Manca appena un mese a quello che può essere considerato il ritorno più atteso dell’anno: stiamo naturalmente parlando della saga di Assassin’s Creed, il cui ultimo capitolo – per quanto maestoso e lungamente supportato – risale all’ormai lontano 2020; trovate qui, per scrupolo di completezza, la recensione di Assassin’s Creed Valhalla. Il prossimo ottobre 2023, invece, si segnerà una tappa fondamentale nella storia della serie. Difatti, dopo tanto tempo, non assisteremo al lancio di un nuovo open-world in stile Origins, Odyssey e Valhalla stesso, ma a un ritorno alle origini fedelissimo alle atmosfere del primissimo capitolo con protagonista Altair. Grazie ad Ubisoft – così veniamo al punto della questione – abbiamo potuto provare in anteprima ben tre missioni di Assassin’s Creed Mirage; missioni calibrate e disseminate all’interno del più vasto titolo completo, del quale abbiamo dunque assaporato tre momenti molto diversi tra loro, ma tutti estremamente convincenti. Eccovi dunque il provato in anteprima di Assassin’s Creed Mirage, che promette di essere ciò che i fan attendevano da tempo: un “vero” Assasin’s Creed, fedele al periodo d’oro della serie, costituito – grossomodo – dalle avventure di Altair ed Ezio.
Ritorno in Terra Santa. Primo viaggio in compagnia di Basim
Chi ha giocato ad Assassin’s Creed Valhalla conosce già Basim Ibn Ishaq, e probabilmente non nutre un’opinione positiva per il personaggio in questione, dato che nel titolo citato compare come spietato antagonista di Eivor. Ma un personaggio così affascinante e per certi aspetti sfaccettato, almeno per quanto era stato possibile intuire, non poteva certo rimanere confinato al terzo open-world RPG del franchise Ubisoft. Eccolo tornare allora come protagonista di un capitolo stand alone pensato per festeggiare il quindicennio di vita della saga (eh sì, sono già passati quindici anni), ambientato nel IX secolo a Baghdad, quando gli Assassini si chiamavano ancora Occulti e Altair non era ancora arrivato a segnare il destino dell’Ordine.
Il nostro provato è stato tripartito in modo molto intelligente, perché ogni sezione di gioco era finalizzata alla comprensione di determinate meccaniche e alla costruzione complessiva dell’atmosfera di ciò che sarà, con tutta probabilità, l’esperienza finale; un vero e proprio assaggio della portata principale, tale da destare curiosità ma di certo non sazietà. La prima missione ci vedeva vestire ancora i panni di un semplice ladro della capitale; va bene, dotato di indubbie doti di arrampicata e silenziosità, ma pur sempre un semplice ladro. La seconda già spostava l’attenzione su uno dei due ambienti di gioco principali assieme a Baghdad, vale a dire Alamut, la roccaforte degli Assassini e vedeva Basim alle prese con il suo addestramento da novizio. La terza missione, infine, ci riportava a Baghdad ad alcuni anni di distanza, così da poter agire in una situazione politica drasticamente mutata: i Templari hanno preso il controllo della regione e noi siamo chiamati a far luce su un mistero sul quale preferiamo non pronunciarci, ma che ovviamente comprende l’assassinio di un uomo di potere, da buona tradizione della serie.
Ad Ubisoft va il plauso di aver strutturato il provato in modo incredibilmente funzionante: l’attenzione resta desta dall’inizio alla fine, proprio perché si esplorano momenti storici e di trama (nonché ambienti) diversi tra loro, invece del solito gameplay ambientato nella stessa zona dall’inizio alla fine. Se lo scopo era convincere sulla validità del prodotto completo, inoltre, noi siamo per buona parte già convinti: non solo per via delle meccaniche, delle quali stiamo per parlarvi, ma per altri due motivi: si respira, innanzitutto, l’atmosfera – quella vera, indimenticabile, riconoscibilissima – di un vero Assassin’s Creed; e poi, era tutto già disponibile in lingua italiana, doppiaggio completo. Va bene, non è che a Ubisoft manchino le risorse, ma non è neppure così scontata l’attenzione da parte dei grandi publisher. Comunque, proseguiamo.
