Sono trascorsi appena cinque mesi dal lancio di Crash Bandicoot 4 It’s About Time per console della passata generazione (tranne Nintendo Switch, che ha beneficiato di un porting proprio in questi giorni), ma gli infaticabili Toys for Bob hanno già realizzato una patch di aggiornamento per Xbox Series X e S: benché l’originale girasse già sul nuovo monolite targato Microsoft grazie alla retrocompatibilità, il nuovo update incide in maniera notevole sulla qualità visiva generale, che a volte sembrava un po’ traballante. Le scene d’intermezzo ora hanno colori vibranti e una definizione notevole, ma ciò che colpisce di più sono i tempi di caricamento quasi inesistenti e la migliore nitidezza sia del comparto grafico che degli elementi dell’interfaccia utente, che traggono notevole vantaggio da questa spinta verso i 4K: la risoluzione infatti è dinamica, ma rimane perlopiù bloccata sui canonici 2160p (almeno su Series X, Series S invece raggiunge solo i 1080p), mentre il frame rate si attesta su 60fps quasi sempre costanti, al netto di qualche singhiozzo durante le fasi finali che tuttavia sembra più un problema di ottimizzazione piuttosto che di potenziale della console Microsoft. Insomma, Crash Bandicoot 4 It’s About Time ci aveva già entusiasmati parecchio al lancio, ma questa nuova incarnazione risolve molte delle incertezze della prima ora e dimostra ancora una volta quale sia il giusto modo per confezionare un sequel al passo con i tempi che riesca pure a non tradire le sue radici, anche se qualche volta questa fedeltà quasi assoluta si rivela piuttosto ingombrante. Che ne dite, vi va di fare un altro giro in compagnia del peramele videoludico più famoso del mondo?
Crash Bandicoot 4: siamo una buona squadra
Se oggi mi dovessero chiedere quanto mi piaceva davvero Crash Bandicoot – e mi riferisco ai 3 giochi della trilogia numerata perché, a parte Crash Team Racing, meno parliamo di tutti gli altri spin-off e meglio mi sento – la risposta non sarebbe così semplice: certo, all’epoca era bello poter vantare su PlayStation (quando il marsupiale era ancora proprietà esclusiva Sony) una mascotte carismatica quasi quanto i ben più blasonati Sonic e Mario, ma già quando venne annunciata la Crash Bandicoot N. Sane Trilogy mi chiesi se tutto il clamore che ne seguì fosse davvero così meritato. Eh già, perché è doveroso constatare come, al netto dei ritocchi meccanici ed estetici del remake, il tempo non sia stato affatto gentiluomo con il gameplay della serie che, a venticinque anni dall’inaugurazione del franchise, ha dimostrato in maniera più o meno evidente di essere figlio di una stagione ormai passata, anche volendo indossare il più grosso paio di occhialoni color rosa nostalgia che l’ingegno umano abbia mai realizzato. Nondimeno, l’affetto dimostrato dai fan di lunga data nei confronti di questa operazione commerciale è stato prodigioso, e così i ragazzi di Toys For Bob, co-autori dei rifacimenti di Crash e Spyro, sono stati incaricati di confezionare un vero e proprio sequel delle avventure del buffo bandicoot fasciato orientale antropomorfo. Per fortuna, l’arduo compito di rispettare i canoni tradizionali del titolo rinfrescandone al contempo gli aspetti più vetusti è stato centrato in pieno, e la software house californiana è riuscita non soltanto a realizzare il miglior episodio di sempre della saga, ma anche uno dei platform 3D più validi in circolazione: i concetti e le dinamiche di base che hanno caratterizzato i vari Crash Bandicoot sin dagli albori vengono qui presi, ristrutturati, abbelliti e raffinati in decine di modi differenti che verranno sicuramente apprezzati da tutti gli estimatori del genere, al di là della simpatia nei confronti dei pellicciosi protagonisti.
