Quando, poco dopo il 2010, Starbreeze Studios si stava riprendendo da una serie di insuccessi e ristrutturazioni interne, ed era alla ricerca di nuove proprietà intellettuali dal respiro non troppo ampio su cui scommettere, la sua strada si incrociò con quella di Josef Fares, il pluripremiato regista svedese di Jalla! Jalla! e Zozo che stava cercando da tempo di proporre le sue idee a diverse software house, senza successo. L’intesa artistica e commerciale tra le due realtà diede vita a Brothers A Tale of Two Sons, uno dei titoli più straordinari a cui abbia mai giocato nella mia intera carriera videoludica, tanto dal punto di vista puramente meccanico quanto da quello emotivo. Adesso, 505 Games ha deciso di riproporlo con una veste grafica al passo con i tempi, affidandolo al talentuoso team italiano Avantgarden capitanato da Abramo “Rami” Galante.
Spesso, descrivendo il legame che unisce i fratelli, siamo soliti utilizzare metafore vivaci per sottolineare quella particolare intesa che permette ad uno di sapere cosa pensa o cosa prova l’altro, e viceversa, senza scambiare una parola. Ma l’ispirazione di Fares voleva porre un quesito più complesso: cosa accade quando questo legame viene messo alla prova? Nel suo Brothers, due fratelli senza nome sono accomunati dal desiderio di trovare una cura per la misteriosa malattia che affligge il padre. Oltrepassati i confini del loro piccolo villaggio e immersi in uno splendido scenario fiabesco, le uniche armi sulle quali possono contare sono l’ingegno e loro stessi. Nessuno potrebbe darvi torto se pensaste che il titolo sarebbe perfetto per essere giocato in maniera cooperativa, soprattutto considerati i successivi excursus interattivi del regista come A Way Out e It Takes Two, ma Brothers è pensato per essere vissuto da una sola persona che controlla entrambi i ragazzi in simultanea, ognuno dei quali legato ad una delle due leve analogiche di un normale pad. Poiché non è possibile interagire con i pulsanti facciali, ogni singola azione, da “afferrare la sporgenza” a “suonare uno strumento musicale”, viene svolta con l’ausilio dei grilletti.
Brothers A Tale of Two Sons Remake: armonia ludonarrativa
Può sembrare un approccio semplicistico, ma inizierete ad apprezzarlo quando vi renderete conto che il vostro encefalo non è in alcun modo predisposto al controllo simultaneo di due personaggi. All’inizio ho faticato tantissimo per consentire ad entrambi i fratelli di scalare una rupe che sono stato quasi grato di aver dovuto premere il grilletto sinistro per posizionare quello più grande in guisa di supporto e il grilletto sinistro per fare in modo che il più piccolo salisse sulle sue mani e quindi raggiungesse la cima. I ragazzi condividono letteralmente un cervello, il vostro, un organo abituato a lavorare da solo. Eppure, continuando ad aiutare i protagonisti a risolvere gli enigmi e lavorare di concerto per scansare i pericoli, ad un certo punto accade qualcosa: diventiamo, di fatto, più bravi, impariamo a controllare meglio queste due entità eterogenee e le loro movenze si fanno più fluide e reattive. La storia di una coppia di figli accomunati da circostanze straordinarie non è certo una novità, ma la parte sorprendente è il modo in cui lo svolgersi degli eventi viene comunicato in maniera non verbale, poiché nessuno dei fratelli pronuncia una singola frase intelligibile in tutto il gioco.
La percezione dell’evolversi del rapporto tra i due è modellata dalle nostre capacità in costante crescita di controllarli. In parole povere, è un racconto narrato quasi interamente attraverso le dinamiche del gameplay. Molti giochi si sforzano di essere film interattivi, ma Brothers è qualcosa di più simile a una poesia. Le meccaniche sono strofe e, inanellate una dietro l’altra, possiedono un impatto emotivo maggiore di quello che alcune sceneggiature ottengono con migliaia e migliaia di parole vuote. L’opera di Fares avanza introducendo di continuo nuovi elementi, ad esempio quello mostrato nel trailer in cui i ragazzi devono oscillare in mezzo a colossali statue di pietra, utilizzandosi a vicenda come contrappesi. Ma, a differenza di molti altri analoghi, le soluzioni interattive di Brothers non hanno il tempo materiale di divenire abusate poiché vengono introdotte, raggiungono il loro scopo e lasciano subito spazio alla prossima. Anche la durata complessiva dell’esperienza, che si attesta al di sotto delle 5 ore, risulta apprezzabile perché al suo interno sono contenute molte più idee originali di quante ne impieghino altri titoli esponenzialmente più lunghi.
Una piccola, grande odissea silenziosa
La produzione era altrettanto generosa dal punto di vista visivo, quantunque tradisse la sua natura a basso budget, e raramente lasciava trascorrere qualche minuto senza offrire un paesaggio sbalorditivo da ammirare, un fattore ulteriormente amplificato da questa nuova versione sviluppata con l’ausilio dell’Unreal Engine 5. I panorami non sono solo bellissimi, ma sottolineano quanto sia vasto il mondo che i protagonisti devono attraversare e, per estensione, quanto sia vitale la relazione che stringono per la loro stessa sopravvivenza. Tale rapporto viene ulteriormente sviluppato in diverse occasioni, come quando nel villaggio ci imbattiamo in una donna intenta a spazzare fuori casa: a quel punto, premendo il grilletto sinistro, il fratello più grande si offre di aiutarla, mentre con il destro quello più piccolo tenta di impressionarla tenendo la scopa in equilibrio sul palmo della mano. Pur se marginali, questi momenti sono essenziali per delineare il carattere di entrambi, e chi è disposto a cercarli verrà ricompensato con una comprensione emotiva molto più ricca.
Essendo stato inizialmente pubblicato su PC, Xbox 360 e PlayStation 3, Brothers A Tale of Two Sons si avvaleva del supporto della terza iterazione dell’Unreal Engine. Il trailer riesce già a rimarcare l’evidente balzo generazionale compiuto con il rifacimento dove tutto, dai singoli modelli tridimensionali alla resa dei capelli, dal livello di dettaglio ambientale alle texture rivedute e corrette, ha un aspetto decisamente migliore. Non sappiamo ancora se e quanto lo staff di Avantgarden sfrutterà le nuove caratteristiche di Unreal Engine 5, nella fattispecie il sistema di illuminazione globale Lumen e la geometria micropoligonale virtualizzata di Nanite, ma sappiamo che questa volta potremo affrontare l’avventura assieme ad un amico in co-op locale sul medesimo schermo, un particolare che potrebbe arricchire l’esperienza grazie all’inedita opportunità di condivisione.
Piattaforme: PC, PlayStation 5, Xbox Series X|S
Sviluppatore: Avantgarden SRL
Publisher: 505 Games
Data di pubblicazione: 28 febbraio 2024
Inutile nasconderlo, la notizia del remake di Brothers mi ha spiazzato e, al di là della qualità effettiva che verrà sfoggiata dal prodotto finale, sono lieto di apprendere che la sua impronta nell’attuale mercato videoludico in costante evoluzione non è stata ancora dimenticata. Seppur schiacciato da altri due rilasci di notevole peso (uscirà infatti un mese dopo Like a Dragon Infinite Wealth e un giorno prima di Final Fantasy VII Rebirth), vorrei invitarvi a non sottovalutarlo, perché potrebbe rivelarsi anche per voi una sorpresa incredibilmente memorabile.