baldur's gate 3

Baldur’s Gate 3 Recensione: il successo a portata di dado

Baldur’s Gate 3 è entrato ufficialmente nelle nostre vite da ormai qualche settimana! Ciononostante, la sensazione che provo, nel momento in cui scrivo questa recensione, è quella di non essere ancora pienamente in grado di lasciare il Faerun, sia mentalmente sia fisicamente. L’avventura imbastita da Larian Studios, uno studio che già con Divinity Orginal Sin ha dimostrato di saper lavorare bene coi giochi di ruolo, è semplicemente ipnotica. Durante la mia esperienza finora maturata ho portato avanti diverse run, ho provato a variare situazioni, scelte e non soltanto, convincendomi sempre di più, ora dopo ora, di essere di fronte a qualcosa di veramente gigantesco, di mai visto prima. Il titanico GDR creato dal team belga, che vive pulsando sangue e D&D da ogni arteria del suo complesso e immaginario tessuto muscolare, riesce infatti nell’ardua missione di riuscire a migliorarsi sempre di più, a non perdersi mai su stesso e a far combaciare perfettamente le tante idee che l’hanno reso tale nella maniera più armoniosa possibile. Baldur’s Gate 3 è un po’ come veniva vista l’America qualche decennio fa: un luogo di infinite possibilità, un posto in cui tirar fuori la miglior (o la peggiore) versione di se stessi e riscrivere la propria vita, nel bene o nel male. Giocando a Baldur’s Gate 3 ho avuto la perenne sensazione di avere il pieno controllo della mia vita virtuale, in modi che finora non ho mai potuto veramente sperimentare. La libertà, dunque, è forse il vero fiore all’occhiello dell’esperienza di gioco imbastita da Larian, o comunque l’aspetto che mi ha maggiormente colpito e che ha reso la mia esperienza di gioco unica e indimenticabile e, sono fortemente convinto, lo sarà ancora, anche nei mesi e, perché no, negli anni successivi. Se siete curiosi di scoprire il verdetto finale di GamesVillage.it su Baldur’s Gate 3 non vi resta che proseguire nella lettura della recensione finale del gigantesco titolo targato Larian Studios.

Baldur's Gate 3

Baldur’s Gate 3: benvenuti nella terra delle possibilità infinite

Dell’aspetto narrativo e tematico di Baldur’s Gate 3, o per essere più preciso delle sue basi strutturali, vi ho già parlato in fase di anteprima e, anche per evitare potenziali spoiler sull’evolversi della storia, voglio evitare di entrare troppo nello specifico. Quello che posso dirvi, mettendoci la mano sul fuoco, è che quello che vi ritroverete per le mani è un prodotto a dir poco maniacale. Come già ha dimostrato di saper fare in passato, Larian ha portato su schermo un insieme narrativo incredibilmente curato, variegato e sfaccettato, capace sia di districarsi e insinuarsi perfettamente nel complesso esoscheletro della serie sia di traboccare di originalità e di coraggio creativo da ogni poro. Le ore di gioco passate in compagnia della gigantesca produzione curata dal piccolo team belga hanno evidenziato, minuto dopo minuto, la cura con cui il lavoro dietro alla creazione dell’immaginario “storico” sia stata centrale e focale sin dalle origini dello sviluppo, e lo si capisce analizzando anche il più piccolo dialogo di ogni angolo del gigantesco mondo di gioco, anche il più nascosto e apparentemente insignificante.

Per intenderci, giocando a Baldur’s Gate 3 si prova quell’ormai smarrita sensazione di trovarsi realmente al centro di qualcosa, di essere parte integrante di un mondo vivo che vive al di là del nostro alter ego ma che, al contempo, si plasma proprio in base alle sue scelte e alle strade intraprese. Proprio sotto questo punto di vista, in particolare, il lavoro di Larian Studios è praticamente perfetto. Durante l’avventura, o per meglio dire le avventure, ho avuto la sensazione costante di poter fare praticamente qualsiasi cosa, di lasciarmi trasportare dal buon sapore della carota o dallo stridio minaccioso del bastone, con conseguenze sempre diverse sul mondo di gioco e sui suoi interpreti, principali e non. L’immaginario di Larian si basa, dunque, sulla totale libertà data al giocatore nel rapportarsi con il prossimo, nel capire e comprendere le tante fazioni e “forze” in gioco e, di conseguenza, scegliere chi voler essere una volta indossati gli abiti da abitante del Faerun. Questo sistema, in realtà comunque non esattamente originale o rivoluzionario, soprattutto per gli standard del genere, assume una valenza smisurata se si considera un altro fattore, un fattore che va a completare il quadro in maniera perfetta, sia per concezione sia per resa finale.

