The Last of Us Part II Remastered

The Last of Us Part II Remastered Recensione: la nuova “Director’s Cut” di Sony su PS5

Dopo Ghost of Tsushima Director’s Cut, Death Stranding Director’s Cut e The Last of Us Part I (con quest’ultimo che si differenzia molto dall’opera di rifacimento dei 2 titoli citati prima), Sony Interactive Entertainment ha proposto l’ennesimo gioco con “upgrade” e contenuti tagliati che ha fatto il grande passo da PlayStation 4 a PlayStation 5. Naughty Dog però ha deciso di continuare la sua tradizione legata alla nomenclatura delle sue riproposizione, decidendo di non proporre The Last of Us Part II Director’s Cut, ma bensì The Last of Us Part II Remastered, versione rimasterizzata dell’omonimo capolavoro che però ripercorre la strada già intrapresa da Sucker Punch e Kojima Productions, ossia quella di garantire ai possessori del titolo originale la possibilità con soli 10 dollari/euro di ottenere la versione next-gen del gioco con tanto di contenuti aggiuntivi impossibili da giocare su PlayStation 4. Charamente, chi non è in possesso dell’edizione PS4 del titolo può acquistare direttamente la rispettiva edizione PS5 (disco o digital) pagando il prezzo proposto, ossia 50 euro.

Ora mi rivolgo a tutti coloro ansiosi di leggere la mia seconda recensione dedicata a The Last of Us Part II: se siete venuti qui per contemplare il 10 assegnato al titolo di Naughty Dog, vi invito a leggere la recensione della versione originale pubblicata su PlayStation 4 nel 2020. La versione old-gen dell’avventura di Ellie ed Abby (che in questa review può essere nominata ovviamente senza alcuna restrizione) rappresentava la perfezione raggiunta in una generazione arrivata alla sua conclusione, con un team di sviluppo che ha saputo spremere al massimo la console di riferimento donando al mondo un’opera grandiosa sia in termini narrativi che in termini tecnici. La “Remastered” invece prende in eredità soltanto la prima parte di perfezione, ritrovandosi invece con alcuni inciampi dal punto di vista tecnico e proponendo una versione current-gen con alcuni passi indietro rispetto agli standard a cui siamo ormai abituati.

The Last of Us Part II No return

The Last of Us Part II Remastered: una current-gen non tanto “next”

Un primo assaggio di current/next-gen relativo a The Last of Us Part II, per chi ha la mente più allenata”, fu già offerto dal duo Sony-Naughty Dog nei primi mese dopo l’arrivo di PlayStation 5, con una versione “ottimizzata per next-gen” dell’action-survival-horror che proponeva alcune delle nuove feature tecnologiche garantite dalla nuova console, ossia supporto al DualSense, caricamenti veloci e dettaglio grafico migliorato. Dunque, con ogni probabilità a livello tecnico The Last of Us Part II Remastered potrebbe essere in realtà lo stesso gioco proposto con quell’update vecchio di qualche anno. Cosa mi spinge a dirlo? Beh, come detto prima le prestazioni del gioco non toccano ciò che sono in grado di raggiungere né i titoli nativi PlayStation 5, e neanche le precedenti Director’s Cut. A livello grafico il titolo non si discosta molto dal quasi-fotorealismo della versione PS4: qualcosa in più in termini di dettagli grafici si capta giocando in 4K su TV e monitor destinati al gaming, ma vi assicuro che su un normale schermo 4K la differenza è realmente minima.

Ciò che invece fa storcere realmente il naso sono alcuni bug grafici ereditati dalla versione PS4, che in questa edizione PlayStation 5 si ripropongono addirittura ampliati: elementi su schermo che appaiono e scompaiono, intere sezioni di gioco che impiegano qualche secondo per caricarsi, o addirittura elementi che a causa di glitch appaiono pieni di poligoni e dai colori bizzarri, come una cascata che ha impiegato una decina di secondi per proporre il suo flusso d’acqua naturale e perfetto, scorrendo con un colore viola e giallo nelle fasi iniziali e con i poligoni che si potevano contare ad occhio nudo. Anche le animazioni che hanno contribuito al 10 in pagella su PlayStation 4 si sono presentate con alcuni inciampi: in alcune occasioni Ellie e Abby hanno avuto la facoltà di raccogliere oggetti più lontani rispetto all’estensione del braccio, oggetti che si sono teletrasportati nelle loro mani; o ancora, si sono verificati alcuni micro-freeze di pochi centesimi di secondo tra la raccolta di un oggetto e il passaggio nello zaino. Per non parlare di alcuni oggetti impossibili da raccogliere, dato che il tasto “TRIANGOLO” per poterli prendere non è proprio apparso su schermo (problema in realtà verificatosi anche su The Last of Us Part I). Infine, in alcune occasioni son dovuto ripartire da un precedente checkpoint dato che il gioco non permetteva di proseguire e passare determinate zone che richiedevano di spostare gli impedimenti o aprire porte forzandole.

