DmC ha generato una sana competizione fra Capcom e Ninja Theory per lo sviluppo di Devil May Cry 5

Dopo i primi trailer di Devil May Cry 5, molti fan si sono chiesti se il gioco di Capcom potesse essere stato in qualche modo influenzato dal precedente – e ben noto, nel bene e nel male – DmC. A quanto pare, però, non è proprio così.

Stando alle parole del director Hideaki Itsuno, raggiunto al Tokyo Game Show dai colleghi americani di DualShockers, Devil May Cry 5 non è stato direttamente influenzato dal lavoro dei colleghi di Ninja Theory, ma quest’ultimo ha generato una competizione sana fra i due studi.

“All’epoca dello sviluppo di DmC, c’erano diversi membri del nostro team coinvolti direttamente nel progetto e nel dare consigli a Ninja Theory, me compreso. Una parte di noi, però, non era coinvolta in questo scambio di informazioni, e lavorava ad altri progetti come Dragon’s Dogma”, ha detto Itsuno. “Poi ci siamo riuniti per sviluppare Devil May Cry 5. Pensavamo che Ninja Theory avesse fatto cose davvero belle con DmC, e anche abbiamo voluto imparare da lì, e portare quella conoscenza in DMC 5 e fare ancora meglio.”

“Fra di noi, poi, c’erano alcuni ragazzi che non avevano mai lavorato al franchise, ai quali abbiamo gettato il guanto di sfida, invitandoli a fare qualcosa che fosse migliore di tutto quanto. In parte, a nostra volta, abbiamo sfidato anche Ninja Theory, riguardo il come davvero dovrebbe essere un action game”.

Fra Ninja Theory e il team di Itsuno è insomma nata una sana competizione: se DmC non fosse esistito, probabilmente neanche Devil May Cry 5 come lo conosciamo ora avrebbe mai visto la luce.

Nato nello scorso millennio con una console fra le mani e rimasto per molti anni confinato nel mondo distopico della Los Angeles del 2019, ha infine deciso di uscirne per divulgare al mondo intero le sue più grandi passioni: il videogioco in tutte le sue forme, il cinema (quello vero) e Dylan Dog.