GamesVillage.it festeggia la beta di uno dei migliori giochi PC del 2010. O forse, addirittura, del migliore. [Speciale]
Oggi è un giorno speciale. Si apre una nuova era, un mondo digitale infinito e sconfinato, un’emozionante frontiera del videogioco su PC. Cos’è uscito, chiederete voi? Niente di particolare! Un giochino indipendente – sviluppato da un pazzoide svedese – è passato dalla fase alpha alla fase beta. Ci siamo fumati il cervello? È follia? È Sparta? No. Oggi, in occasione di questa importante pietra miliare, rendiamo omaggio a Minecraft, una meravigliosa storia di passione e indie gaming, nonché l’esperienza videoludica più emozionante del 2010.
UN PO’ DI PREISTORIA
Normalmente i giochi in beta, ancora incompleti e privi della pulizia di codice necessaria alla vendita sugli scaffali, vengono provati solo dai tester e dagli sviluppatori, e solo in alcune occasioni vengono resi disponibili per un breve periodo al pubblico (per invogliarlo a comprare il prodotto finito, quando uscirà, o per osservare le meccaniche di massa dei MMO). Figuratevi le alpha! Le alpha sono, alfabeticamente, lo stadio precedente alla beta, e per ovvi motivi sono traboccanti di bug e prive di qualunque tipo di rifinitura. Vengono mostrate internamente agli investitori e, di tanto in tanto, alla stampa (quando vi proponiamo un’anteprima un anno prima che il gioco esca, significa probabilmente che i dev ci hanno lasciato dare un’occhiata all’alpha a cui stanno lavorando).
La storia di Minecraft è diversa.
L’incompletezza di Minecraft è stata una feature, e non una limitazione. Notch, il geniale programmatore che si è inventato il gioco, ha reso disponibile al pubblico una primissima versione durante l’estate del 2009. Si trattava più una prova di concetto che non un titolo vero e proprio, ma la risposta della community dei videogiocatori indipendenti fu immediata. Lo scheletro del game design era già lì: un mondo fatto di blocchi, generato proceduralmente, esplorabile liberamente con una visuale in soggettiva. I vari materiali, indicati dalle rudimentali texture applicate ai blocchi, potevano essere usati come mattoncini di LEGO digitale, permettendo ai giocatori di costruire castelli, case, o anche “installazioni di pixel art” e stranezze varie. Il potenziale c’era, e Notch decise di puntare tutto sulla sua creatura, mollando il suo “vero” lavoro e concentrandosi solo su Minecraft. Mano a mano che la community si allargava, lui fixava bug, implementava funzioni, ritoccava i parametri del game design… e il gioco progrediva, come una creatura viva, regalando ai suoi utenti l’esperienza unica di sperimentare con un mondo digitale in continua evoluzione, con nuove regole e funzioni capaci di spuntare (o sparire) senza preavviso.
UN PO’ DI STORIA
Lo sviluppo del gioco procedeva su vari binari paralleli, con Notch che lavorava via via a diverse modalità. Inizialmente l’attenzione dei giocatori si concentrava sul Creative Mode (oggi noto come Minecraft Classic, disponibile gratuitamente), nel quale ci si limitava a costruire senza limitazioni e pericoli. Successivamente, molti si spostarono su una modalità più sperimentale, definita Survival: bisognava sì costruire, ma le risorse andavano trovate ed estratte, evitando i pericoli portati dalla notte.
Dopo la fase Indev e la fase Infdev, Minecraft è finalmente entrato in Alpha, eleggendo a sua unica modalità proprio la Survival e archiviando il Creative Mode. La popolarità del gioco stava montando rapidamente, e Notch decise di vendere l’accesso alla versione Alpha per poco più di nove euro, finanziando così lo sviluppo e promettendo ai suoi supporter tutti gli aggiornamenti futuri.
Da qui in poi è stata una gloriosa cavalcata di successi: la sopravvivenza e la ricerca delle risorse aggiungevano un nuovo livello di spessore alla giocabilità, rendendo Minecraft una vera e propria droga digitale, che si diffondeva a macchia d’olio grazie al passaparola dei nerd, valicando i confini dei classici giochini indie e arrivando a ottenere un livello di attenzione da fare invidia alle produzioni a tripla A. E il bello è che, mentre centinaia di migliaia di utenti “compravano” la licenza, trasformando Minecraft in una “miniera” d’oro, Notch continuava ad aggiungere funzioni, come un raffinato sistema di crafting, sofisticati algoritmi per la generazione dei paesaggi e addirittura un risorsa rara con la quale costruire circuiti per comandare porte, trappole, o persino rudimentali computer.
Minecraft iniziava a non avere più confini, e a ridefinire il concetto stesso di sandbox e di giocabilità aperta. C’è chi si diverte a costruire grandi opere architettoniche, chi si improvvisa minatore e scava fino al centro della Terra, o anche solo chi si diverte a costruire una barca per esplorare lo splendido mondo procedurale, la cui coerenza estetica lo rende bello e poetico in barba alla sua natura pixellosa e cubettosa.
UN PO’ DI FUTURO
Oggi, come dicevamo, è un gran giorno, perché Minecraft è finalmente entrato in fase beta, ed è scaricabile senza sovrapprezzi da chiunque abbia comprato l’alpha (i nuovi arrivati, invece, dovranno sborsare 14,95 €). Cosa comporta? Tanto per cominciare, a parte la minor quantità di bug, Notch ha implementato alcuni aiuti per guidare il giocatore durante le prime fasi della partita. In passato, infatti, non c’erano istruzioni o tutorial, e bisognava affidarsi al sapere condiviso dai veterani sul sito wiki e sui forum ufficiali. La più grande novità, però, riguarda il multiplayer survival, che di fatto è stato portato allo stesso livello di sviluppo del singl
e player (durante la alpha c’erano bug a tutto andare, e molte delle funzioni base si comportavano in maniera anomala).
Con pochi clic è oggi possibile tirare su un server e condividere con i propri amici il brivido della sopravvivenza, dividendosi i compiti e collaborando per costruire ambiziosi palazzi e combattere i mostri che “spawnano” di notte. Tutto qui? Non è mica poco, e in ogni caso il futuro ci riserva altre sorprese.
Minecraft è ancora in fieri, ancora imprevedibile, ancora aperto a nuove funzioni. Per esempio, oggi Notch ha espresso tramite il suo blog il desiderio di aggiungere un nuovo mostro in tempo per il Natale o – se non altro – di viziare i suoi fan con una piccola chicca per il 25 Dicembre.
Minecraft è un’emozione costante, e ci ha riportato a quei magici tempi in cui il PC era una macchina selvaggia, misteriosa, capace di stupire e di catturare la nostra immaginazione con un misero floppy disk e un 486 DX con 4 MB di RAM. È il bello della scena indie, libera dalle dinamiche economiche delle grandi software e mossa interamente dalla passione. Se vi piace videogiocare su PC e siete stufi di sparare a random in FPS fotocopia, scaricate Minecraft e non ve ne pentirete: scoprirete un gioco meraviglioso, capace di adattarsi al vostro stile come un vestito su misura, e contribuirete alla creazione di un futuro migliore per il nostro amato hobby.