Forgiati nelle savane è l’espansione di Hearthstone per la quale, ultimamente, ho fatto più fatica a produrre una recensione. Infatti, di recente le espansioni di Hearthstone avevano teso ad assomigliarsi un po’, complice la direzione che Blizzard aveva impresso al gioco. Questa somiglianza si rifletteva in una qualità costante, e in un meta vario e divertente a ogni livello. Quella stessa direzione, con la release di Forgiati nelle Savane e la tanto attesa rotazione annuale è rimasta evidente, ma la strategia con la quale la si sta raggiungendo è lievemente cambiata. Resta immutata la ferrea volontà di fornire un’identità più precisa e unica possibile a ogni classe. E fa piacere notare quanto, nell’intenzione, si stia ascoltando la voce dei giocatori esperti, nella realizzazione di carte ed effetti sempre più svincolati dalla casualità. Ma approfondendo la questione e giocando da bronzo a diamante, diventa chiaro che qualcosa non è andato esattamente come previsto. Scopriamo insieme cosa!
Hearthstone Forgiati nelle savane Recensione, tabula rasa
Tabula rasa, sparecchiato, ribaltato, rovesciato e incendiato. Questo è il destino del tavolo della tavola nella locanda di Hearthstone oggi, a recensione ultimata, che Forgiati nelle Savane è uscito, pressappoco assestato; e persino, dicono, prossimo a ricevere la prima tornata di nerf (che velocità!). Andiamo con ordine. Prima di parlare dell’espansione in sé, vale infatti la pena citare uno stravolgimento ancora maggiore della release stessa: lo spostamento del set CLASSICO in un formato a parte dallo standard. E la sostituzione dello stesso con un nuovo set con carte provenienti dall’archivio storico di Hearthstone. Nuove strategie sono nate dal ritorno inaspettato di carte che si credevano ormai relegate al solo formato selvaggio. Ma c’è di più. Oltre a questo, infatti, Blizzard ha ben pensato di solleticare la fantasia dei player annullando moltissimi dei nerf inflitti alle carte tornate nel nuovo set standard. Una mossa più che sensata, se accompagnata da un’attenzione rinnovata agli effetti delle nuove carte del set Forgiati nelle Savane.
I nerf annullati, infatti, nella maggior parte dei casi andavano a tappare falle prodotte da sinergie che adesso non esistono più… sulla carta. E a dire il vero, per ora sembrerebbe che questa specifica mossa di Blizzard non abbia ancora scritto il conto alle tavole dei player. Non ho avvertito, giocando, uno sbilanciamento nella scelta del deck da giocare dovuta alle carte del set standard o a loro sinergie con nuove carte di Forgiati nelle Savane. Anzi, il potenziamento tramite rimozione dei Nerf ha rivitalizzato alcune carte rendendole nuovamente giocabili con orgoglio (Jaraxuss is back) ma senza squilibrare eccessivamente il delicato bilanciamento fra deck e classi. Certo, lo stesso non può dirsi riguardo NUOVE strategie e tipologie di deck che, di fatto, stanno rischiando di rovinare il meta. Il tutto, inaspettatamente anche per la stessa Blizzard; che ha pubblicamente ammesso di “non volere in tier 1 un deck come lo Spell Mage così in alto nella classifica”. Oh poffarbacco.
Hearthstone Forgiati nelle savane Recensione, le “nuove” meccaniche
Chi ha familiarità con la Lore di Warcraft, o ancora meglio con il gameplay di World of Warcraft addentrandosi in Forgiati nelle Savane proverà una piacevole sensazione di “familiare”. Orda e Alleanza trovano nuovamente spazio negli artwork, nelle tipologie di minion che incontriamo e persino negli effetti delle carte. Per chi non avesse mai bazzicato le lande del mondo di Warcraft, le Savane sono un luogo studiato, o meglio, ritenuto ottimo dai player, per farmare esperienza e livellare i propri personaggi. Pertanto, ha perfettamente senso che fra gli effetti unici di Forgiati delle Savane ci siano le magie gradate. Il costo di queste magie rimane invariato per tutta la partita, ma il loro effetto cambia in base ai cristalli di mana che possediamo. In totale, ogni magia gradata è dotata di tre effetti: uno base, una versione potenziata (livellata) quando abbiamo 5 mana, e una ancor più potente raggiunti i 10 mana. La seconda meccanica neo-nata in Forgiati nelle Savane è poi Frenesia. Una sorta di rantolo di morte misto a uno spell burst che si attiva una sola volta quando la creatura sopravvive a uno scontro.