Baldur’s Gate 3

Fondendo l’aspetto ludico della produzione con le regole dell’universo di Dungeon’s & Dragons, Larian ha saputo creare una struttura incredibilmente complessa quanto semplice che si basa, anche sul piano dell’evoluzione della linea narrativa e dei rapporti con personaggi e fazioni, anche sul sistema del lancio dei dadi. Durante l’avventura, infatti, vi capiterà più di una volta di poter alterare e decidere le sorti dell’evoluzione di un dialogo, con conseguenze enormi anche su eventuali fazioni e nuclei di cui diventare o un alleato o un nemico, affidandoci, semplicemente al lancio del dado, un po’ come avviene nel gioco di ruolo “reale” più famoso al mondo. Con il “Successo”, così come viene definito nel gioco, del lancio dei dadi è quindi possibile far pendere l’esito di una determinata vicenda a proprio favore, ma anche spingere il vostro alter ego in una direzione infausta, nel caso di fallimento nel lancio, degli eventi, con conseguenze anche giganti sullo sviluppo della storia. Durante le tante ore di gioco, infatti, mi sono trovato più volte a cercare di forzare la mano coi dadi, e spesso e volentieri, fallendo, ho potuto capire veramente quanto fondamentale sia questo fattore nell’economia anche narrativa del gioco. Vivere Baldur’s Gate 3 sfruttando appieno le sue peculiarità più intime è uno step fondamentale per godere dell’esperienza di gioco in maniera più pura possibile, quella, per intenderci, che riesce a restituire le sensazioni più profonde e per certi versi autentiche. In tal senso, credo sia fondamentale sottolineare l’importanza di dare ai dadi un peso ancor più importante ai fini dell’esperienza di gioco. Per dare più spazio di manovra ai giocatori meno avvezzi con il genere o, più che altro, con l’universo di D&D in primis, Larian ha inserito un opzione che va proprio a limitare l’impatto del dado. Il mio consiglio è quello di disattivare questa funzione dal menù di gioco, la quale cerca di intervenire in maniera artificiosa sull’eventuale fortuna (o sfortuna) di un singolo giocatore. Proprio per salvaguardare la beltà di questo principio di base anche e soprattutto sul piano narrativo ed evolutivo della storia, il mio consiglio è quello di lasciarsi trasportare dalla purezza di un mondo creato proprio per lasciarsi plasmare dal giocatore e dalla sua mente, ed è proprio questo uno degli aspetti più incredibili di un titolo che promette veramente di riuscire a stupire e a sorprendere anche dopo centinaia e centinaia di ore di gioco.

Sviluppo, esplorazione, regole: il capolavoro più luminoso di Larian Studios

Giudicare Baldur’s Gate 3, e l’ho già detto più volte, non è una cosa semplice, soprattutto quando si analizza uno degli aspetti più importanti e ambiziosi della produzione: il gameplay e la relativa struttura ludica in generale. Così come per quanto concerne la gestione della complessa e variegata linea narrativa e tematica, Baldur’s Gate 3 si presenta allo stesso modo un vero e proprio titano di complessità anche e soprattutto sotto l’aspetto videoludico. Il gioco di Larian, che come al solito ha dimostrato di saper metter mano al genere dei GDR come pochi altri al mondo, si basa su una struttura tendenzialmente anche classica, che rispetta appieno i dogmi e i preconcetti del genere a cui fa riferimento, ma riesce ad ampliarli e soprattutto a incastonarli alla perfezione con quelli del ben più complesso mondo di Dungeons & Dragons. Il gioco di ruolo per eccellenza, e più precisamente la quinta edizione, rappresenta il cuore pulsante dell’ossatura ludica del titolo di Larian e lo fa in maniera a dir poco sublime. Ancora una volta il team di sviluppo belga ha dimostrato di saper lavorare egregiamente con tutto ciò che ha in mano, riuscendo sempre e comunque a tirar fuori l’immancabile coniglio bianco anche dalle situazioni più improbabili.

L’obiettivo principale del team di sviluppo, dichiarato, era quello di riuscire a trasmettere attraverso l’esperienza in game le stesse sensazioni della controparte cartacea del colosso del mondo dei giochi di ruolo, e voglio subito chiarire che questo obiettivo è stato in larga parte centrato. Baldur’s Gate 3 è infatti un titolo che, così come per la sua struttura narrativa, fa della libertà, della creatività e dell’immaginazione i suoi punti cardinali anche sul piano videoludico, onorando al meglio di sé i concetti alla base del variopinto mondo di D&D. I tratti che compongono l’avventura sono strutturati in maniera a tratti perfetta, capaci di spingere non soltanto la storia ma anche proprio e soprattutto il gameplay verso nuove vette qualitative, anche per quanto riguarda fattori come la longevità, la variazione e la rigiocabilità in generale.

