Le luci di Hong Kong riusciranno a oscurare quelle di Liberty City?
La vita è strana. Prendiamo il caso di Sleeping Dogs, passato da promettente progetto nelle mani
di un colosso come Activision Blizzard, con il titolo di True Crime: Hong Kong, fino al baratro della cancellazione, il tutto in sei mesi di traversie culminati nel salvataggio in extremis compiuto da Square Enix. Poi eccolo ricomparire, con un nome nuovo di zecca, Sleeping Dogs appunto, e qualche cambiamento qua e là, ma con la medesima struttura di gioco bocciata dai vertici di Activision Blizzard. A giudicare dalle vendite (per due settimane è stato al vertice della chart inglese, mercato nel quale è comparso a metà agosto), probabilmente, True Crime: Hong Kong tanto scarso non era… Polemiche a parte, Sleeping Dogs si pone come un nuovo esponente del genere free-roaming, e vi metterà nei panni di un agente infiltrato nelle famigerate triadi di Hong Kong, alle prese con il solito dilemma morale: poliziotto buono o cattivo?Il modello di guida è un puro arcade.
La storia raccontata da United Front Games ricalca il canovaccio di alcuni apprezzati film, come l’intera trilogia di Infernal Affairs, Hard Boiled, di John Woo e Donnie Brasco (c’è anche gente, tra le mura redazionali, che continua a puntare il dito su The Departed, per il poliziotto sotto copertura, e su l’Anno del Dragone, pur se ambientato negli Stati Uniti). Wei Shen, il protagonista, è un poliziotto che viene “spedito” in prigione per entrare nel giro della malavita. Al fine di guadagnare la fiducia incondizionata dei boss locali, Shen è costretto a compiere una serie di missioni decisamente crude e a comportarsi come uno spietato criminale. Mentre porta avanti questo compito, tuttavia, il nostro eroe ha anche la possibilità (o l’obbligo, se preferite) di completare alcuni casi più classici, per mandare dietro le sbarre delinquenti vicini agli intrighi della triade. Nello sviluppo del proprio personaggio, infatti, Sleeping Dogs prevede due distinti percorsi, con una doppia biforcazione ognuno, che consentono di sviluppare e assegnare Punti Esperienza Triade e Punti Esperienza Poliziotto. Ognuno di questi due rami dà accesso ad abilità uniche, come quella di disarmare un criminale, attivare una sorta di modalità Bullet Time quando si scivola sul cofano di un’auto e altro ancora. Il lato oscuro di Wei, invece, viene ricompensato con tecniche di combattimento da strada e cosucce carine che danno molta più soddisfazione sotto il profilo “fisico”.
Questo dualismo, che vede Shen in perenne lotta tra l’essere il buono o il cattivo di turno, viene portato avanti per tutto il gioco, e mette di fronte a un dilemma morale che spinge a chiedersi se sia vero che il fine giustifica i mezzi. La risposta, naturalmente, spetterà soltanto a voi. E a diversi blocchi messi lì dagli sviluppatori.
