Sekiro: Shadows Die Twice, FromSoftware spiega perché non è come Dark Souls

Sekiro Shadows Die Twice

Quando si parla di un Soulslike è difficile che un gioco si discosti radicalmente da Dark Souls, il materiale che lo ha ispirato, nel senso di mantenere alte le vette di originalità nella trama e nel gameplay pur restando fedele al genere. Un po’ come succedeva ai platform: a meno che non introducessero grandi elementi di originalità restavano comunque facilmente paragonabili (se non addirittura abbassarsi a rimanere cloni) di Super Mario Bros. Questo è ciò che FromSoftware non vorrebbe assolutamente per Sekiro: Shadows Die Twice.

In un’intervista a 4Gamer.net, il presidente di FromSoftware e game director di Dark Souls Hidetaka Miyazaki parla di come il combat system “kengeki” di Sekiro differisca radicalmente dalla meccanica della sua saga più celebre, con scontri diretti e il requisito di puntare a specifiche parti del corpo (un po’ come lo SPAV di Fallout, per intenderci). L’azione di gioco quindi sembra assumenre una natura più strategica, afferma Miyazaki. La furtività, inoltre, giocherà un grosso ruolo nell’attacco e nell’azioen, e il giocatore avrà bisogno di bilanciare sia questa skill che le sue abilità in combattimento per poter avanzare nel gioco.

Quando è stato chiesto perché fosse stata realizzata una demo per la gamescom tanto difficile, Miyazaki spiega che è perché le persone non ci sono abituate (“git gud” insomma), e che se i giocatori proveranno ad avvicinarsi a Sekiro come se si trovassero davanti a un nuovo Dark Souls falliranno. Imparare a giocare a Sekiro sarà un processo lento.

Sekiro: Shadows Die Twice