Batman è morto. E con esso, la sua identità segreta, Bruce Wayne. Perché ricordiamolo sempre: non è mai stato Bruce Wayne a tenere nascosta una seconda vita da giustiziere… era il giustiziere che si nascondeva all’ombra del filantropo, per molti versi deceduto già molti anni prima, in quel vicolo, da ragazzino, durante quella maledetta rapina che ne ha segnato il destino. Cosa rimane, a Gotham, quando muore Batman e dell’ultima parvenza di legalità, il commissario Gordon, resta solo una statua commemorativa? Il ricordo. E l’esempio. Entrambi in grado, a seconda della persona, di suscitare paura o meraviglia, rispetto o ammirazione. Batman è morto ma il suo lascito non cade nel vuoto: la Bat-Family esiste ancora e raccoglie il suo mantello, per continuare la sua crociata. Nightwing, Batgirl, Cappuccio Rosso e Robin forse non sono pronti, ma sicuramente sono determinati a farlo, in un momento di crisi e rinascita in cui alcuni dei loro nemici più potenti alzano la testa e un terrore antico appare in controluce, pronto a spegnere ogni lumicino di speranza. I Cavalieri di Gotham sono qui, ora. Tocca a noi reggerne le sorti nel nuovo Action RPG di Warner Bros. Games realizzato da WB Games Montréal: Gotham Knights.
Gotham Knights: Dio è morto, Batman è morto e neanch’io mi sento molto bene
Batman è sicuramente tra i supereroi più famosi di sempre ed è anche, per fortuna, tra quelli che possono vantare le migliori trasposizioni videoludiche. Tra queste, abbiamo la serie Arkham, sviluppata da Rocksteady Studios e spalmata su tre capitoli principali (Asylum, City e Knight) un prequel (Origins) e alcuni spin-off. Amatissima da pubblico e critica, questa saga si è di fatto conclusa sette anni fa, lasciando orfani i fan perlomeno fino all’annuncio di due nuovi titoli, su cui tuttavia occorre fare chiarezza. Uno è Suicide Squad: Kill the Justice League, effettivamente realizzato da Rocksteady e in arrivo il prossimo anno, mentre l’altro è il qui analizzato Gotham Knights, che però, a conti fatti, è qualcosa di relativamente avulso dalla serie già ben nota. Non si tratta di un sequel effettivo alle vicende di Arkham, e nemmeno di un “sequel spirituale” quanto di un titolo che riprende l’impianto e alcune meccaniche utilizzando però una storia, una narrativa e un approccio al gameplay nuovo, cercando la propria strada. Un po’ come i membri della Bat-Family sono, sì, eredi del primo Batman ma sono eroi nuovi, nonostante la matrice, come ben messo in evidenza dal trailer di lancio che trovate in calce alla recensione. Per una overview di
WB Games Montréal ha raccolto la sfida, anche grazie all’esperienza pregressa maturata su Origins, realizzando un titolo godibile ma che non va confuso neanche per sbaglio con un nuovo capitolo della serie Arkham, per non far torto a nessuno.
Four gust is megl che one?
Partiamo da un dato di fatto: il gioco è sostenuto e sospinto da un comparto narrativo che ha molta voglia di dire la sua. La trama in Gotham Knights non è un semplice collante per le azioni dei nostri Cavalieri ma qualcosa a cui è stato dato molto peso dal team di sviluppo, attentamente consigliato e supervisionato da autori e editor DC esperti, tra cui Greg Capullo e Jim Lee. Il tutto, pensando a come soluzioni narrative interessanti potessero fornire spunti di gameplay altrettanto intelligenti. Primo tra tutti, naturalmente, l’utilizzo assai differenziato dei quattro protagonisti: sarà possibile affrontare il gioco impersonandone uno solo e lasciando gli altri a presenziare solo nelle cutscene e al campobase, o affidandone il controllo a un secondo giocatore, in co-op; oppure, si potrà fare la spola tra di essi tramite l’hub principale del gioco, ovvero il Campanile, una sorta di nuova Bat-caverna che fungerà da quartier generale in cui gestire le missioni, le informazioni, gli upgrade a costumi, armi e armature e, non ultimo, far procedere i rapporti interpersonali tra i membri di questa insolita famiglia.