Crash Bandicoot 4 si apre subito dopo gli eventi di Crash Bandicoot Warped e vede Crash e sua sorella Coco scaraventati in lungo e in largo per un multiverso composto da svariate e coloratissime dimensioni, nel tentativo di contrastare i piani delle loro nemesi storiche, ovvero i malvagi scienziati Neo Cortex e Nefarious Tropy, grazie all’aiuto di quattro Maschere Quantiche che consentono loro di manipolare la realtà, padroneggiare l’energia oscura, interferire con la forza di gravità e rallentare il tempo. Questo assortimento di poteri si accompagna ad una vasta gamma di abilità inedite con le quali i nostri eroi diventano in grado di correre sui muri, dondolarsi dalle funi, scivolare in velocità su provvidenziali ringhiere e tanto altro ancora, conferendo agli agili protagonisti una varietà di movenze mai vista prima nella serie. E, a proposito di varietà, la cornice narrativa dei multiversi ha permesso a Toys for Bob di sbizzarrirsi tanto come ambientazioni quanto come level design: sballottati fra le pieghe dello spazio e del tempo, Crash e Coco visiteranno una moltitudine incredibile di scenari fra navi pirata, isole infestate da dinosauri, deserti post-apocalittici, palazzi orientaleggianti, baie paludose e via dicendo. Tutti gli stage alternano freneticamente sezioni dove la telecamera è posizionata con la tipica visuale alle spalle del nostro personaggio ad impostazioni bidimensionali più canoniche, intervallati da rocamboleschi inseguimenti dove siamo costretti a fuggire un po’ alla cieca verso lo schermo senza poter scorgere gli ostacoli con troppo anticipo, passaggi alla guida di veicoli di vario tipo e sopraffine battaglie contro boss di ragguardevoli dimensioni. La successione e la combinazione di elementi diversi è così serrato che spesso non abbiamo nemmeno il tempo di tirare il fiato, per non parlare dei percorsi alternativi da valutare se vogliamo raccogliere ogni singolo collezionabile nel corso dei livelli, che garantiscono un’elevata percentuale di rigiocabilità.
Preparatevi ad essere percossi, bandicoot!
Una volta completato un livello, possiamo anche affrontarlo con una sfida a tempo, nella quale dovremo cercare di rimanere al di sotto di un record stabilito dagli sviluppatori, oppure percorrerlo al contrario nella versione N.Vertita, con l’aggiunta di piccole ma significative alterazioni alla struttura dello stesso tanto per tenerci con il fiato sospeso anche se abbiamo imparato a memoria la disposizione di nemici e trappole nel verso “giusto”. Ci sono poi 6 diamanti in ogni stage da guadagnare completando determinati obiettivi, come ad esempio evitare di morire per più di 3 volte o scovare la gemma nascosta dietro subdole nicchie architettoniche e prospettive ingannevoli, che regalano simpatici costumi supplementari per Coco e Crash da sfoggiare tanto nei livelli quanto nelle cut-scene, e posso assicurarvi che completare tutte le mappe al 100% (anzi, nel caso specifico al 106%) è un’impresa capace di tenere occupati anche i giocatori più smaliziati per parecchio tempo. La cura riversata nel disegno meticoloso dei percorsi ad ostacoli immaginati da Toys for Bob si traduce in un’amalgama di mondi tanto belli da guardare quanto da rivisitare per ottimizzare le nostre performance, mentre la dotazione di abilità sia vecchie che nuove offrono una discreta pluralità di approcci estremamente fluidi e naturali in ogni circostanza, dal fronteggiare nemici sconosciuti al compiere acrobazie millimetriche sull’orlo di un precipizio. Certo, qualche aspetto marginale resta ancora da limare: le summenzionate fughe da gigantesche aberrazioni di ogni tipo conservano ancora un po’ di antipatica casualità per via dell’angolazione della telecamera, mentre la comoda cornice dell’ombra dei nostri personaggi, che in parecchi frangenti ci aiuta a capire il punto di atterraggio dei salti onde evitare rovinose cadute nel vuoto, non riesce comunque ad agevolarci durante le sezioni più complesse, in particolare quelle 2D. Permane ancora una certa componente trial and error alla quale i riflessi non possono sempre sopperire, ma di rado la frustrazione prende il sopravvento sulla voglia di ripetere per l’ennesima volta un livello particolarmente ostico ed averne infine ragione.
