Homefront – Anteprima multiplayer hands-on PC/PS3/Xbox 360

Gli sparatutto in soggettiva online iniziano a essere ripetitivi, Homefront ha una soluzione al problema, e GamesVillage l’ha provata sulla sua pelle.

Quanti sparatutto in soggettiva ci sono, sul mercato? Troppi. E quanti, di questi, propongono scenari ispirati a conflitti realistici o realmente esistenti? Troppissimi. Il nostro non è un parere da snob annoiati, bensì uno schiacciante dato di fatto: persino il più accanito degli appassionati non ha modo di giocare a tutti gli FPS che escono ogni anno, trovandosi spesso costretto a saltare titoli validi e interessanti. C’è un gruppo in fuga, formato dai soliti Call of Duty, Battlefield, e dal redivivo Medal of Honor (senza contare, ovviamente, il ramo fantascientifico capitanato da Halo), e una marea di inseguitori, più o meno interessanti, che fanno a cazzotti per qualche ora della nostra attenzione. Homefront è proprio uno di questi inseguitori, e come tale deve affrontare una serie di problematiche che il COD medio può bellamente ignorare. Ma chi è? Che gioco è? È il solito gioco marrone senza arte né parte? E così via. THQ, dunque, ha deciso di puntare su un approccio piuttosto originale, proponendo un conflitto fittizio ma credibile, e puntando tutto su un affollato multiplayer per 32 giocatori.

TIÉ!
La leggenda narra che Kim Jong Il, leader coreano, abbia letto una notizia su GamesVillage e si sia prodotto in un barbarico “tié”, toccandosi i gioielli di famiglia e preparando una dichiarazione di guerra a THQ. La trama di Homefront, infatti, inizia con la morte di quel birbante di Kim (qua non si fa politica, quindi “birbante” è più che sufficiente), nel 2012, seguita dall’ascesa al potere di suo figlio, il quale nel giro di pochi anni unifica le Coree e conquista buona parte dell’Asia. Poi, dopo aver messo in ginocchio l’economia statunitense, controllando i prezzi del petrolio, scaglia un attacco elettromagnetico via satellite, conquistando buona parte dell’America entro il 2027.

UN PASSO INDIETRO
Mentre la campagna in singolo ci vedrà negli scomodi panni della resistenza, il multiplayer ci calerà nel clou del conflitto, nel 2025, quando enormi battaglie in campo aperto impazzavano per tutti gli Stati Uniti. Una simile premessa è la scusa perfetta per un’elaborata modalità multiplayer per 32 giocatori, pensata nel dettaglio per regalare un’esperienza unica e fuori dal coro. Avere così tanti esseri senzienti nella stessa partita, infatti, può essere caotico, specie nel mondo delle console, e richiede dunque un game design regolato di conseguenza. Vi immaginate 32 “bimbiminkia” che corrono a caso per un livello, come se stessero giocando a Halo 2? Ecco.

Per risolvere il problema, gli sviluppatori di Homefront hanno dato vita a un solido sistema di obiettivi e punti battaglia, pensato per guidare anche i principianti a un comportamento consapevole e socialmente utile in ogni singola partita. Il discorso degli obiettivi è semplice: le mappe hanno luoghi da conquistare e difendere (che tra l’altro cambiano gradualmente, permettendo di esplorare diverse zone della mappa), e chiunque aiuti a espugnarli o a controllarli otterrà gratificazioni in termini di gioco.

PUNTI BATTAGLIA
Che gratificazioni? Un viaggio premio alle Canarie? Una notte di fuoco con due Scarlett Johansson gemelle e ninfomani (con una spiccata passione per i nerd degli FPS)? Molto meglio. Punti battaglia! Punti che verranno guadagnati nel corso della partita, che potranno essere spesi per comprare armi, veicoli e aiuti tattici. Con 50 punti si compra un lanciarazzi, con 300 un drone aereo per disturbare i nemici senza esporsi al loro fuoco, e con 800 un bel carro armato, superato solo dall’elicottero d’assalto (1300 punti, con Mastercard). Si tratta di risorse fondamentali, il cui acquisto crea un’interessante economia interna a ogni partita. C’è chi spenderà tutto subito, per avere costantemente un piccolo vantaggio, o chi risparmierà per scatenare la potenza di fuoco degli elementi più costosi. E non solo!

Gli scontri vedono un costante crescendo di intensità, dovuto all’inevitabile accumulo di punti verso gli ultimi minuti del match. L’idea è semplice, ma funzionale, anche perché ogni azione utile alla squadra comporta un guadagno in punti. Oltre alle uccisioni e alla conquista degli obiettivi, infatti, saranno premiati comportamenti utili come l’avvistamento dei nemici (tramite i droni spia) o la difesa delle posizioni già prese. A questo, naturalmente, si aggiunge un classico sistema di sblocchi e punti esperienza (indipendenti dai punti battaglia), e una valida selezione di mappe abbastanza spaziose da ospitare agevolmente 32 giocatori.

Se il bilanciamento delle armi e i rapporti di potenza tra i veicoli sarà regolato a dovere, Homefront si rivelerà una piacevole sorpresa per tutti gli appassionati del genere. Quelli disposti ad abbandonare il gruppo in fuga, s’intende!