Andrea è ricco, viziato, nullafacente, vive con larghezza dissipando in divertimenti e droghe il generoso assegno che gli versa la ricca e inavvicinabile genitrice…
Regia: Silvio Muccino
Cast: Silvio Muccino, Isabella Ragonese, Michael Rainey, Greta Scacchi
Distribuzione: Universal
Andrea è ricco, viziato, nullafacente, vive con larghezza dissipando in divertimenti e droghe il generoso assegno che gli versa la ricca e inavvicinabile genitrice, algida lady alto borghese stile Luca Guadagnino. È circondato da amici di cui non gli importa nulla, più oziosi e inutili di lui, ed ha una ragazza, Livia, anche lei in deriva causa guasti educativi, con disturbi alimentari, annoiata e oziosa come lui. Un giorno riceve una lettera dal padre, che aveva abbandonato la famiglia da più di vent’anni, devastandolo affettivamente. E’ in Kenya, morente. Per chiudere i conti Andrea parte e là, catapultato da poche, semplici ore di volo in un altro mondo, scopre di avere un fratellastro, un bambino di circa otto anni, di cui il padre lo ha nominato tutore, in caso di sua scomparsa. Traboccante collera e risentimento, il ragazzo si trova costretto ad occuparsi del piccino, e dopo qualche vano tentativo di piazzarlo a parenti o istituti, impulsivamente se lo riporta a Roma. Ma il mestiere di genitore è arduo e stancante anche se ricercato con coscienza e maturità. Andrea non riesca a improvvisarsi di colpo adulto e responsabile e la sua pacificazione col bambino è ben lontana. Né lo aiuta la compagna, anche lei immatura ed egoista, e certo non lo comprendono i superficiali amici di sempre. Dopo una serie infinita di errori, Andrea scoprirà che un altro modo di vivere, un altro mondo, è a portata di mano e non richiede spostamenti di continente, ma progressivi mutamenti dentro se stesso.
La storia, tratta dal romanzo di Carla Vangelista, raccontata così potrebbe sembrare peggiore di quanto risulta poi sullo schermo, pur gravata da inevitabile retorica e dialoghi spesso letterari, stipati di “Verità Significative”. È certamente una storia intimista e di buoni sentimenti, nella quale non sarà tanto l’on the road africano a maturare il protagonista, ma lo farà il percorso interiore che affronterà a casa, a Roma, che lavorerà sui sentimenti e sulla sua capacità di elaborare il proprio vissuto e passare oltre (oltre cadaveri materiali oltre che psicologici). Ma il prodotto finale è dignitose e questo accade grazie alla regia di Silvio Muccino, molto più professionale che in Parlami d’amore, che risale a tre anni fa, anni che evidentemente il giovane Silvio (28 anni) ha messo bene a frutto, impegnandosi anche a migliorare come interprete. Al suo fianco tre donne, diversamente importanti, la madre Greta Scacchi, la volontaria in Africa Maya Sansa e l’amata Isabella Ragonese. Il piccolo Charlie è interpretato da Michael Rainey, scoperto da Muccino grazie ad un video di Tiziano Ferro. Bella colonna sonora originale di Stefano Arnaldi e bella scelta di brani d’accompagnamento, fra cui spicca The Secret Garden, di Bruce Springsteen, autore che molto raramente concede canzoni per film.