MicroBot – La Recensione

Cosa succede quando una piccola astronave miniaturizzata si fa una gita nelle vene di un essere umano? [Review]

I più anzianotti di voi si ricorderanno certamente un vecchio film del 1987 dove Dennis Quaid viene miniaturizzato e sparato con una siringa all’interno di un inconsapevole Martin Short. Il lungometraggio in questione (che vedeva tra i protagonisti anche una splendida Meg Ryan prima dei ritocchi plastici dell’ultimo decennio) si chiamava Salto nel Buio, che è un po’ quello che – alla fine della fiera – hanno fatto anche i programmatori di Naked Sky Entertainment con questo MicroBot, ovvero un tentativo un po’ alla cieca di portare la struttura di un twin-stick shooter in un ambente ovattato fatto di globuli rossi, plasma sanguigno e batteri assortiti. Per chi non lo sapesse, un twin-stick shooter è uno shoot’em up in cui si utilizzano in coppa le levette analogiche del joypad, così da muoversi con quella di sinistra e sparare (anche in una direzione diversa da quella del moto) con quella di destra. Se avete presente come funzionano Geometry Wars o Super Stardust HD siete già sulla buona strada per capire anche le dinamiche di MicroBot.

La storia, che in un prodotto come questo è totalmente accessoria, racconta di come piccoli robottini miniaturizzati siano stati progettati e iniettati in un corpo per aiutarlo a difendersi dalle avversità batteriche. Purtroppo, questa simpatica colonia di antibiotici metallici ha deciso di agire autonomamente, prendendo possesso del fisico del malcapitato e trasformandosi da cura a cancro da debellare. Il nostro compito, manco a dirlo, è proprio quello di controllare una micro-navicella che dovrà essere condotta lungo una ventina di livelli (suddivisi in cinque settori distinti), fino alla soluzione finale.

La struttura di MicroBot è quanto di più lineare ci si possa attendere. Non esiste nessun tipo di esplorazione dell’ambiente (se non in piccolissime dosi) e, anzi, al giocatore è richiesto di percorrere un’infilata di vene e arterie e ripulire completamente lo scenario dagli ospiti indesiderati che si trovano lungo il cammino. Se il primo impatto con MicroBot è positivo, soprattutto grazie a un ambiente ovattato e tutto sommato abbastanza originale, già dopo un’oretta ci si accorge di come ci siano alcune cose che proprio non funzionano.
Tanto per cominciare, i livelli alternano momenti di nulla assoluto (in cui si percorrono vasi sanguigni senza fare pressoché niente) ad altri dove i batteri intasano completamente lo schermo. Le fasi di azione non sarebbero nemmeno male, se non fosse che ogni tanto tocca avere a che fare con nemici invisibili che non ti aspetti, ovvero parti di scenario che di tanto in tanto coprono impunemente la visuale o correnti sanguigne che impediscono il normale controllo del nostro mezzo. Si tratta di scelte di design non propriamente azzeccate, alle quali si aggiunge una disequilibrata possibilità di upgradare la nostra mini-astronave, visto che le componenti acquistabili cominciano a diventare efficienti solo quando si è in prossimità della fine del gioco. Oltretutto, alcuni tipi di armi funzionano bene solo contro alcuni nemici e molto male contro altri, il che potrebbe avere un senso tattico se MicroBot proponesse ondate uniformi di batteri metallici assortiti invece di mix disomogenei. Via via che si ripuliscono i livelli, insomma, c’è un po’ la sensazione di trovarsi di fronte a un’occasione persa, visto che, con alcune accortezze e un po’ di testing in più, la qualità generale avrebbe potuto toccare vette differenti.

E invece, MicroBot ha un suo parziale senso solo se giocato in coppia, visto che è previsto una sorta di multiplayer co-op locale che abbassa la difficoltà generale, soprattutto nei momenti di confusione che copiosamente si presentano mano a mano che si prosegue nell’avventura.
Ad aggiungere un pochino di qualità interviene una colonna sonora che, oltre a non essere invasiva, propone tracce piacevoli e in linea col contesto. Di certo, però, la sola bontà del comparto audio non è sufficiente a promuovere il titolo di Naked Sky Entertainment, che resta un prodotto insufficiente da qualsiasi parte lo si guardi. Peccato, perché noi di GamesVillage.it in MicroBot ci abbiamo creduto fino alla fine…