Baldur’s Gate 3

Come vi ho già ampiamente spiegato in fase di anteprima, già la sola scelta della classe e della razza con cui partire per il gigantesco viaggio può generare la creazione di un mondo di gioco e di situazioni completamente inedite e uniche. Il sistema di classi e razze si basa, per l’appunto, sulle regole e le ideologie della quinta edizione di D&D, con abilità, gestione dei turni, dei movimenti e in generale di tutto ciò che si può fare “in mezzo al campo” più fedele possibile alla controparte cartacea del titanico GDR. I ragazzi di Larian, però, da vecchi marpioni quali sono hanno saputo fondere perfettamente questi fattori con alcune esigenze esclusive della sfera videoludica, portando su schermo un gioco dannatamente complesso e spietato ma allo stesso tempo in grado di offrire un’esperienza sensoriale a dir poco impagabile. Per ovvi motivi legati più che altro al bilanciamento di alcune classi e alle relative ripercussioni in game, Larian si è presa delle ovvie libertà, ma nel complesso ha saputo trasportare in maniera a dir poco maniacale l’esperienza di D&D nel mondo di gioco, creando, proprio come nella “realtà”, un universo in continua mutazione in base alla volontà del giocatore e, chiaramente, malleabile in base alla sua immaginazione.

Per farla più breve possibile, così come per quanto riguarda la trama, in Baldur’s Gate 3 potete fare veramente quel che volete e, soprattutto se conoscete bene il regolamento e le nozioni più importanti di D&D, potreste veramente fare qualsiasi cosa all’interno dei Forgotten Realms ricreati da Larian. Vi ho già parlato, ad esempio, del lancio del dado, un fattore dal mio punto di vista chiave del gioco, ma le cose non finiscono chiaramente qui. Anche la semplice l’esplorazione è legata fortemente alle abilità e all’abnegazione del giocatore nel saper sfruttare le capacità e le “mosse” a propria disposizione, in un vortice videoludico di una potenza a dir poco inaudita. Spesso e volentieri ho scoperto zone extra bruciando col fuoco un vaso pieno d’olio, ho liberato passaggi segreti sfruttando alcune abilità uniche del mio mago e via dicendo, e questi sono soltanto gli esempi più semplici di ciò che vi aspetta una volta avventurati nello straripante mondo di gioco di Baldur’s Gate 3. Sotto questo aspetto, gioca un ruolo fondamentale anche la gestione del level design. Le mappe di Baldur’s Gate 3 sembrano disegnate su misura per rendere l’esperienza di gioco ancor più immersiva e totalmente affidata alla volontà del giocatore di decidere come e in che modo sfruttare le proprie abilità e il proprio modo di vivere un’esperienza del genere, con la consapevolezza però di avere a che fare con un prodotto che vuole spingere sempre in alto l’asticella dell’attenzione e della difficoltà in generale.

Livello di sfida elevato e poco permissivo

Questo aspetto si evidenzia in particolare quando si parla dei combattimenti, dal mio punto di vista uno degli aspetti più elitari dell’intera produzione. Sono sincero: non avrei immaginato di trovarmi di fronte a un prodotto così complesso, e per certi versi, in alcuni momenti, l’ho anche un po’ odiato. Baldur’s Gate 3 è un titolo molto complicato da approcciare, specialmente quando si parla, appunto, di battaglie e di combattimenti. Larian, come dicevo prima, ha basato interamente la gestione degli scontri sulle regole di D&D, facendo un pregevole livello, ma al contempo si è esposta a un bilanciamento generale degli scontri potenzialmente anche troppo complicato da gestire, specialmente per i giocatori più occasionali e per quelli meno avvezzi con l’universo di Dungeons & Dragons. Da buon gioco di ruolo, Baldur’s Gate offre degli scontri molto appaganti, molto tattici, in cui è fondamentale gestire ogni aspetto della battaglia, partendo dal piazzamento o dalla scelta del party, per poter portare a casa anche il più semplice degli scontri. A ciò si aggiunge un livello di sfida decisamente molto alto, che fa un po’ da eco a quanto visto nei lavori precedenti dell’azienda belga (Divinity: Original Sin) che ci ha già abituato alle sue “pretese” videoludiche molto elevate. Anche a livello di sfida più basso, che, sinceramente, mi sento di consigliare ai meno esperti, il gioco offre una struttura molto ardua da scalfire, ma che, paradossalmente, può andare in frantumi in un baleno se messa nelle mani di chi conosce l’universo di gioco che ruota intorno all’ultima fatica di Larian Studios. In generale, comunque, il livello di sfida rimane tarato verso l’alto, ragion per cui è fondamentale sperimentare sempre e comunque, cercando di capire quale potrebbe essere, in linea di massima, il vostro approccio preferito alle battaglie.

