Xbox One e PlayStation 4: una console war a colpi di titani e figliastri – Prima Parte

Lo scorso novembre, quando Xbox One e PlayStation 4 sono arrivate sul mercato, è cominciata una nuova guerra (se pensate che questo termine sia stato scelto a cuor leggero o suoni un tantino esagerato, forse non frequentate un forum di videogiochi). Dopo aver letto teorie, ascoltato voci di corridoio e visto un sacco di video che dimostravano tutto e niente, chiunque ha avuto l’opportunità di toccare con mano la tanto attesa next-gen.
Da quel momento, e solo perché manca ancora un po’ ai Mondiali, sui forum e sui social sono spariti i commissari tecnici e sono spuntati un sacco di fanboy. Che hanno fatto esplodere, con più vigore che mai, la console war.
Al grido di “il mio One è la cosa migliore che sia capitata al mondo dopo il rigore di Grosso, nel 2006”, o “PlayStation può curare i malati”, sono stati vomitati dappertutto gozziliardi di caratteri atti a prendere le parti di questa o di quella fazione.

Campionato del Mondo Germania 2006
Siamo sopra e manca un minuto!

Esattamente come quando si parla di calcio e di politica, tuttavia, non c’è speranza di vedere una delle due “gang” deporre le armi. Non sono così pazzo da credere che un fanboy ammetta una (inutile) supremazia della rivale, ma certi atteggiamenti, ogni tanto, ti convincono che una bella apocalisse zombie per resettare l’umanità sarebbe da salutare con gioia. Il problema è che le apocalissi zombie non esistono, quindi c’è da mettersi l’anima in pace per provare a convivere con il fanboysmo. E come si può fare? Le strade sono due: o te ne freghi, ma così perdi il gusto della chiacchiera, o cerchi di essere oggettivo (che no, non è un optional per chi fa questo lavoro), cercando di non dimenticarti mai che le console hanno uno scopo e uno soltanto: quello di divertire.

L’apocalisse zombie non esiste. Mettetevi il cuore in pace.
L’apocalisse zombie non esiste. Mettetevi il cuore in pace.

A qualche mese di distanza dalla loro uscita ufficiale, quindi, abbiamo pensato che fosse giunto il momento di fare un po’ il punto della situazione sui primi mesi di vita di One e PS4. Perché ora? Semplice, finalmente si sono visti gli ultimi due pesi massimi che aspettavamo. Titanfall da una parte e inFAMOUS: Second Son dall’altra, hanno portato un po’ di gioia ai possessori delle rispettive piattaforme. Ma non per la qualità dei giochi in sé. No, semplicemente perché così ci sono nuove armi per combattere.
Prima di continuare, però, concedetemi due premesse. La prima: lo stile che abbiamo scelto per condurre questo confronto parte dal “passato” e prova a raccontare il presente. Nessuna previsione: solo fatti e considerazioni su quanto visto sino a oggi. Se vi va di chiacchierarne con noi potete farlo usando i commenti qui sotto, il forum, i social (sarebbe preferibile evitare lo stalking, tuttavia).
La seconda premessa, invece, ve la devo per una questione di trasparenza, esattamente come quando si parla di pallone ricordo al mio interlocutore di essere bianconero fino al midollo: lasciando stare le questioni professionali, per buona parte della scorsa generazione mi sono sempre trovato più a mio agio con la console di Redmond. Migliore il pad, migliori i servizi online, migliori, spesso, le versioni dei giochi multipiattaforma (confinando il discorso alle console, ovviamente). La mia bandierina, dal momento dell’annuncio delle rispettive interpretazioni “next-gen”, è sempre stata colorata del verde di Microsoft. Terminate le presentazioni, è giunto il momento di cominciare la prima delle tre parti che comporranno questo confronto.

