MLB The Show 21 Recensione: sempre una questione di tempismo

MLB The Show 2021

Il primo aprile è iniziata la 119esima edizione della più vecchia tra le leghe sportive professionistiche americane, la MLB; edizione che ha visto partire bene i Los Angeles Dodgers e che sarà l’ultima in cui Cleveland giocherà come Indians. E pochi giorni fa è uscito MLB The Show 21, controparte virtuale della lega del baseball, che arriva, tracciando un piccolo solco storico, anche su Xbox One e Xbox Series (per di più anche sul Game Pass). Sviluppato da San Diego Studio, first party Sony, il gioco vantava infatti un’esclusività con l’azienda nipponica dal 2006, anno in cui lo show arrivava su PlayStation 2 e PSP. Quest’anno si è dunque deciso di allargare il bacino d’utenza, ma noi non siamo qui per parlare di questa scelta nello specifico, ma di come ci è sembrato questo nuovo capitolo, testato su PlayStation 4. È ovviamente disponibile anche per PlayStation 5.

MLB The Show 21: approcci diversi, un unico gioco

Premessa, che si potrebbe leggere in una qualsiasi recensione di un titolo di baseball in qualsiasi anno presente, passato e probabilmente futuro qui in Italia: non è lo sport di tradizione statunitense che ha più attecchito nel nostro paese, in cui ne regna uno in particolare e dove, se si vuole puntare sulla tradizione statunitense, si va più facile sulla NBA o, diversi gradini più sotto, sulla NFL. Questo per dire che non vi dovrete aspettare una recensione che fa cultura di guantoni, inning e fuoricampo, ma si rivolge di più per chi si approccia per le prime volte, o per pura curiosità, a questo affascinante mondo delineato da un diamante. Premessa finita, partiamo con quello che è il gioco in sé.

Fin dal primo ingresso, il gioco vi chiederà l’approccio che avete con la serie, questo proprio perché, come spiegato qui sopra, lo sport in questione può non essere di immediata comprensione rispetto ad altri: dovrete scegliere quindi tra casual, una modalità più semplice e divertente che enfatizza sull’apprendimento del gioco, simulation, un’esperienza MLB più autentica attraverso statistiche di giocatori e team, e competitive, dove regna l’abilità nel gioco, ed è di default per quanto riguarda l’online. Dalla premessa, pare quasi scontato dirlo, il mio consiglio per i neofiti è quello di rendere il tutto più semplice possibile. Perché oltre alla comprensione dello sport in sé, anche la messa in atto è tutto fuorché semplice. Tra le novità introdotte nella versione casual ci sta anche una nuova modalità di lancio della palla, con una barra che si carica e deve essere colpita in punti precisi, un po’ come avviene in giochi come Everybody’s Golf. Ma la modalità di lancio introdotta per giocatori con più esperienza è il pinpoint pitching, in cui si ha un controllo maggiore rispetto agli altri ed è concentrato sul movimento degli analogici, ma dove l’abilità nel muovere gli stick fa tenere a livelli alti la concentrazione per tutta la gara. Essendo la più difficile da usare, è consigliata per chi ci sa fare di più. Tornano poi i lanci meter, pure analog, pulse e classic.

MLB The Show 21

Una questione di tempismo

La particolarità della serie sta proprio nella vasta gamma di possibilità per personalizzare il proprio gameplay. Ogni aspetto del gioco, dal lancio alla battuta, alla ricezione, ha diversi tipi scelta, facendo in modo che, a seconda della propria sensibilità con il pad, si possa scegliere quella che più si adatta. Il consiglio, in questo caso, è di provarne di diversi prima di focalizzarsi da subito su di uno in particolare. Anche perché poi tutto questo dovrà trasferirsi nel gioco, con un gameplay ben diverso tra attacco e difesa. Sicuramente, MLB The Show 21 è un gioco che premia il tempismo e l’abilità nel capire le intenzioni dell’avversario. Prima di riuscire a comprendere pienamente le meccaniche potrà passare del tempo, ma una volta capito lo spirito del gioco, che poi è quello del besaball stesso, diventa tutto decisamente appagante. Solo che, tornando alla questione neofiti, bisogna imparare un mondo fatto di schemi, ruoli, movimenti, palle curve, change-up e via discorrendo. In più, a non aiutare in questo senso, c’è il fatto che il gioco non è tradotto in italiano, e dunque ogni terminologia, che spesso può risultare di non facile comprensione, va appresa direttamente dall’inglese.