Il rapporto tra i personaggi e il modo in cui si rapportano all’ingombrante figura del loro mentore e predecessore è l’elemento trascinante del tutto, con una serie di riflessioni sottotraccia non banali sulla crescita personale, sul trovare la propria strada, su quanto seguire i passi di chi ci ha preceduto sia sicuro e utile per migliorarsi e dove/quando, invece, trovare il proprio percorso, senza isolarsi.
C’è una certa cura e alcune idee non banali in alcuni dialoghi tra i nostri quattro giovani vigilanti e le persone, amiche o nemiche, con cui si confrontano, che siano un Alfred alle prese con gli scacchi o la opaca statua di Jim Gordon sotto la pioggia battente.
In questo WB Montréal ha fatto anche meglio di quanto si è visto al cinema, nelle pellicole del Cavaliere Oscuro… che sono quasi sempre state più storie basate sui super villain che sugli eroi protagonisti. Anche lo stesso Batman, pur non essendo questa volta il protagonista, è uno specchio parlante che merita di essere ascoltato, nei suoi dubbi e nella sua fallibilità.
Altro plauso merita poi l’idea di inserire una trama orizzontale che pesca a piene mani in un contesto del canone batmaniano piuttosto recente (ma reso alla perfezione) come quello della Corte dei Gufi e incastrandolo con dei villain arcinoti ma ben orchestrati, che risultano tra i momenti più esaltanti dell’esperienza ludica fornita da Gotham Knights.
Nonostante il gioco riservi molte sorprese a chi ha visionato solo i vari trailer, gli stessi svelano anche troppo dell’idea narrativa su cui si fonda il tutto, ovvero il fatto che i componenti della Bat-Famiglia dovranno essere non solo all’altezza del loro ormai scomparso padre putativo, ma addirittura superarlo, dovendo scovare ed eradicare il male stesso che si annida nella città fin dalla sua fondazione. La Corte dei Gufi sarà la minaccia principale che la Bat-Family affronterà in Gotham Knights, ed è una novità assolutamente benvenuta: si tratta di una società segreta nata nei fumetti solo da pochi anni, e per questo ancora poco nota al grande pubblico, ma dal potenziale narrativo immenso. Ideata e messa su carta da Scott Snyder e Greg Capullo, si tratta di una setta d’élite che esiste da secoli, operando come un marionettista tramite fili invisibili su qualunque aspetto della vita a Gotham City. Quello che la rende straordinaria e un nemico formidabile non è solo la disponibilità economica e di mezzi, ma l’essere riuscita a operare per lustri all’insaputa dello stesso Batman, il più grande investigatore del mondo. I gufi possono sembrare buffi, ma in realtà sono predatori notturni che, proprio in virtù della loro apparente pacatezza, colgono le vittime di sorpresa… e spesso tra i loro spuntini preferiti compaiono proprio i pipistrelli! I Gotham Knights non potevano affrontare un battesimo del fuoco più difficile.
A fare da coltraltare ai grandi villain abbiano i semplici minion che stenderemo a frotte durante i nostri pattugliamenti e che, invece, hanno una personalità solo in funzione del loro look… scordatevi sottotrame e missioni alla The Witcher III, anzi!
Accantoniamo, tuttavia, il comparto narrativo per parlare di quello prettamente ludico e, in seguito, di quello tecnico: com’è da giocare, questo Gotham Knights?
Divertente, senza dubbio. Nonostante l’impianto già stravisto, non annoia mai e propone una sfida sempre gradevole, con una intelligenza artificiale che ben risponde alle nostre iniziative e ai nostri tentativi di dileguamento. Il sistema di combattimento (ma anche i comandi e gli spostamenti in generale) è quello che potete aspettarvi da un titolo del genere, a metà tra Arkham Knight e lo Spider-Man di Insomniac: scevro dei movimenti sinuosi del Free Flow System, il combattimento in Gotham Knights procede in maniera più variegata ma meno cadenzata, dato l’approccio assai diverso alle risse dei nostri quattro protagonisti. Forte delle sue radici circensi, Nightwing è il più agile tra i Cavalieri: trova sempre il modo di levarsi d’impaccio e i suoi combattimenti sono come una danza di cui ha sempre l’assoluto controllo. La sua arma preferita sono i bastoni da eskrima. Lo stile di combattimento di Batgirl è quello che più ricorda il Batman originale: la sua arma d’elezione è il tonfa. Abbiamo poi Cappuccio Rosso, non solo inarrestabile in mischia (grazie anche ai suoi rinnovati poteri mistici), ma anche un abile tiratore, esperto di armi da fuoco. Infine, c’è il più recente dei Robin, Tim, che sarà anche il più giovane, ma di certo non è né inesperto né sprovveduto: eccellente detective ed esperto di tecnologia ed approccio psicologico e furtivo, può risolvere le situazioni di crisi senza che i nemici si accorgano nemmeno della sua presenza… fino a quando non rimangono storditi dal suo bastone bo.
