DiRT Rally – Anteprima

Chapeau, Codemasters. Così, a caldo, prima ancora di provare il nuovo DiRT Rally, per come ha gestito l’annuncio del suo nuovo titolo di guida. Manco il tempo di veder piovere il comunicato stampa nella mia casella di posta elettronica, che il gioco era già disponibile in versione Accesso Anticipato su Steam. Come dire: detto fatto, senza perdersi via con hype, screenshot centellinati a due alla volta per settimane, tediosi (e passivi) trailer di gameplay. Ti ho fatto venir voglia di giocare? Puoi farlo. Una scelta coraggiosa, che personalmente mi ricorda quella di Apple, che annuncia un nuovo dispositivo e al tempo stesso ti dice anche “da oggi lo puoi comprare”. Una scelta che non posso che accogliere con tutto l’entusiasmo che mi è possibile, e che mi auguro prenda sempre più spesso piede, anche nel mondo dei videogiochi. Perché diciamocelo, tutto questo hype ha davvero stufato chiunque, addetti ai lavori e – soprattutto – giocatori.

UN GIOCO DURO…

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Il tempo di scaricare sull’hard disk i sette e rotti giga della prima release del gioco, affrontare un paio di gare e qualche evento del circuito Racenet, e mi ritrovo nuovamente a dire: Chapeau, Codemasters. DiRT Rally non è un gioco difficile, è difficilissimo. Viviamo in un’epoca in cui il gamer viene preso per mano, viziato, coccolato e aiutato in ogni modo possibile e immaginabile. Anche nel genere dei giochi di corse, e anche per “colpa” di Codemasters stessa, che negli anni ci ha regalato livelli di difficoltà estremamente variabili, possibilità di riavvolgere il tempo e rimediare agli errori, e un modello di guida molto più che accomodante, per quanto divertente. Ecco, scordatevi tutto questo. DiRT Rally è severo come una maestra d’altri tempi e non perdona nessuno sbaglio.
[quotedx]DiRT Rally è severo come una maestra d’altri tempi e non perdona nessuno sbaglio[/quotedx]
Ogni curva presa con leggerezza e senza la necessaria concentrazione (o senza prestare attenzione alle indicazioni del co-pilota) rischia di mandare a monte una gara: perché, se va bene, si esce di pista e si perdono decine di secondi preziosi per tornare in strada; se va male, la macchina si distrugge e tocca ricominciare da capo, e anche in quel caso vanno spesi dei soldi – disponibili in quantità limitata – per poter riavviare l’evento. Gli aiuti alla guida vengono incontro nel niente affatto banale controllo della vettura, ma anche impostando tutto al minimo della difficoltà, occorre per forza di cose spendere tempo nel setup della macchina, giocando con sospensioni, rapporti di frenata e del cambio, balle antirollio ecc., in modo da garantire il miglior comportamento per il tracciato che ci aspetta. Tra asfalto, ghiaccio, sterrati e mulattiere polverose, posso assicurarvi che non esiste un assetto “buono per tutte le stagioni”, o almeno non se cercate di staccare tempi dignitosi.

… PER PILOTI DURI

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Non vi nascondo una discreta dose di frustrazione nell’affrontare i primi due stage della carriera, mentre cercavo di raccapezzarmi di fronte a un gioco Codemasters che rinuncia al suo ormai celebre modello di guida “sim-cade” e sposa un approccio assai più simulativo e impietoso. Poi, man mano che la polvere si andava accumulando sui parafanghi e la carrozzeria si graffiava meno spesso contro sassi e guard-rail, ho cominciato ad apprezzare il dosaggio delicato del gas e l’importanza delle frenate anticipate, il controllo quasi diretto dello sterzo della mia Lancia Fulvia (l’unica che il risicato budget iniziale permette di acquistare, in alternativa alla “solita” Mini Cooper degli anni Sessanta). E alla fine della seconda gara sono arrivato – udite! udite!- terzo. Il primo podio. Guadagnato con molta fatica, ma con enorme soddisfazione. Ci tengo a dirlo, e non per vantarmi, quanto per evidenziare due aspetti: il primo, se ancora non l’avete capito, è che DiRT Rally non è un gioco per tutti.
[quotesx]se avete adorato l’indimenticato Richard Burns Rally, potrebbe valer la pena farci più di un pensiero[/quotesx]
Se il nome Codemasters vi fa venire in mente – e non a torto, ripeto – gare a perdifiato senza troppo impegno e vittorie quasi sempre certe, rischiate di andare incontro a una delusione cocente. D’altro canto, ed è il secondo punto, le prime ore a bordo della mia piccola Lancia mi hanno regalato emozioni forti, pur nella solitudine delle corse da rally, e lasciano intravedere un titolo dalle potenzialità notevoli. Come l’inedita gestione del team, per esempio, fatta di statistiche che crescono gara dopo gara e in cui possibile arruolare – a suon di soldoni, si capisce – un massimo di quattro ingegneri, la cui utilità in corsa è tutta da verificare.

IL MATTINO HA L’ORO IN BOCCA

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DiRT Rally è mosso dall’ultima versione dell’EGO Engine, che sta per essere soppiantato da quella “next-gen” che debutterà con il nuovo Formula 1 2015: questo vuol dire che lo spettacolo non è dei migliori, pur rimanendo comunque più che dignitoso, garantendo al tempo stesso un’ottima fluidità anche su PC non particolarmente potenti. Al momento i contenuti non sono tantissimi: un po’ di macchine (che dovrete sudarvi col sangue, garantito, visto che i crediti a fine gara non vengono esattamente regalati), tre ambientazioni con una trentina di tracciati, una sola modalità di gioco e una serie di eventi online che si aggiornano a ritmi prestabiliti (ogni giorno, settimana e mese). Da qui alla fine dell’anno, per quando è prevista l’uscita della versione finale di DiRT Rally, verranno man mano aggiunte nuove piste, auto e modalità, ma al tempo stesso aumenterà anche il prezzo della versione Early Access: al momento sta a venti euro, e se avete adorato il primo Colin McRae di Codemasters, ma anche l’indimenticato Richard Burns Rally (ma magari avessimo tra le mani un titolo così! ndAlias), potrebbe essere una di quelle spese di cui difficilmente vi pentirete.