 

LIVE VS PSN
E alla fine arriva Plus

Live Vs PSN
Xbox Live, per un videogiocatore, è stato, è e sarà un servizio praticamente irrinunciabile. Nella scorsa generazione, avere una 360 non connessa significava avere mezza console, o forse meno. La scelta di Microsoft è sempre stata chiara: se volete un multiplayer online di qualità, è necessario che lo paghiate. Il discorso non fa una grinza e gli ultimi otto anni hanno dimostrato che a Redmond non si sbagliavano. Sony, che lanciò la sua PS3 con una frase che suonava come “ehi, PS3 deve essere un oggetto di lusso, quindi è giusto che costi tanto”, ha invece optato per una scelta più populista, vicina al mondo dei giocatori PC. Sulle sue macchine, il multiplayer sarebbe stato gratuito. Il risultato, tuttavia, poteva essere descritto con due parole: dilettantesco e rotto. Con qualche piccola eccezione in cui le cose hanno funzionato benino.
Ricapitolando: Microsoft aveva Live! Gold a pagamento, che funzionava ottimamente in multiplayer e aveva anche un discreto store. Sony, invece, aveva solo lo store, il PSN, che era pure inguardabile. Poi, a un certo punto, i giapponesi si sono accorti che il loro fantastico negozio era un posto sicuro come può esserlo un’automobile lasciata incustodita con le chiavi nel quadro in un quartiere di malviventi. Con soldi e cellulare messi lì, in bella vista, sul sedile del passeggero, ovviamente.
Inutile nascondere che, sotto questo punto di vista, Microsoft ha preso a sberloni Sony per buona parte della passata generazione.
I giapponesi, però, non amano prendere le sberle sul coppino e, per uscire dall’empasse, hanno tirato fuori dal cilindro… una sottoscrizione a pagamento. Metteteci pure l’immagine di un facepalm, qui, che è quello che tutti pensarono al momento dell’annuncio.
Stava nascendo il PS Plus e la domanda era una, ricorrente: ma come, hanno un servizio orrendo e lo fanno pure pagare? Le cose stavano esattamente così. Intendiamoci, non stavano dando un prezzo al multiplayer, stavano chiedendo 50 euro all’anno per non si era bene capito cosa. Quella “cosa” oggi si chiama Instant Game Collection e permette ai sottoscrittori di giocare per un anno intero senza sborsare niente di più della cifra richiesta.
La bontà di questa idea venne confermata da Microsoft stessa, che provò a emulare la rivale lanciando Games With Gold. Si sarebbe cominciato in luglio, con un caldo che nemmeno nei peggiori bar di Caracas. L’eccitazione degli utenti Xbox era tanta, e non si poteva biasimarli: gran multiplayer e giochi gratis, che volere di più dalla vita? Dei giochi belli, per esempio. I titoli che vennero annunciati erano sì importanti, ma avevano un unico, grande difetto.
Erano stati pubblicati quando ancora dovevano inventare fuoco, ruota e penicillina.
Confrontando cosa si porta a casa un utente con le rispettive sottoscrizioni, e stiamo parlando di Xbox 360 e PlayStation 3, possiamo serenamente dire che Games With Gold non vale un quarto di PS Plus. Sony ha messo sul piatto Remember Me, BioShock Infinite e Devil May Cry, Microsoft Halo 3 e Dungeon Defender.
Con l’avvento delle nuove console, le cose sono un po’ cambiate, probabilmente più nella forma che nella sostanza: Sony, infatti, ha deciso di mettere a pagamento la componente online, legandola a doppio filo con l’abbonamento a PS Plus. La mossa saggia è stata quella di includere, nella Instant Game Collection, anche dei titoli per la nuova console. Non sempre si è trattato di capolavori: Contrast, per esempio, non è all’altezza di altre produzioni e Don’t Starve e Outlast sono già usciti un bel pezzo fa su PC. Ma Resogun? Beh, Resogun è il nuovo Geometry Wars. E, se avete avuto un 360, sapete di cosa stiamo parlando.
E Microsoft, in tutto questo? Niente, nulla, il vuoto pneumatico. Gli utenti Gold di Xbox One non vengono nemmeno sfiorati dalla promozione Games With Gold. Che è una scelta onestamente imbarazzante. La domanda vera, che mi risuona nella testa, è un’altra: Microsoft è capace di “seguire” la strada tracciata da altri? (sì, seguire is the new “copiare le idee che funzionano, includendole nel proprio ecosistema”).

Ok, la prima bomba la abbiamo sparata. E per la seconda? L’appuntamento è sempre qui, su queste pagine, nei prossimi giorni.
Come la vedete la questione Live Vs PSN? L’avete vissuta in modo diverso?