Più piccolo, più affascinante: il gameplay di Assassin’s Creed Mirage
La filosofia di Assassin’s Creed Mirage ci è apparsa in tutta la sua sinteticità dopo pochissimi minuti di gioco. Questo non è un Assassin’s Creed “grande”, non è ai livelli di Origins, Odyssey e Valhalla e ci è sembrato intuitivamente un po’ più piccolo anche di Unity, pur rimanendo più vasto rispetto al primissimo capitolo della serie. Ma è chiaramente a quest’ultimo che si ispira: la decisione è stata quella di concentrarsi su un ristretto numero di caratteristiche per potenziarle al massimo, evitando la dispersione. È, per semplificare un po’, un episodio tutto concentrato sulla trama, su una narrazione lineare ed efficace. La mappa è funzionale a questo scopo: non ci sono zone inserite “tanto per”, e a occhio neppure missioni secondarie curiose o bislacche (sì, stiamo ancora pensando a Valhalla, con tutto il bene del mondo). Qui c’è la storia di Basim, degli Occulti e del controllo sulla città, contesa tra le potenza in gioco; la storia di un uomo normale che si ritrova a vestire i panni di un Assassino, apprendendo le basi del Credo e diventando di giorno in giorno più forte – con tanto di fallimenti e passi falsi.
Ed è una storia che abbiamo potuto solo “assaggiare”, ma che già promette non bene, quanto benissimo: perché è questo che al franchise mancava ormai da anni, in favore del potenziamento di tutto il resto (del mondo di gioco, delle meccaniche, della mera durata dell’esperienza). Le meccaniche sono state adeguate a questi intenti, in modi che ci sono già sembrati efficaci. Per esempio, non si sale più di livello; non si sbloccano millemila armi diverse, né armature: l’intera componente RPG è praticamente sparita. C’è, invece, l’arsenale di base, c’è il parkour, e devono bastarvi per arrivare a completare la missione eliminando l’obiettivo, od ottenendo comunque informazioni e oggetti utili. Basta correre all’impazzata contro nemici eliminabili con un colpo di spada: qui anche le guardie “base” picchiano duro, e l’intero sistema è basato sulla meccanica di attacco pesante/leggero, parata e schivata. Tre guardie già iniziano ad essere un problema; cinque significano direttamente game over, soprattutto se arrivano quelle “pesanti”.
Ciò significa che finalmente si “torna a pensare”, si pianifica una strategia d’attacco negli accampamenti e, se fallito, si ricomincia da capo, migliorando. Si agisce silenziosamente, si attirano i nemici delle siepi, si agisce nell’ombra e non allo scoperto: come nel primissimo Assassin’s Creed, insomma. Più vi farete notare, più aumenterà la taglia sulla vostra testa (non vi ricorda qualcosa?), e con una taglia alta qualsiasi popolano vi riconoscerà e chiamerà la guardia più vicina. La parola d’ordine è dunque una sola: discrezione, come mai prima d’ora!
Manuale del perfetto assassino: il ritorno delle indagini
Assassin’s Creed Mirage vedrà la reintroduzione delle indagini, abbandonate con l’avvento degli open-world. Si tratta, fondamentalmente, di una missione a più livelli/gradi, che per essere completata richiede il reperimento di indizi tramite le missioni secondarie collegate. Non basterà, insomma, trovare e uccidere il cattivo, ma bisognerà capire chi è il cattivo, in che modo è collegato all’attività sulla quale stiamo indagando, chi sono i suoi collaboratori, dove agisce, quali sono le sue abitudini, eccetera. Ciò rende l’esperienza molto più profonda e appagante, anche perché non esiste un unico modo per arrivare all’obiettivo, ma si possono percorrere anche vie secondarie – in questo, Assassin’s Creed Unity è stato un vero campo di sperimentazione, troppo spesso sottovalutato.
Del resto le indagini costituiranno il nocciolo dell’esperienza, ma non la esauriranno: vi saranno anche missioni più brevi e meno stratificate, ma comunque finalizzate all’avanzamento di una trama ben lineare, non più dispersiva come negli ultimi dieci anni. Sulla qualità intrinseca di quest’ultima, invece, abbiamo bisogno di più tempo e di provare con mano la versione finale del gioco, com’è ovvio che sia! Anche per pronunciarci sulla solidità complessiva, dal punto di vista grafico-tecnico, vogliamo attendere la nostra copia per PlayStation 5 dato che l’evento si è infatti tenuto in streaming, da remoto, sulla base di una versione PC.
Piattaforme: PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox Serie S/X, Xbox One, PC
Sviluppatore: Ubisoft
Publisher: Ubisoft
Data di uscita: 5 ottobre 2023
Per ora, come si sarà capito, sono più gli aspetti convincenti di Assassin’s Creed Mirage rispetto a quelli dubbi: speriamo solo che il tutto non sia troppo breve, e che le missioni principali non siano (troppo) ripetitive. Il resto ci sembra però già alquanto efficace: torneremo a pronunciarci a tempo debito, in vista del lancio. Fidatevi di noi però, perché Assassin’s Creed sta tornando ed è davvero quello di un tempo! Chi ama le produzioni mastodontiche questa volta dovrà saltare il giro e puntare al prossimo capitolo. Ma è anche giusto che sia così!