Non mi è chiaro, in effetti (e non può esserlo davvero per nessuno) quanto sia stato impellente il bisogno di creare nuove meccaniche tanto simili ad altre già viste con il solo scopo di “non disorientare i player”. Di certo c’è solo che i dev, interrogati sulla questione “cambiamenti alle regole base del gioco” (numero di carte nel deck, copie per ogni carta ecc.) hanno risposto esattamente così. Non fraintendetemi: non si avvertiva la necessità di meccaniche talmente innovative e uniche da far gridare al miracolo. Solo che, a ben vedere, quelle inserite con la nuova espansione non stanno, ancora, spostando strategie o influenzando più di tanto le partite in ladder.
Top 3 early deck dell’espansione
Decisamente più incisive, invece, sono carte le cui meccaniche sono più che collaudate. Ma, a sorpresa, tramandate da una classe all’altra. Ladro e Cacciatore prestano l’archetipo Segreti al Paladino, che raccoglie il testimone con piacere, tanto da finire in tier 1. Il druido (e il cacciatore di un’epoca passata) riconsegna il testimone del deck “only spell” al legittimo proprietario mago. E potrei fare altri esempi, come il Cacciatore di Demoni basato sui “rantoli di morte”. Ma mi fermo, per lasciare spazio a una disamina ben più interessante: quella della top 3 deck nella ladder a oggi, data di uscita di questa recensione di Forgiati nelle Savane.
N.B. Vi lasciamo un codice da copiare e incollare in Hearthstone dopo la descrizione di ogni deck, per poter testare il mazzo con le vostre carte immediatamente. Prego eh!
1) Secret Paladin: Come anticipato, l’anno del Grifone ha fatto risorgere il Secret Paladin dalle ceneri. Il gran numero di carte che sinergizzano con l’archetipo Scret, come Sword of the Fallen e Cannonmaster Smythe, consente al mazzo di essere immediatamente opprimente contro qualsiasi mazzo fin dai primissimi turni. Fino ad esplodere definitivamente segreto dopo segreto, buff dopo buff, dal turno 5 in poi. Sempre che si vada tanto oltre il turno 5.
Il mazzo mira a mettere in gioco segreti economici direttamente dal mazzo con l’arma Sword of the Fallen; i segreti così posizionati proteggono i tanti minion economici che, nel frattempo, inondano il terreno di gioco inesorabili. Carte come Cannonmaster Smythe, Northwatch Commander e Crossroads Gossiper non sarebbero nemmeno necessarie per vincere: bastano tre segreti ben piazzati giocati in sequenza. Su tutti, il potentissimo e inizialmente sottovalutato Oh my yogg!: a costo due, trasformare una qualunque magia lanciata dall’avversario in un’altra dallo stesso costo. In pratica, un de-spell a costo 2.
LISTA SECRET PALADIN: AAEBAZ8FAvy4A/zoAw7KwQOezQPK0QOD3gOF3gOR5APM6wPO6wPP6wPj6wOr7APqnwTIoATJoAQA
2) Spell Mage: Lo Spell Mage è salito a rimirar le stelle, in cima alla ladder, con l’uscita di Forged in the Barrens. La rimozione di molte carte classiche ha notevolmente aumentato la forza delle carte in pool generate da Font of Power e Runed Orb, tanto per cominciare. Mentre Refreshing Spring Water assicura che la vostra mano e il vostro mana (che bel gioco di parole eh?) non finiscano mai. Infine, complice ancora una volta la rimozione di molte delle magie inutili a costo alto dal pool delle carte standard, Deck of Lunacy non è mai stato così performante.