Baldur’s Gate 3

Da questo punto di vista diventa fondamentale conoscere bene le classi e i loro poteri extra, ma proprio qui arrivano le prime e se vogliamo immancabili semplificazioni, che ammortizzano un minimo la difficoltà del gioco. Larian ha deciso di permettere ai giocatori sia di gestire una doppia classe in simultanea, quindi con la possibilità di sfruttare skill e tratti unici di un determinato archetipo, sia e soprattutto quello di resettare i punti spesi con le abilità e le skill attive e passive e decidere di ripartire nuovamente, con scelte diverse in base anche all’esperienza maturata durante le ore di gioco. Sia chiaro, come ho detto prima Baldur’s Gate 3 è un gioco che, potenzialmente, si può “rompere” con una conoscenza massiccia del genere e dell’universo a cui fa riferimento, ma nel complesso rimane un’esperienza che, se considerata esclusivamente sul piano ludico, rimane molto complessa e pensata per un determinato approccio. Gli scontri, comunque, sono sempre appaganti e quasi mai frustanti, ad eccezione della maledetta percentuale di colpo riuscito che ho trovato sin troppo rigida e troppo appannaggio degli avversari mossi dall’IA. Il numero di colpi mancati (anche con 70-75% di successo) sono eccessivi, anche considerando che proprio a livello di intelligenza artificiale il gioco d Larian si difende molto bene, con avversari molto bravi a sfruttare l’ambiente, le debolezze e in generale tutti gli artifici pensati per punire gli avversari al primo errore. In definitiva, comunque, è impossibile non premiare il lavoro svolto da Larian sul fronte ludico. Baldur’s Gate 3 ha semplicemente tracciato un nuovo confine alla voce “standard qualitativi” e sarà veramente complesso fare di meglio in futuro.

Comparto tecnico di ottimo livello, ma la perfezione non esiste

Da un punto di vista artistico e soprattutto tecnico, Baldur’s Gate 3 si difende molto bene, ma alcuni punti non mi hanno convinto del tutto. Il mondo di gioco imbastito da Larian da vedere, offre un impatto visivo veramente eccellente, seppur mai veramente “clamoroso”. Partendo dalle gigantesche distese erbose, le costruzioni, i dungeon finendo con le aree abitate, come accampamenti, città e via dicendo, ognuno dei pezzi che compongono il puzzle audiovisivo del titolo risultano sempre molto accattivanti, tanto a livello estetico quanto sul piano dell’immaginario a cui fa riferimento. Baldur’s Gate 3 è molto curato anche sotto questo aspetto e nessun dettaglio sembra essere lasciato al caso. Il mondo di gioco è ben disegnato e soprattutto ben progettato, e come vi dicevo già in precedenza gode di un level design intelligente e stratificato, cosa che si amalgama perfettamente anche con la cura con cui è stato realizzato sul piano tecnico. Vivere per i Forgotten Realms è, quindi, un piacere anche per gli occhi, ma non solo!

Tutto il mondo di gioco sembra essere creato proprio per accentuare il fattore immersività, che già di per sé è encomiabile ,sia chiaro. Con i suoi colori accesi, con quei verdi super potenti e con quella voglia di creare dei contrasti cromatici spesso e volentieri, l’impianto estetico di Baldur’s Gate 3 è un omaggio sia alle origini della serie sia all’universo di Dungeons & Dragons, ed è facile comprenderlo, soprattutto se si prende la sanissima abitudine di non lasciarsi scappare nessun angolo delle mappe di gioco. Il colpo d’occhio generale è dunque molto curato e anche se si osservano da più vicino i vari fattori (modellazione poligonale dei personaggi, dei luoghi e via dicendo) si nota il desiderio di Larian di portare su schermo un prodotto dall’estetica ricercata e mai lasciata a se stessa. Il vero punto di forza della resa tecnica di Baldur’s Gate 3 è, però, l’ottimizzazione. Il lavoro svolto dal team di sviluppo è, sotto questo aspetto, encomiabile, e si pone un po’ come un nuovo orizzonte per tutti coloro che sono desiderosi di sviluppare le proprie idee su PC.