Le differenze nel gameplay, tra di loro, non sono sottili, soprattutto quando cominciamo a mettere le mani sulle loro abilità avanzate e sull’armamentario modificato, da craftare in maniera semplice quanto confusionaria. La condivisione dei punti esperienza e delle risorse, ad ogni modo, semplifica di molto la gestione della crescita dei personaggi e il poter cambiare velocemente tra loro quattro è un effettivo toccasana che permette di non stufarsi mai e, volendo, anche di provare approcci diversi in differenti punti del gioco. Un titolo come questo, tradizionalmente volto al free roaming in cerca di punti di interesse e missioni da svolgere di tutti i tipi, soffre facilmente di ripetitività, cosa che qui si avverte poco, nonostante la pletora di missioni secondarie sia abbastanza banale nel concept.
Purtroppo assai deludenti, invece, le brevissime scene da investigatore sulla scena del crimine, con elementi davvero basilari da accoppiare per giungere a soluzioni piuttosto scontate e obbligate, risolvibili in una manciata di secondi anche a tentativi.
Che dire, invece, del comparto tecnico? Gotham Knights è sicuramente gradevole alla vista, ma non fa davvero nulla per cercare di strabiliarci. Lo abbiamo provato su un pc da gaming piuttosto robusto e non c’ha regalato particolari soddisfazioni, pur non facendoci disperare: diciamo che la grafica fa il suo dovere, ma il “vecchio” Arkham Knights, patchato a dovere, riesce probabilmente a essere migliore pur con tutti i suoi anni sul groppone. Per essere un titolo la cui versione old gen è stata cassata, ci aspettavamo ben altre prestazioni: temiamo quindi che tali cancellazioni non siano dovute a una grafica troppo avanzata da poter gestire su hardware vetusti quanto di una non ottimizzazione generale decisamente poco avveduta.
Niente da segnalare, invece, sulla colonna sonora piuttosto anonima (a parte qualche trascinante guizzo nelle battaglie coi boss), ma provvista di un buon doppiaggio.
Sviluppatore: Warner Bros. Games Montréal
Publisher: Warner Bros. Games
Piattaforme: PlayStation 5, Xbox Series X/S e PC
Data d’uscita: 21 ottobre 2022
Gotham Knights merita il vostro tempo? Se vi piace il genere e/o siete amanti dei fumetti DC sicuramente sì. È divertente, è sufficientemente vario e il comparto narrativo funziona a dovere, dando il giusto spazio a tutti coloro che lo meritano.
Soffre, tuttavia, se messo al confronto con la concorrenza diretta più o meno recente: soffre sia a livello tecnico che in termini di originalità. Per essere un titolo esclusivamente next-gen, non c’è veramente nulla di nuovo ed è un gran peccato. Si vede la volontà da parte del team di sviluppo di dare ai giocatori un’esperienza degna, ma si nota pure che l’ambizione del progetto aveva un tetto ben preciso, probabilmente dettato dal budget a disposizione. Insomma, se Arkham Knight era il grande blockbuster cinematografico conclusivo di una saga, Gotham Knights è più una bella serie tv assai godibile ma strutturalmente limitata. Ma, come dicevamo in apertura del pezzo, sarebbe forse ingiusto paragonare questo titolo e il capolavoro di Rocksteady, due progetti assai diversi nonostante le molte cose in comune. C’è davvero un’interessante similitudine tra questi due giochi e la ricerca dei quattro nuovi cavalieri di Gotham di una propria identità: cercano di affrancarsi da chi li ha preceduti ma certi elementi sono così ormai così insiti che sono inscindibili dal proprio essere e dal proprio operato, esponendo il fianco alle critiche di poter essere solo delle brutte copie quando invece hanno un talentuoso capitale che andrebbe solo valorizzato meglio, trovando approcci più radicalmente diversi pur non disperdendo l’esperienza acquisita. Se tutto questo avrà un seguito lo scopriremo solo in futuro: nel frattempo torniamo a pattugliare le strade in un titolo che poteva essere “di più” ma che forse neanche voleva esserlo.