è a tutti gli effetti una sorta di Gioco di Strategia in tempo reale, solo traslato in un immaginario parecchio lontano da quello bellico che ha fatto la fortuna del genere. In Pikmin, infatti, si vestono i panni di un improbabile astronauta disgraziatamente precipitato su un pianeta sconosciuto mentre si trovava in viaggio sulla sua “fantascientifica” (per modo di dire: è fatta di latta e bulloni!) astronave. Una volta a terra Olimar (questo è il nome del nostro astronauta) capisce subito che la situazione è disperata. Le riserve d’aria della sua tuta gli permetteranno infatti di sopravvivere solo per trenta giorni e, inoltre, l’unico modo per allontanarsi dalla superficie del pianeta pare quello di recuperare tutti i pezzi dell’astronave che, in seguito allo schianto, si sono sparpagliati in boschi, giardini, corsi d’acqua e foreste. Un gran bel problema, da qualsiasi parte lo si guardi.

Per fortuna che questo strano pianeta è popolato, oltre che da “orribili” insetti e da “spaventose” creature, anche dai buffissimi pikmin, degli strani esserini antropomorfi strettamente imparentati con la flora, piuttosto che con la fauna. I pikmin, vai a sapere il perché (in realtà circolano almeno un paio di teorie a questo proposito), decidono di aiutare il povero Olimar nella sua “missione impossibile”. Ecco quindi che ai giocatori viene data la possibilità di comandare un intero esercito di pikmin, sfruttandolo per recuperare tutti i pezzi dell’astronave sparpagliati in ogni dove. I pikmin, un po’ a sorpresa, non sono tutti uguali. Prima di tutto si differenziano in base all’esperienza e, ancora, si distinguono per via del loro colore. Quelli rossi sono i più forti e resistenti in assoluto, quelli gialli i più leggeri (oltre ad essere gli unici capaci di “giocherellare” con strane pietre esplosive…) e quelli blu sono gli unici in grado di attraversare le pozze d’acqua. Sfruttando al meglio le abilità specifiche delle varie razze di pikmin, oltre al loro numero, non è affatto complicato esplorare i meravigliosi scenari che fanno da palcoscenico per questa avventura tanto poetica e malinconica. Il problema, al limite, è quello di riuscire a recuperare tutti i pezzi dell’astronave prima del tramonto del trentesimo giorno, tramonto che coincide con il termine del gioco.

 

Eccezion fatta per il supporto dei 16/9, per una piccola ma significativa modifica al sistema di salvataggio (che ora permette di rimediare a un errore di pianificazione “tornando indietro nel tempo”) e per il rinnovato sistema di controllo di cui si è accennato, questo remake di Pikmin è praticamente identico all’episodio originale. Il che vuol dire che la veste grafica, per quanto un po’ datata, è ancora oggi capace di stupire per la cura per i dettagli e, ancora, che le musiche di sottofondo suonano tiepide e nostalgiche come ai tempi d’oro. Se si tiene conto anche il prezzo budget dei titoli della serie New Play Control!, questo remake di Pikmin è quindi da applaudire con convinzione. Se non lo avete mai provato, anche se non vi piace il genere, dategli una possibilità. Ve ne innamorerete.