Gauntlet – Recensione

Il multiplayer cooperativo è sicuramente tornato in auge negli ultimi anni, in pochi però ricordano che questo nacque negli anni Ottanta, quando un gruppetto di amici si dava appuntamento in sala giochi per dilapidare la paghetta settimanale a colpi di ascia e incantesimi su Gauntlet. Era il lontano il 1985 quando Atari diede il via a una prolifica serie di dungeon crawler arrivata, tra alti e bassi, fino al 2014, anno in cui la saga ritorna alla vita su PC grazie al capitolo sviluppato da Arrowhead Game Studios, già conosciuti per aver dato i natali a Magicka.

Gauntlet si presenta come un dungeon crawler con visuale dall’alto fortemente incentrato sulla cooperazione tra i giocatori, proprio come accadeva quasi trent’anni fa. All’inizio del gioco verremo posti di fronte alla scelta del personaggio: qui ritroviamo gli stessi eroi già presenti nel cabinato originale, ognuno con punti di forza e debolezze differenti. Il guerriero è abile nel corpo a corpo, capace di sferrare potenti fendenti col l’ascia e lanciarsi direttamente nella mischia con l’attacco rotante; l’elfo è l’eroe adibito al combattimento dalla distanza, con una buona varietà di attacchi con arco e frecce; la valchiria è il personaggio difensivo per eccellenza, capace di assorbire molti danni e di far impallidire persino Capitan America grazie alla sua eccellente abilità con lo scudo; a chiudere il cerchio ci pensa il mago, una classe votata al supporto, con parametri di difesa piuttosto bassi, ma che può vantare ben nove incantesimi differenti, in alcuni casi devastanti.

L'hub centrale funge da schermata di selezione del livello e contiene il commerciante di reliquie.
L’hub centrale funge da schermata di selezione del livello e contiene il commerciante di reliquie.

I personaggi possono essere modificati solo in maniera marginale: mancano, infatti, statistiche dettagliate o una progressione a livelli. Le uniche opzioni di personalizzazione concesse riguardano le reliquie e alcune parti dell’equipaggiamento: le prime, limitate a due per eroe, possono essere attivate durante le partite per offrire bonus temporanei, quali una maggiore velocità di movimento o più potere di attacco; mentre le seconde hanno la sola funzione di orpello estetico. Tutti gli oggetti devono essere acquistati tramite il negoziante presente nell’hub centrale, grazie all’utilizzo dell’oro raccolto durante le escursioni all’interno dei vari dungeon.

[quotedx]La struttura di gioco è quasi sempre la medesima[/quotedx]
Inoltre, compiere determinate azioni di gioco, oltre a servire per sbloccare i relativi obiettivi e vantarsi con gli amici, è utile per migliorare lievemente le performance degli eroi attraverso bonus passivi: uccidere un certo numero di mummie, per esempio, dà un bonus al danno contro quel tipo di nemici, così come perdere la vita molte volte nello stesso livello fornisce una riduzione del malus sulla perdita di oro.

Nel complesso, le quattro classi e questo sistema di progressione aiutano a fornire quella profondità di gioco che fisiologicamente manca nelle meccaniche di Gauntlet. I livelli infatti risultano estremamente lineari: i dungeon sono formati da corridoi più o meno lunghi che collegano stanze leggermente più ampie, con solo qualche sporadica variazione dovuta alla scoperta delle rare aree segrete. La struttura di gioco è quasi sempre la medesima: arrivati in una stanza vedremo le porte chiudersi alle nostre spalle mentre orde di nemici inizieranno a venirci addosso, trasformando la zona del livello in una sorta di mini arena.

Alcune arene contengono trappole letali.
Alcune arene contengono trappole letali.

Le porte non si riapriranno finché l’ultimo dei nemici è ancora in vita, permettendoci poi di continuare fino alla stanza successiva, dove toccherà ripetere il procedimento (e via così fino al completamento del dungeon). La ripetitività si fa sentire anche e soprattutto sul versante dei mostri che ostacoleranno le avventure dei nostri eroi. Sono presenti appena sei razze di nemici, ognuna delle quali formata da tre tipi di mostri: una fanteria di base, uno sciamano o un arciere con attacchi a distanza, e un nemico speciale leggermente più potente e coriaceo con abilità che variano per ogni specie.

Manca di varietà anche il mero comparto grafico e artistico del gioco. Le ambientazioni sono sostanzialmente tre: le catacombe, le caverne e un tempio demoniaco. Gli asset vengono riciclati spesso e il senso di già visto fa subito breccia negli occhi del giocatore. Chiude il cerchio una diffusa povertà grafica, con un livello di dettaglio che pare quasi anacronistico, il cui unico pregio è la leggerezza e scalabilità dell’engine, in grado quindi di girare anche su computer non più al passo con i tempi.

Le reliquie sono molto costose ma i loro effetti valgono la spesa.
Le reliquie sono molto costose ma i loro effetti valgono la spesa.

Nonostante questi difetti, Gauntlet riesce a dare il meglio di sé quando si gioca assieme ad altre persone. Tenendo fede allo spirito del gioco arcade originale, anche questo nuovo capitolo pare essere stato realizzato avendo in mente la modalità cooperativa, sia essa locale o online. Lo si capisce soprattutto dai diversi gradi di difficoltà: se a livello facile o normale il gioco risulta essere accessibile anche in singleplayer, più si sale con la difficoltà e più sarà necessario trovare qualche amico che ci aiuti a superare le avversità dei dungeon. Quando non sarà possibile riunire i propri amici per una sessione a casa propria, il sistema di matchmaking automatico ci aiuterà a ricercare la partita più adatta al livello di difficoltà prescelto, in modo tale da essere subito pronti per buttarsi nella mischia ed esplorare i vari dungeon in compagnia.