Ma passiamo ora alle modalità di gioco. La schermata iniziale, che mostra l’uomo cover del titolo, l’interbase dei San Diego Padres, Fernando Tatìs Jr., si presenta efficace e di facile comprensione. Le modalità mostrate in prima pagina sono: Road to the show, dove bisogna creare il proprio giocatore partendo dal basso e migliorarlo partita dopo partita, con sistemi che aumentano abilità, ma che portano anche cosmetici, attraverso missioni specifiche. È stato introdotto anche un sistema di perk e archetipi per personalizzare al massimo il proprio player. Questa modalità è intervallata tra il gioco e le scene di intermezzo con parti di storia, in cui si sono stati aggiunti quest’anno i report con giornalisti reali che avranno reazioni diverse a seconda dei risultati ottenuti. Torna poi March To October, dove poter vivere alcuni dei momenti più importanti della stagione, per chi magari non vuole addentrarsi troppo in una modalità più completa come Franchise, in cui portare avanti la propria squadra negli anni, badando anche al lato manageriale.

MLB The Show 21

Anche “old-gen” fa la sua figura

C’è poi la Diamond Dinasty: per semplificarla, quello che è il FUT/MyClub o My Team ma nel baseball, partendo dalla creazione della propria squadra e andando mano a mano a migliorarla con reward, compravendita di giocatori, ma anche di equipaggiamento e perk. Ed è questa la modalità che online ha i suoi migliori risvolti, risultando nel lungo la più giocabile e longeva. Si possono poi fare amichevoli, andare online con classificate o sfide settimanali. In poche parole, le modalità di gioco, come da tradizione della serie, non mancano ad MLB The Show 21.

Come detto precedentemente, abbiamo testato la modalità PlayStation 4, dove non troviamo un’interessante novità, che invece è presente su PlayStation 5 e Xbox Series X/S. L’editor di stadi, in cui creare la propria arena selezionando tra più di mille elementi e testarla poi in modalità come Diamando Dinasty e Franchise. Proprio perché testato su “old-gen”, non possiamo parlare neanche dell’impatto da nuove console a livello grafico e di fluidità, ma possiamo comunque dire che la resa visiva anche su PS4 è di tutto rispetto: dalle animazioni, ai filmati di intermezzo, il gioco trasuda di MLB da cima a fondo. A livello sonoro, i brani presenti nei menù, le musiche in game e il comparto audio che passa dalla telecronaca alla voce dell’arbitro, contribuiscono a far immergere il giocatore in quell’universo molto distante da noi, ma oliato da più di 100 anni oltreoceano.

PIATTAFORME: PS5, PS4, Xbox Series X/S, Xbox One, PC
SVILUPPATORE: Sony San Diego Studio
PUBLISHER: Sony Interactive Entertainment

In conclusione, MLB The Show 21 è un titolo sicuramente consigliato a chi vive di mazze e guantoni. Miglioramenti (non epocali, sia chiaro, difficile farlo partendo da basi solide) e novità che possono stimolare ancora di più chi conosce lo sport in questione, tante modalità da perdercisi. Più difficile da consigliare ad un curioso totalmente inesperto, a meno che non si metta di buon impegno e decida di voler dare una chance al baseball, magari testandolo per la prima volta su Xbox Series X.

VOTO: 8