Max Payne 3 – Speciale Multiplayer

Dopo la recensione e la videorecensione di Max Payne 3, è tempo di mettere mano alla componente multiplayer. Avete fatto scorta di proiettili?

Che Rockstar voglia porre una maggiore attenzione in merito alla questione dell’online, è cosa ormai assodata: del resto la creazione del famoso Social Club ha rappresentato un vero e proprio punto di svolta per tutto l’ecosistema che gravita intorno a questo sviluppatore. A partire da GTA IV, sono stati fatti numerosi sforzi per portare l’esperienza multiplayer a un nuovo livello, cosa che con Max Payne 3 risulta particolarmente evidente. Non si vive più di solo single player, questo ormai lo hanno capito pure i sassi, ma non si può nemmeno tirare fuori una modalità online così, tanto per fare, o la gente finirà per sentirsi presa in giro tanto da rifiutarsi di acquistare il gioco. Tanti, troppi titoli visti in questi ultimi anni sono stati caratterizzati da mediocri (a essere buoni) sezioni MP, evidentemente raffazzonate e prodotte con scarso entusiasmo, probabilmente più sulla spinta del reparto marketing che per una vera e propria volontà del team di sviluppo.

Per fortuna Max Payne 3 non rientra in questo caso e, anzi, segna la precisa volontà di Rockstar nel voler elevare ulteriormente questo aspetto attraverso la fondazione delle Crew. Questa variante del concetto di “gilde”, permette a chiunque di dar vita con estrema facilità a un team, che può vantare uno stemma (anche disegnato con un editor via web) e un nickname di massimo quattro lettere, che apparirà poi di fianco al nome di ogni componente. Al momento esistono Crew con migliaia di membri all’attivo (come i Payne Killers o i Red Dead Rustlers), ma ciò non di meno la maggior parte risultano composte da poche centinaia se non decine (o ancora meno) di individui, suddivisi per livello e punti esperienza raggiunti (vi sono quattro categorie in merito, che vanno da bronzo a platino). Max Payne 3 fortunatamente è estremamente democratico e permette a chiunque di iniziare una carriera da criminale senza per questo essere il più grande killer virtuale di tutti i tempi.

C’è tanto pulp anche nel multiplayer, che credevate?

È interessante notare che ai neofiti o ai “giocatori della domenica” viene data una corsia preferenziale d’accesso, poiché Max Payne 3 permette di scegliere se giocare in modalità mira semi-assistita o completamente manuale, differenziando nel contempo i server e quindi il livello di preparazione degli altri giocatori. Anche se le modalità di gioco rimangono sempre le stesse, l’approccio è differenziato a seconda delle vostre capacità: se siete alle prime armi e vi occorrono XP per salire in fretta di livello, troverete quel che cercate nei deathmatch (a squadre o tutti contro tutti) dedicati alle reclute, per poi passare a quelli standard e infine approdare (dopo ben 5000 uccisioni) a quelli hardcore. Insomma si va per gradi, il che è una bella cosa, perché non vi fa sentire dei completi incapaci come capita in altri giochi, dove prima di diventare vagamente competitivi tocca morire almeno un migliaio di volte…

I DM appena citati si differenziano inoltre per la quantità di giocatori gestiti, che possono essere otto o sedici, con le mappe che variano per grandezza e complessità in modo da assecondarne il numero. Non mancano nemmeno delle modalità diverse dal solito, come quella detta Payne Killer, dove è possibile interpretare uno dei protagonisti del gioco (come lo stesso Max Payne), cercando di resistere all’assalto dei restanti giocatori. Ben riuscita e molto appassionante anche la sezione Guerriglia: suddivisa in cinque round, vede uno dei team difendere il proprio territorio dagli assalti della gang nemica, proteggendo punti chiave e altre obiettivi annunciati all’inizio di ogni scontro.

Proprio come nel single player esistono poi le Sgobbate, ovvero obiettivi da portare a termine che conferiscono nuove abilità, punti XP e soldi, da investire poi nell’acquisto degli Innesti, i perk da inserire in uno dei cinque slot disponibili (non tutti subito, ovviamente). Non mancano neppure classi come soldato, spia, trafficante, sentinella, etc., ma ha un dato momento vi viene concessa la facoltà di creare un personaggio completamente custom, con le armi e l’aspetto che più vi aggrada (anche se l’editor non permette poi così tante varianti sul tema).

I rossi sono caduti in un’imboscata e non hanno vie di fuga. Babbei!

Non c’è niente da dire, la componente online di Max Payne 3 funziona in maniera davvero egregia ed è quasi un miracolo di questi tempi, considerando che spesso e volentieri ben noti blasoni del genere arrivano sul mercato incompleti, buggatissimi, con server irraggiungibili, continui blocchi e chi più ne ha, più ne metta. E magari servono mesi di patch prima di riuscire ad avere l’esperienza di gioco promessa. Ecco… tutto questo non accade nella produzione Rockstar, che funziona come una macchina ben oliata, non crasha mai, non ha problemi di lag e permette a chiunque di godersi delle sacrosante sparatorie senza per questo sentirsi costantemente frustrato dalla propria “niubbaggine” o dagli errori di programmazione.

Non dimentichiamo poi che potrete portare i progressi della vostra Crew direttamente nel futuro GTA V, cosa che apre le porte a una fidelizzazione mica male, mai sperimentata fino a oggi. Rockstar insomma ha fatto un gran lavoro e non si è certo limitata al compitino a casa, realizzando un prodotto davvero completo sotto tutti i punti di vista.