Fire Emblem Warriors Three Hopes Recensione: il Musou alla conquista del Fódlan

Fire Emblem Warriors Three Hopes - 001

Il genere dei musou sta finalmente vivendo una seconda giovinezza. Se, fino a pochi anni fa, sarebbe stato difficile inquadrare un futuro che non fosse dominato da Dynasty Warriors, ora la situazione è ben diversa. Da Hyrule Warriors in poi, è cambiato tutto. Perché il problema principale dei musou, chi li conosce bene lo saprà, è una ripetitività incessante che finisce spesso per allontanare i giocatori occasionali. Ad alcuni piace, è il motivo per cui si può giocare un musou (oltre al fatto che è uno dei pochissimi generi in cui decimare interi eserciti nel giro di una frazione di secondo), ma è anche un grande limite; un problema al quale Nintendo ha voluto fin da subito porre rimedio. E, se con Hyrule Warriors si era vista una formula leggermente rinnovata ed evidentemente più godibile, è proprio con Fire Emblem Warriors che Omega Force ha trovato il proprio enfant prodige, una serie in grado di rivoluzionare alcune meccaniche (viste e riviste negli anni) fin dal primissimo capitolo, uscito nel 2017 su 3DS e Switch, e a definire uno standard sotto molti punti di vista. Ecco quindi che l’uscita di Fire Emblem Warriors Three Hopes un po’ spaventa. Perché non si tratta solo di vedere il solito musou, ma di scoprire se le novità implementate nel Warriors originale sono state mantenute e, soprattutto, migliorate.

Fire Emblem Warriors Three Hopes

Fire Emblem Warriors Three Hopes: c’era una volta un mercenario…

Sarebbe difficile parlarvi della storia di Fire Emblem Warriors Three Hopes senza inciampare negli spoiler, perciò ci limiteremo a raccontarvi quello che è stato già anticipato da Nintendo nel corso di questi ultimi mesi: Three Hopes racconta la stessa trama e riprende i personaggi che hanno reso grande Three Houses, cambiando però diverse carte in tavola e stravolgendo lo svolgimento della trama con delle sorprese inaspettate. Se in Three Houses era Byleth a guidare la rivoluzione nel Fódlan come vero protagonista delle vicende, in Three Hopes ce lo ritroveremo come una terrificante nemesi, descritta da tutti come “Il Flagello Cinereo”. La sua comparsa all’inizio del gioco è d’impatto: invincibile, letale e senza cuore, riusciremo a malapena a sopravvivere davanti a una delle più grandi tragedie per il nostro protagonista. Da quel momento in poi, la presenza dell’antagonista resterà segnata per sempre nei nostri ricordi. Nel mentre, seguiremo una serie di conflitti armati che ci porteranno a scoprire la verità non solo sulle varie fazioni che si dividono il Fódlan, ma anche sull’atteggiamento violento di Byleth. Tutti i nodi, alla fine, verranno al pettine.

In questa situazione, ecco che subentra Shez, mercenario che, da un giorno dall’altro, si troverà a vivere una tragedia e a ricominciare la propria vita sotto l’egida della Chiesa di Seiros e delle grandi tre case che ormai abbiamo imparato a conoscere in Three Houses. Tornano quindi Dimitri, Edelgard e Claude, che stavolta saranno i nostri diretti superiori. Anche in questo caso, come già successo in Three Houses, potremo scegliere la nostra casa tra i Leoni Blu (Dimitri), le Aquile Nere (Edelgard) e i Cervi Dorati (Claude). Una scelta che non andrà soltanto a influenzare i personaggi che potremo controllare durante l’avventura, ma anche la storia del gioco, che prenderà una piega completamente diversa a seconda delle decisioni che prenderemo. Ogni leader ha la propria personalità e i propri obiettivi, e da studenti saremo ancora più legati alle decisioni che prenderanno. Ovviamente, ciò vorrà dire che Three Hopes si potrà rigiocare più volte, vivendo la stessa storia da prospettive completamente diverse. Ecco quindi che ci troveremo ad accedere di nuovo al Garreg Mach, stavolta come dei comunissimi studenti, ed è proprio in questa situazione che ogni interazione sarà radicalmente diversa. Ora non più insegnanti (come lo era Byleth in Three Houses), Shez sarà un numero tra tanti guerrieri, un compagno degli stessi studenti che, nel titolo principale della saga, ci trattavano spesso con umiltà e cautela.

Fire Emblem Warriors Three Hopes

Fire Emblem Warriors Three Hopes: il destino di una casa

Riassumendo, la trama di Three Hopes può essere vista come una vera e propria timeline alternativa di Three Houses, in cui ogni interazione sarà portata avanti dal nostro Shez che, come da tradizione, potrà avere fattezze maschili o femminili. Non a caso, la storia è il tassello che abbiamo voluto subito tirare fuori, perché è forse l’elemento più sorprendente di Three Hopes, che riesce non solo a espandere alcune vicende trattate in Three Houses, ma anche a farci conoscere alcuni personaggi che, fino a quel momento, avevamo soltanto sentito o visto nominare di sfuggita. Un grande cambiamento che, rispetto a Fire Emblem Warriors, migliora sensibilmente la trama e riesce a contestualizzare ogni singolo personaggio che andremo a controllare. Perché sì: da Bernadetta a Raphael, in Three Hopes potremo guidare l’intero manipolo di donne e uomini della casa che sceglieremo, stringendo dei legami che, come visto in Three Houses, potranno poi essere approfonditi con il sistema dei livelli di sostegno. Anche qui finiremo ben presto per affezionarci ai nostri compagni, un sentimento terribile per gli appassionati di Fire Emblem, che ben conoscono una delle regole più importanti della saga: ogni personaggio è sacrificabile, e se muore, è per sempre. Ecco quindi che i nostri obiettivi durante le battaglie cambieranno profondamente a seconda dei guerrieri che sceglieremo di posizionare sul campo di gioco.

