Con la caduta di Telltale Games gli amanti delle avventure grafiche si sono visti scomparire una fetta non secondarie di alternative ludiche d’alto profilo. Forse proprio per questo, la serie di Life is Strange – ora in mano a Square Enix – ha sollevato l’attenzione di una nicchia estremamente affezionata per poi calcificarne gli entusiasmi grazie a degli standard autoriali di altissimo livello. Dal debutto della saga sono passati sei anni, sei anni che peraltro sono stati molto densi visto che, tenendo conto dello spin-off, del prequel e del sequel, il brand ha già goduto di ben quattro uscite. Tra pochi giorni la lista andrà a infoltirsi ulteriormente grazie al lancio di Life Is Strange True Colors, titolo di cui abbiamo avuto di provare il primo episodio e che ci sta attanagliando allo schermo. Lo stiamo letteralmente spolpando per esplorarne ogni anfratto e nei prossimi giorni provvederemo a pubblicare una recensione contenente il nostro verdetto finale, già da ora teniamo tuttavia a esprimere qualche opinione a caldo. Anzi, a caldissimo.
Life Is Strange True Colors: di nuovo due fratelli!
Come si intuisce anche dal nome, Life Is Strange True Colors si pone come nuovo inizio, ossia una nuova storia appartenente ad una serie già apprezzata e consolidata. Non è un “Life Is Strange 3”, è un qualcosa di diverso, di inedito, ma un inedito che riesce a mantenere saldo il contatto con le sue radici. Non sorprende scoprire che la storia sia stata firmata da Felice Kuan e che la direzione sia in seno a Zak Garriss, personaggi dello studio Deck Nine che si erano già occupati nel 2017 dell’eccellente Life Is Strange Before The Storm (qui trovate la nostra recensione). Il cambiamento non risulta pertanto traumatico, anzi, è un po’ come tornare a casa. Tuttavia il gioco riesce immediatamente a ritagliarsi una dimensione propria, dimostrandosi un ottimo punto di inizio per tutti coloro che mai hanno avuto modo di avvicinarsi alla serie.
In senso stretto, evitando spoiler, possiamo anticiparvi che la trama segue le peripezie di Alex Chen, adolescente statunitense di origini asiatiche che si ricongiunge al fratello Gabe dopo aver passato anni di confinamento in riformatorio. Come il giocatore, Alex si vede immersa in un mondo fondamentalmente alieno, diverso da quello con cui ha imparato a convivere. Abituata alla violenza e alla frenesia dell’istituto che l’ha cresciuta, si ritrova improvvisamente immersa in un colorato ambiente bucolico dove ogni abitante si dimostra accogliente e cordiale, inoltre si trova a dover gestire una vita al fianco di un rapporto familiare che ormai pensava dissipato per sempre. Casomai la situazione non fosse già di per sé traumatica ed emozionante, Alex deve anche convivere con un segreto: è dotata di un’empatia al limite del paranormale. Tra superpotere, “supermaledizione” e suggestione, la caratteristica fa sì che la ragazza possa avvertire e condividere i sentimenti più deflagranti provati dalle persone, a prescindere che si tratti di rabbia, paura o ansia. Inutile dire che un simile tratto psicologico finisca presto con il manifestare tutte le sue potenzialità, positive o negative che siano.
Fondamentalmente persone
La saga di Life Is Strange è solita fare affidamento a protagonisti e protagoniste adolescenti potenziati da apparenti poteri straordinari, tuttavia questo topos altro non è che una scusa con cui raccontare in maniera intrigante il passaggio all’età adulta, nonché all’accettazione di alcune importanti responsabilità sociali. Ecco dunque che la trama in sé, per quanto accattivante, scivola in secondo piano, con l’attenzione che si incanala immediatamente nell’esplorazione profonda dei personaggi e delle loro caratteristiche. Un simile viaggio è tuttavia presentato in maniera fluida e accogliente, naturale: per godersi l’esperienza basta di per sé vivere le scene principali del gioco, ma allo stesso tempo l’investire tempo nel cercare dettagli minuziosi non manca di premiare i giocatori con dei dettagli capaci di alterare profondamente la percezione degli avvenimenti. Un esempio? Alex sembra a prima vista una semplice ragazza tenera e impacciata, ma basta analizzare lo storico dei suoi messaggi telefonici per rendersi conto che la sua personalità è alquanto più complessa e complicata.
Sul piano prettamente tecnico, Deck Nine e Square Enix hanno deciso di abbandonare la distribuzione commerciale a episodi, tipica della serie, ma ne hanno ugualmente preservato l’impostazione tecnica. In altre parole, Life Is Strange True Colors porta avanti la tradizionale divisione in capitoli, ma tale divisione si limita al solo piano narrativo e l’intera esperienza sarà distribuita in un unico, comodo, pacchetto. La scelta di mantenere il format registico consolidato non brilla per audacia, ma si dimostra probabilmente la scelta migliore: come molte avventure narrative contemporanee, la creatura di Garriss permette ai giocatori di compiere alcune scelte essenziali che vanno ad alterare reazioni e relazioni dei personaggi, scelte di cui le schermate di fine capitolo tengono debitamente traccia, con il risultato che sia particolarmente facile tornare sui propri passi per modificare gli accadimenti. Si tratta di un’attenzione tutt’altro che ovvia, la quale fomenta l’inclusività del titolo, inclusività che è inoltre sostenuta da impostazioni grafiche capaci di ottimizzare l’esperienza di gioco anche agli occhi di coloro che hanno problemi a percepire determinati colori.
Ci sono molte cose da raccontare in merito a Life Is Strange True Colors e certamente non mancheremo di affrontarle in occasione della nostra analisi completa, tuttavia non possiamo evitare già da ora di menzionare una stonatura che, seppur non evidente, è estremamente percettibile: i primi minuti di gioco sono appesantiti dallo stuttering, ovvero fa irregolarità nella gestione dei frame. Si tratta di un difetto che abbiamo notato esclusivamente nell’area iniziale – la quale è più aperta e dettagliata rispetto agli altri ambienti – e confidiamo che il problema sia sistemato repentinamente con una patch, ma fino ad allora evitate di muovere la telecamera con troppa energia o, perlomeno, fatelo a stomaco vuoto.
Data d’uscita: 10 settembre 2021.
Piattaforme: PS5, PS4, Xbox One, Xbox Series X|S, PC
Sviluppatore: Deck Nine Games
Publisher: Square Enix
Il punto forte della saga di Life Is Strange è la sua capacità nel lanciare i giocatori alle vicende narrate, al legarli empaticamente ai problemi dei protagonisti. Anche quelli apparentemente minuscoli e insignificanti. A prima impressione, Life Is Strange True Colors non sembra solamente in grado di mantenere gli alti standard gettati dai suoi predecessori, ma da l’impressione di aver azzeccato una formula – quella della “superempatia” – con cui rinvigorire un approccio stilistico che altrimenti sarebbe potuto tranquillamente risultare stantia e stanca. Riteniamo di essere stati abbastanza espliciti, ma, se non fosse chiaro, il gioco ci sta prendendo e ci sta prendendo molto, il nostro unico rammarico è quello di aver dovuto divorare velocemente il primo capitolo delle avventure di Alex così da poter trovare il tempo di stendere la presente anteprima. Si tratta di un torto a cui comunque rimedieremo quanto prima, anche perché è nostra intenzione esplorare ogni angolo di questa intrigante avventura grafica. Un ultimo consiglio: evitate di consultare la pagina Wikipedia del gioco, se non volete immediatamente rovinarvi alcuni punti salienti dell’esperienza.