Spelunky – Recensione

Il gioco pazzo esce anche su PC, PS3 e PS Vita. E continuano a essere calci nei denti.

Guarda in HD

È passato ormai un anno da quando Spelunky ha fatto la sua comparsa nel Marketplace di Xbox Live, tanto che quasi ci eravamo dimenticati della sua esistenza. Dopo tutto questo tempo, rivederlo comparire in piena estate su PC, PS3 e PS vita fa quasi strano, così come fa strano riprendere in mano il gioco di Derek Yu e riscoprirne i tanti pregi. Pregi che, nel caso delle versioni per le console di Sony, sono ancora più evidenti, grazie alla presenza del cross-buy, dei salvataggi condivisi su cloud e persino del multiplayer su più schermi: roba da matti!

Prima di addentrarmi nello specifico della questione, comunque, è il caso che vi racconti cos’è Spelunky e perché si tratta di un titolo così speciale. Spelunky è un platform dungeon-crowler rouglelike. Se questa definizione vi è oscura, ve la spiego in parole più semplici: è un platform dove occorre attraversare diversi mini-dungeon che vengono generati casualmente, partita dopo partita. Più facile a dirsi che a farsi, visto che si muore ogni tre per due e che i teletrasporti che permettono di “saltare” un pezzo di avventura (una volta respawnati alla schermata iniziale) si sbloccano solo dopo aver percorso un bel pezzo di strada. Ovviamente, i dungeon pullulano di nemici di ogni sorta, che possono essere eliminati a colpi di frusta o lanciandogli addosso alcuni oggetti. A disposizione del nostro eroe ci sono anche delle bombe, in numero limitato, che permettono non solo di uccidere in un sol colpo buona parte della fauna che popola le caverne, ma anche di distruggere parte dello scenario, così da raggiungere luoghi altrimenti irraggiungibili. In aggiunta, il nostro novello Indiana Jones ha anche a disposizione un quantitativo esiguo di corde, necessarie per “risalire” verticalmente il livello qualora non sia disponibile una via più semplice da percorrere saltando e aggrappandosi.

Quando si gioca in co-op e il compagno crepa, può comunque partecipare all’avventura sotto forma di spettro.

Come detto, Spelunky è un titolo che mette alla prova la pazienza di chi gioca, un po’ come capita nel recente Rogue Legacy, per interderci. Si crepa facile, è vero: tuttavia, il gioco non è mai ingiusto e la maggior parte delle volte la morte è conseguenza di un errore umano, più che della bastardaggine della CPU. Peraltro, le routine di generazione casuale dei livelli sono state concepite in modo da produrre stage che abbiano sempre una logica e che forniscano più di un’opportunità al giocatore, poco importa che questi voglia dedicarsi a salvare le damigelle sperdute e a raccogliere tutto l’oro sparso in giro (con cui fare acquisti in sporadici negozi), piuttosto che tirare dritto fino all’uscita.

Tra le altre cose, Spelunky offre la possibilità di giocare in multiplayer locale, sia cooperando durante l’avventura, sia sfidandosi in una stranissima forma di deathmatch. Se la versione PC è praticamente la copia sputata di quella uscita su Xbox 360, per quanto riguarda le piattaforme di Sony c’è da dire qualcosina in più. All’inizio della recensione vi avevo spiegato di come Spelunky sia un titolo cross-buy che si appoggia al cloud: questo significa che, una volta acquistato, potete installarlo sia su PS3 che su PS Vita, giocando a piacere da una parte o dall’altra, grazie alla sincronizzazione dei salvataggi. In più, il rapporto simbiotico tra le due piattaforme permette a due persone di accedere contemporaneamente al multiplayer su entrambe, così che ognuno abbia il suo schermo privato e non debba condividerlo con l’altro. La cosa funziona alla grande, in virtù anche della natura touch and go di Spelunky, che trova nel portatile di Sony il terreno ideale per attecchire alla grande. Must buy!