Fire Emblem Warriors Three Hopes

Musou e strategie

In tal senso, il gameplay di Three Hopes è un miscuglio perfezionato tra Dynasty Warriors e Fire Emblem; un risultato eccezionale che non ci fa mai annoiare delle continue lotte con gli eserciti nemici, ma ci porta anzi a pensare alle strategie da portare avanti per conquistare gli obiettivi secondari da una parte, e far sopravvivere ogni guerriero dall’altra. Le opzioni a nostra disposizione sono tantissime e ben pensate. Potremo, per esempio, incaricare un altro guerriero come nostro assistente, facendolo scomparire letteralmente dal campo di battaglia, ma donando al personaggio che controlleremo dei bonus permanenti nell’attacco e nella difesa. Questa opzione, ovviamente, serve anche a far aumentare il livello di sostegno tra i due personaggi. Potremo inoltre guidare un guerriero verso una zona in cui può fronteggiare gli avversari più adatti alla propria classe, oppure indirizzarli verso una strategia generica su avversari e alleati. E se una crisi dovesse richiedere il nostro intervento in un altro punto del campo di battaglia, potremo prendere immediatamente il controllo di un nostro alleato con la pressione di un pulsante, in tempo reale, risolvendo personalmente la situazione. E se volessimo puntare sui soliti personaggi? Omega Force ha pensato anche a questo, facendo affaticare i guerrieri che posizioneremo continuamente sui campi di battaglia e donando invece dei bonus temporanei a quelli che avremo ignorato per diverse missioni. Potremo anche giocare con un nostro amico in modalità cooperativa, aiutandoci a risolvere i conflitti decisivi del gioco. Le possibilità strategiche sono davvero infinite.

Fire Emblem Warriors Three Hopes

Fire Emblem Warriors Three Hopes: la nostra nuova casa

Ogni volta che porteremo a compimento una missione, ecco che torneremo immediatamente al nostro accampamento, un luogo di ritrovo che, come avvenuto in Three Houses, sarà essenziale per stringere i legami giusti, potenziare le truppe e acquistare gli oggetti, i regali e le armi adatti alla nostra casa. Le attività, in tal senso, sono diverse: potremo partire nelle cosiddette Spedizioni con un nostro alleato, che altro non sono che dei momenti di intimità in cui potremo ottenere parecchi punti di sostegno a seconda delle conversazioni e delle domande che porremo all’altro personaggio. Torna anche la Cucina, in cui potremo potenziare alcuni alleati selezionati con dei piatti prelibati. Qui, ovviamente, i gusti dei nostri personaggi saranno fondamentali per capire quale piatto scegliere e chi coinvolgere, rendendolo un elemento di strategia molto importante per le battaglie più impegnative di Three Hopes. E se volessimo preparare un altro personaggio con un livello particolarmente basso, magari inutilizzato e fondamentale per una missione, potremo allenarlo nel nostro accampamento al costo di qualche moneta d’oro. Le opzioni andranno ad ampliarsi man mano che potenzieremo le diverse strutture dell’accampamento, dandoci sempre più opportunità per far aumentare il livello di sostegno tra le truppe e per potenziarci prima di una battaglia che deciderà le sorti del Fódlan. Nonostante la ripetitività classica dei musou, infatti, Fire Emblem Warriors: Three Hopes riesce a scaglionare con una grande cura tutte le

Piattaforme: Nintendo Switch

Sviluppatore: Koei tecmo, Omega Force

Publisher: Nintendo

Riuscire a perfezionare la formula di Fire Emblem Warriors pareva un’impresa, ma Three Hopes ci è riuscito. Contestualizzando la trama nel continente del Fódlan e rimettendo in campo i personaggi che abbiamo imparato a conoscere e amare in Three Houses, ci troveremo ben presto a preoccuparci delle condizioni di ogni singola battaglia e dei nostri guerrieri, costantemente a rischio. Il sistema di gioco ci aiuta anche a non fossilizzarci sui nostri personaggi preferiti e a variare le nostre strategie a seconda degli alleati che dovremo posizionare sul campo, dando un’importanza maggiore all’accampamento e all’addestramento di ogni singola truppa. Grazie a una grafica ancora più dettagliata e fluida rispetto a Fire Emblem Warriors, ora sarà anche più difficile trovarci in momenti in cui il frame rate scenderà sotto un certo punto, evitando di farci preoccupare anche nelle battaglie più concitate. Warriors è tornato, ed è qui per restare.

VOTO: 8.5

Dopo un rito di iniziazione tenuto dalle alte cariche di GamesVillage, Valerio è stato accettato come redattore. È il più giovane del gruppo e, nonostante le apparenze, nasconde un grande talento. Ma lo nasconde molto bene! Non vi consigliamo di partire con lui: leggende narrano che chi l'abbia seguito si sia perso nei meandri della misteriosa Pomezia.