Crash e Coco vengono affiancati a più riprese da altri comprimari, che si sostituiscono a loro in una serie di missioni secondarie perfettamente integrate nella storia principale: abbiamo pertanto una versione alternativa e molto più avventurosa di Tawna, proveniente da una linea temporale diversa rispetto a quella del suo fidanzato, l’ex boss di Crash Bandicoot Warped, Dingodile, ritiratosi a vita privata per realizzare il suo sogno di diventare un ristoratore affermato, e persino il dottor Neo Cortex, grazie ai quali faremo più chiarezza sugli eventi che accadono in determinati livelli, potendoli vedere anche dal loro punto di vista “dietro le quinte”. Oltre ad essere una trovata narrativa davvero efficace, l’alternanza di protagonisti spezza anche la routine di salti, scivolate e giravolte dei due peramele, perché ciascuno di essi possiede un corredo di mosse esclusive da padroneggiare (ad esempio, Tawna può saltare sulle pareti e utilizzare un rampino, mentre Cortex e Dingodile brandiscono armi con diverse caratteristiche). Infine, oltre agli stage primari e complementari, troviamo anche 30 nastri che sbloccano altrettanti percorsi ad ostacoli bidimensionali ambientati nel covo del dr. Cortex, nel quale dovremo guidare i due sfortunati marsupiali in una serie di labirintici percorsi decisamente letali che illustrano i test condotti dallo scienziato quando erano entrambi suoi prigionieri: oltre a mettere davvero alla prova le nostre capacità, questi quadri evidenziano un aspetto piuttosto oscuro dei trascorsi dei poveri bandicoot, poiché i battibecchi tra Cortex e il suo assistente N. Brio riguardo il dover pulire la sala dai resti delle cavie ed utilizzare un macchinario noto come Rianim-a-tron per riportarle in vita suggeriscono che tanto Crash quanto Coco muoiano per davvero ad ogni tentativo fallito, salvo poi venire “ripristinati” in qualche modo non meglio specificato… aiutatemi a dire inquietante!
Forse, una novità che alcuni fan di lunga data potrebbero trovare controversa è lo stile di gioco, dato che la modalità Moderna sostituisce la classica riserva limitata di vite con un sistema di checkpoint più generoso che elimina gran parte della frustrazione di tornare all’inizio di un livello ogni volta che esauriamo i tentativi a disposizione. Tuttavia, se desiderate giocare alla vecchia maniera, potete sempre selezionare lo stile Rètro (oddio, è passato davvero così tanto dagli anni ‘90??) e rivivere di nuovo i bei (?) vecchi tempi. Nel complesso, quindi, mi sento di poter promuovere a pieni voti questo Crash Bandicoot 4 It’s About Time, ancora di più in questa sua veste aggiornata per console di nuova generazione: Toys for Bob ha preso un franchise che iniziava a mostrare la sua età e lo ha riadattato per un pubblico contemporaneo. La fluidità ereditata dalla potenza delle odierne macchine da gioco è soltanto la ciliegina su una torta ricchissima, piena di mondi da esplorare, citazioni irriverenti e dettagli grandi e piccoli implementati con una diligenza strabiliante. I pochi problemi ancora presenti non riescono proprio a scalfire le ore di divertimento che Crash e Coco sapranno regalarci, dimostrando in maniera innegabile che anche un franchise con un quarto di secolo sul groppone, se rielaborato con le giuste dosi di rinnovamento e preservazione dello status quo, sappia ancora regalare autentiche emozioni.
Come già anticipato, Crash Bandicoot 4 It’s About Time è la più grande e la più avvincente epopea dello scatenato marsupiale arancione: con un mondo vastissimo a disposizione, una grande varietà di ambienti e nemici, bonus e segreti come se piovessero nonché una pletora di rifiniture capaci di incontrare i gusti di appassionati e non, Il buon Crash non avrebbe potuto ricevere trattamento migliore e fa il suo ingresso nel panorama videoludico attuale in pompa magna. La versione per Xbox Series X conferisce al gioco un aspetto da cartone animato in CG interattivo, e le impercettibili esitazioni del motore grafico non intaccano comunque la qualità complessiva, che resta elevatissima dall’inizio alla fine.