L’ultimo capitolo del nuovo lavoro di IO Interactive dedicato all’Agente 47 è arrivato. E questa fine ha, purtroppo, un sapore amaro, sebbene lo sia per ragioni tutt’altro che negative. Dopo una mid-season tiepidina infatti, gli ultimi due capitoli della serie ci avevano abituati a standard di gioco decisamente elevati e, inoltre, a quanto sembra, gli intrighi e i tradimenti venuti di recenti non erano altro che la punta di un iceberg la cui base è ben nascosta nei fondali dello spionaggio internazionale. Senza addentrarci troppo in una trama che fino a poco fa era solo un pretesto, c’è da dire che IO Interactive ha fatto un ottimo lavoro nel cercare di trasformare un titolo sandbox come questo Hitman in una vera e propria serie, di cui Situts Inversus è soltanto il finale della prima stagione e la cui cutscene conclusiva ci lascia con un interessante colpo di scena (che non vi sveleremo, tranquilli). Ma veniamo a noi e concentriamoci sulla location di Hokkaido.
CULTURA GIAPPONESE E LUSSO SFRENATO
A livello estetico e strutturale, in termini di location e di mappa, Hokkaido è certamente uno dei punti più alti di tutta la prima stagione di Hitman. Questa nostra ultima missione si svolge infatti in una meravigliosa struttura ospedaliera situata sul fianco di una montagna a ridosso della città giapponese. A differenza di quanto visto nell’ambasciata Svedese di Marrakesh, nell’esclusivo ospedale di Gama si alternano interni ultramoderni e asettici (tipici delle strutture ipertecnologiche) a caldi e accoglienti ambienti arredati nel classico stile giapponese. Così come le sale operatorie hanno pareti di vetro e metallo lucidi, così le camere dei pazienti, il ristorante, la sauna e molti degli ambienti comuni rispecchiano perfettamente il concetto di lusso giapponese, caratterizzati da legno scuro, alternato a pietra nera e drappeggi dai colori caldi. Inoltre, l’intera location è monitorata centralmente da un’intelligenza artificiale che gestisce gli accessi ai diversi settori in modo del tutto automatico attraverso il riconoscimento di particolari chip presenti nell’abbigliamento degli ospiti. In poche parole, l’approccio stealth basato interamente sulla furtività adoperato in Colorado, qui sarà completamente inutile. Ma non lasciatevi trarre in inganno perché il numero di guardie nettamente inferiore non si traduce in un abbassamento del livello di difficoltà, anzi.
[quotedx]Hokkaido è certamente uno dei punti più alti di tutta la prima stagione di Hitman[/quotedx]
In Situs Iversus i nostri due obiettivi principali saranno Erich Soders (nome noto a chi ha già affrontato i precedenti capitoli), membro del direttivo della ICA e il suo stilosissimo avvocato giapponese Yuki Yamazuki. Tralasciando i motivi che ci spingono ad uccidere “uno dei nostri”, l’Agente 47 potrà sfruttare diverse opportunità per uccidere l’ex agente segreto: l’uomo si trova nella struttura a causa di un delicato intervento di trapianto di cuore che lo renderà facile preda. Alle classiche tattiche di omicidio a cui Hitman ci ha abituato (annegamento, soffocamento, avvelenamento e molte altre), in Situs Inversus il giocatore avrà la possibilità di sfruttare opportunità del tutto nuove, create appositamente per sfruttare la particolare situazione medica in modo divertente e creativo, perfettamente in linea con alcuni dei momenti più divertenti dell’intera stagione. Particolarmente gradita è stata la chicca autocelebrativa, legata ad una opportunità esplorata dal giocatore nell’episodio di Parigi e relativa ad un noto fotomodello dalla testa pelata. Niente alci che cadono dal soffitto dunque o insormontabili complessi di Edipo, ma opportunità altrettanto interessanti che rendono la prima run di questo episodio una continua scelta tra quale sfida sia la più interessante da provare per prima. Infatti il suggerimento che diamo è, ancora una volta, quello di testare le tattiche offerte da IO Interactive prima di lanciarsi nell’esplorazione della struttura ospedaliera la cui mappa e il cui numero ridotto di PNG rendono più complesso il libero girovagare rispetto al passato. Stesso discorso può essere applicato alla giovane avvocatessa che, sebbene non mostri vulnerabilità in termini di salute fisica potrà essere attirata in trappola grazie ad uno studio attendo delle sue abitudini. È importante sottolineare inoltre che l’Agente 47 viene dotato a inizio missione di una copertura che gli permette di esplorare la maggior parte degli ambienti comuni accessibili ai pazienti del Gama senza incappare in PNG sospettosi, facilitando così la possibilità di procurarsi l’equipaggiamento necessario a svolgere la missione.
Una piccola considerazione a parte va fatta in merito alla trama, rappresentata e narrata quasi esclusivamente nelle cutscene. Sebbene nelle recensioni passate io abbia evidenziato più volte come la componente narrativa sia puramente accessoria in questo Hitman, mi sento di dover dire che in questi ultimi tre episodi, attraverso pochi elementi, i ragazzi di IO Interactive sono stati capaci di creare un discreto livello di coinvolgimento, affiancando una classica trama di tradimenti e segreti organi sovranazionali con il misterioso passato del protagonista. Affermando ciò, non voglio dare troppa importanza ad una componente che, in fin dei conti, non è fondamentale per poter godere dell’ottimo gameplay proposto dal gioco, ma trovo importante sottolineare che questo pizzico di sale ha reso la “minestra” ancor più saporita.