QUANDO C’ERA LA TRIADE…
Gli eventi di Sleeping Dogs si dipanano in modo lineare e il giocatore porta a termine missioni sia dalla parte “buona”, sia da quella “cattiva”, come dicevamo. La sceneggiatura, sia chiaro, non vincerà alcuna statuetta d’oro per l’originalità, ma riesce comunque a garantire azione in quantità e, soprattutto, a coinvolgere con un sorprendente crescendo. Esplorando Hong Kong in lungo e in largo, scegliendo di volta in volta l’incarico più adatto, il divertimento è assicurato. Merito della quest line principale, che impegna per circa dodici ore, e, soprattutto, delle molte quest secondarie, che danno un bel po’ di sale in più alla pietanza. Oltre al massacrare delinquenti e far arrestare criminali, Wei può dilettarsi con il karaoke, che propone un minigame che scimmiotta i titoli realmente dedicati al canto (è necessario spostare il cursore su un pentagramma, seguendo la linea melodica. Uno scherzetto, per chi ha il pollice opponibile), facendo shopping (capi d’abbigliamento, auto e altro ancora) oppure piazzando qualche scommessa sui combattimenti dei galli. Non possono mancare le classiche “romance”, che i meno anglofoni tradurrebbero con un poco romantico e vetusto “incontri galanti”. Oltre alle succitate attività, il nostro alter ego può cimentarsi in corse clandestine, oppure lanciarsi negli emozionanti inseguimenti di pericolosi criminali. Queste ultime due possibilità aprono la strada al discorso sul modello di guida, arcade fino all’osso, con tanto di tasto per speronare gli avversari messo a disposizione di tutti i piloti della domenica. Non ci aspettavamo niente di diverso, e dobbiamo dire che tutto pare funzionare per il meglio, anche se un neo c’è, ed è fastidioso. Superato il fatto che Hong Kong è come Londra, ossia ha la guida nel lato opposto al nostro, le auto si controllano che è un piacere, a prescindere dalla cilindrata. Il problema sorge quando si sale a bordo di una motocicletta: quella fornita all’inizio è semplice da padroneggiare e risponde bene ai comandi, ma quando si sale su una due ruote più dotata, cominciano i dolori, che si traducono in curve imprecise o botti a là Burnout. In altre parole, prendente la macchina, che è meglio, come direbbe Puffo Quattrocchi.
Il sistema di combattimento è davvero ottimo.
SPARATORIE COME SE NON CI FOSSE UN DOMANI
In un gioco d’azione qual è Sleeping Dogs, non possono mancare furiosi corpo a corpo e frenetiche sparatorie. Il sistema di combattimento, per gli scontri a mani nude o all’arma bianca, pare preso di peso dalla serie Batman, di Rocksteady Studio, e si basa sul tempismo, sulle combo e sulla capacità di parare i colpi avversari premendo il bottone giusto al momento corretto. Questo, in parole povere, significa che sono esaltanti, soprattutto per la facoltà di sfruttare elementi ambientali quali saracinesche, portiere, finestre e altro ancora al fine di mettere fine velocemente alla vita dei nemici. La difficoltà, inoltre, non è mai eccessiva. Merito del continuo allenamento di Wei Shen e di alcune scelte dei programmatori, come quella di permettere di apprendere/migliorare le tecniche di combattimento recandosi in una palestra di arti marziali dopo aver raccolto delle statue sparse per la mappa, oppure di recuperare energia tramite l’assunzione di cibo, che dà anche bonus di varia natura, tutti a tempo.
Per quanto riguarda le sparatorie, invece, va segnalato qualche sporadico problemino nell’agganciamento dei bersagli, ma sono adrenaliniche e danno la giusta soddisfazione ogni volta che si mette a segno un headshot.
È TUTTO ORO QUEL CHE LUCCICA?
Sleeping Dogs non è totalmente esente da pecche. La longevità, se confrontata con quella di altri esponenti del genere free-roaming, non è straordinaria: ci si aggira, come detto, attorno alla dozzina d’ore per la quest principale, che raddoppiano affrontando le quest secondarie (se pensate che in GTA IV c’era un achievement per completare – andando di fretta – la missione principale in meno di trenta ore, capirete perché parliamo di “brevità”). A ci&o
grave; si aggiungono la linearità nello sviluppo della trama e la libertà nell’evoluzione morale del protagonista, solo accennata e bloccata da alcune scelte degli stessi game designer. Certi personaggi, poi, avrebbero meritato una caratterizzazione migliore e un maggior approfondimento.
Il comparto grafico, nonostante l’ottima riproduzione di una Hong Kong vitale e coloratissima, è un po’ datato per gli standard del 2012, sia per quanto riguarda modelli poligonali e texture, sia per il frame rate instabile.