Il mazzo, come da archetipo, rinuncia all’uso di qualsiasi servitore per sfruttare Font of Power e Apexis Blast, che da sole forniscono tutti i minion di cui potreste aver bisogno nel corso del match. Abbinato a carte come Refreshing Spring Water e Incanter’s Flow, il mazzo può vantare una scorta apparentemente infinita di magie scontate giocate una dietro l’altra; vincendo le partite, più che altro, per sfinimento. Scaldate il tasto “resa”, perché in questi giorni è il più cliccato di tutta Hearthstone. A volte, basta anche solo vedere un mage dall’altro lato per essere fortemente invogliati a pigiarlo…
LISTA SPELL MAGE: AAEBAf0EApPhA/6eBA7BuAPCuAOMuQOBvwPgzAPHzgPNzgOU0QP30QP73QPQ7APR7AP8ngT9ngQA
3) Celestial Druid: Se i due deck precedenti non solleticano la vostra sete di novità, beh, vi presento il Celestial Druid. Come il mago qui sopra, anche il buon Malfurion è il responsabile di una sequenza inarrestabile di rese al solo lancio di una magia speciale, il motore unico e inarrestabile del deck: Allineamento Celeste. Nato come deck for fun al lancio dell’espansione, ha dimostrato di essere più di un semplice mazzo-meme, consolidando le prime liste rese note da alcuni video su Youtube.
Nonostante le partite inizino lentamente, se parte Allineamento Celeste c’è ben poco da fare: abbiamo perso. La carta, infatti, riporta a 1 i mana di entrambi i giocatori, scontando poi tutte le carte nelle loro mani e nei loro deck a 1 solo misero mana. Peccato che il Druido sia noto per la sua capacità di rampare mana in fretta; e in men che non si dica, mentre voi vi arrabbattate con una carta a turno, Malfurion sarà tornato a 4-5 mana. Più che sufficienti a calare due Legge del più forte a costo 1 di seguito, seguite da un paio di Guardian Animals.
LISTA CELESTIAL DRUID: AAECAZICBIngA7XsA6PRA7WKBA3w1AObzgOK4AOJnwTougOSzQPe0QPanwS+7APA7AOT0QOk4QO60AMA
In conclusione, stretta è la carta, lunga è la via, dite la vostra che ho detto la mia
Leggendo la recensione avrete capito, quindi, che se da un lato Blizzard, per Hearthstone, ha puntato molto sul “post Forgiati nelle Savane”, attualmente non è riuscita pienamente a valorizzare le carte della nuova espansione, fatti salvi un paio di archetipi davvero molto ben riusciti. Non si può dire, quindi, che la responsabilità del successo di Hearthstone in questo dato periodo sia da imputare all’uscita dell’espansione in sé; quanto, piuttosto, a tutto il marasma di cambiamenti che la circonda e la supporta, avvalorandone la riuscita più di quanto non facciano le carte di cui è composta.
In attesa che nuove mini-espansioni, o nerf e simili, risolvano i nodi saliti al pettine di più di qualche giocatore, non posso fare a meno di riflettere sul fatto che il percorso fatto forgiando e rifinendo le due precedenti e ultime espansioni dell’anno della Fenice fosse dotato di un’eleganza che, ancora, a Forgiati nelle Savane manca. Probabilmente, la strategia dei dev è diventata più simile di quanto ci si aspettasse a quella degli sviluppatori di un videogioco, piuttosto che di un ibrido con un card game. E se da un lato questo semplifica e snellisce i processi di realizzazione delle espansioni, permettendoci di avere più carte in meno tempo, di fatto il risultato è che Blizzard “non si aspettava Spell Mage in tier 1”. Un’affermazione il cui peso, ahimè, si riflette nel voto (lo ammetto, forse un po’ tarato al ribasso) che ho deciso di attribuire a Forgiati nelle Savane.