Baldur’s Gate 3

Il terzo capitolo della serie ruolistica per eccellenza si è comportato ottimamente sul mio PC complessivamente di media/alta fascia, “spinto” in su da una 3060 che mi ha fatto godere dell’avventura con dettagli molto elevati, DLSS e un frame rate sempre oltre i 100 fps senza troppa fatica, a testimonianza, per l’appunto, del grande lavoro svolto in termini di ottimizzazione. Quello che però colpisce è la scalabilità tecnica con cui il gioco è stato pensato e, successivamente, distribuito. Dal menù opzioni, infatti, è possibile mettere mano a una quantità importante di dettagli tecnici, che possono essere liberalmente personalizzati per combinarli tra loro nel modo più autonomo possibile, al fine di rendere l’esperienza finale più piacevole e “pulita” possibile, in base alla vostra dotazione. Anche il comparto sonoro si comporta molto bene. La OST che accompagna il viaggio è solenne e mai casuale e il doppiaggio in lingua originale è veramente ben fatto. Gli attori sembrano infatti molto ben calati nella parte e restituiscono un feedback molto autentico e profondo, anche quelli apparentemente meno importanti. Passando ai problemi, invece, è impossibile non menzionare alcuni dei limiti che hanno generato non pochi problemi durante l’avventura. In primis, ovviamente, la gestione della telecamera.

Puntare il mouse per esplorare, in Baldur’s Gate 3, senza toccare due volte su tre uno dei vostri alleati e prendere parte a un dialogo non voluto è praticamente la regola e, in generale, la gestione della telecamera si è dimostrata molto problematica, anche durante i combattimenti. La situazione migliora tantissimo, paradossalmente, con l’ausilio del pad. Durante la partita ho provato ad alternare il gioco classico con mouse e tastiera con quello ipoteticamente che vedremo su PS5 con l’ausilio di un pad Xbox, con risultati molto più convincenti, almeno per quanto riguarda l’esplorazione e le fasi di movimento libero in particolare. Per il resto, la conta di alcuni bug e glitch grafici è sicuramente abbastanza elevata, senza contare alcuni frangenti in cui ho dovuto direttamente caricare i salvataggi a causa di qualche situazione non esattamente voluta che si è generata inavvertitamente a causa proprio di alcuni difetti di programmazione (che sicuramente verranno corretti con future patch). Nel complesso, comunque, considerando anche la mole spropositata di contenuti, il risultato finale si pone sempre tendente al positivo, garantendoci un’esperienza ruolistica mai vista fino a questo momento, e che difficilmente rivedremo nell’immediato futuro!

Piattaforme: PC, PS5

Sviluppatore: Larian Studios

Publisher: Larian Studios

Baldur’s Gate 3, semplicemente, ha riscritto i dogmi e gli standard qualitativi dei giochi di ruolo. Il titolo di Larian lascia intendere sin da subito a quale vette mira, confermando in toto e appieno tutte le ottime sensazioni col passare delle ore, arricchendosi a dismisura tanto sotto il profilo narrativo quanto su quello videoludico. I punti di forza principali del gioco sono una scrittura senza precedenti, in cui la cura per ogni singolo dettaglio di ogni singolo personaggio può fare la differenza, e un’intelaiatura ludica impressionante, sia sotto il profilo della qualità sia e soprattutto su quello della libertà e della profondità. In Baldur’s Gate 3 potrete veramente essere chi volete e come volete, con conseguenze sempre evidenti e ben precise, che si legano perfettamente tanto alla storia quanto qualità della vita di un titolo pensato per rubare la vita sociale a ogni appassionato. Sia chiaro, alcuni aspetti li ho trovati meno riusciti, come ad esempio la gestione della telecamera e di alcuni input di gioco (con mouse e tastiera principalmente), ma nel complesso, sorvolando anche su sporadici bug di natura tecnica, è impossibile non tessere le lodi di un prodotto che, come un po’ tutti quanto ci aspettavamo, non si è lasciato scappare la possibilità di ergersi a nuova vetta per il genere e più in generale per tutto il settore!

Ho imparato a conoscere l'arte del videogioco quando avevo appena sette anni, grazie all'introduzione nella mia vita di un cimelio mai dimenticato: il SEGA Master System. Venticinque anni dopo, con qualche conoscenza e titoli di studio in più, ma pochi centimetri di differenza, eccomi qui, pronto a padroneggiare nel migliore dei modi l'arte dell'informazione videoludica. Chiaramente, il tutto tra un pizza e l'altra.

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