Detto dei bug, purtroppo anche le funzioni current/next-gen non hanno dato la sensazione di giocare una remastered completa: il DualSense viene impiegato relativamente poco, mentre il frame rate non è rimasto sempre stabile. Inoltre, i caricamenti sono inferiori in termini di velocità ad altre produzioni PlayStation 5 (soprattutto nella modalità rogue-like Senza Ritorno). Chiaramente, a voi (ma anche a me) non interessa il gioco base, giocato e rigiocato dalla maggior parte dei fedelissimi PlayStation: gran parte della recensione infatti darà conto soprattutto dei nuovi contenuti, aggiunte che saranno determinanti ai fini del “numeretto” che vedrete (o che avete già sbirciato) alla fine di questa review. Dopotutto, stiamo pur sempre parlando di una “Director’s Cut”!

The Last of Us Part II Remastered

Livelli Perduti: il contenuto che convince di meno

I primi “tagli del direttore” di cui voglio parlare (non per ordine di importanza) sono i Livelli Perduti proposti da Naughty Dog, ossia 3 porzioni di gioco non implementate nel titolo ma molti vicine (chi più e chi meno) al loro completamento. Gli sviluppatori hanno deciso di farci vedere e giocare alcune di queste sezioni tagliate, ma purtroppo non ne ho capito la scelta di offrirli come un qualcosa di separato dal gioco vero e proprio. Tra i 3 livelli, uno si trova decisamente in una fase più arretrata e di fatto viene giocato senza dialoghi e con lo scenario e le animazioni incomplete, nonostante si tratti del livello più interessante. Gli altri 2 invece sono più completi, più perfetti e perfino parlati e doppiati. In ogni livello inoltre ci sono i commenti degli sviluppatori (non doppiati, mah) che offrono degli interessanti spunti sulle azioni di Ellie e sul perché questi livelli rappresentino qualcosa che il team voleva mostrarci a tutti i costi. Ma allora perché questo contenuto mi convince poco?

Dato che tra The Last of Us Part II e questa Remastered sono passati quasi 4 anni, A MIO AVVISO il team poteva impegnarsi un po’ di più per terminare lo sviluppo di queste aree e implementarle direttamente in-game. Sarebbe stato interessante giocare questi livelli fondendoli con la narrazione del gioco, fattore che gli avrebbe dato maggior spessore all’intero titolo. Invece, i Livelli Perduti ci vengono proposti con tanti “se” e tanti “ma”, rendendoli un po’ inutili nel contesto generale. A questo punto, se Naughty Dog aveva intenzione di proporre una sezione di Lost Levels impostata in questa maniera, sicuramente sarebbe stato più gradito e opportuno offrire un numero superiore di livelli tagliati, dato che vedendo il primo Livello Perduto, agli sviluppatori non importava più di tanto il completamente dello sviluppo della sezione di gioco, quanto mostrare i contenuti.

Simpatica invece la meccanica della Chitarra Libera, dove i giocatori possono impersonare Ellie, Joel o addirittura il compositore Gustavo Santaolalla e suonare liberamente alcuni strumenti musicali a corda come già fatto durante alcune fasi della storia. É possibile selezionare oltre agli strumenti e al personaggio, anche lo scenario e qualche opzione aggiuntiva che lascerò scoprire direttamente a voi.

The Last of Us Part II Remastered

Senza Ritorno: recensiamo la modalità rogue-like (che poi è ciò che interessa a tutti)

Si parla ormai da diversi anni di Sony che ha deciso di investire in titoli live-service e Gaas (nonostante all’orizzonte non se ne palesa quasi nessuno), ma la realtà dei fatti è che negli ultimi tempi i PlayStation Studios stanno invece sfornando una serie di titoli e modalità “rogue” estremamente interessanti e accattivanti. Si parte da Returnal (che però segue una formula rogue-like e non rogue-like), per poi passare a God of War Ragnarok Valhalla, fino a giungere a Senza Ritorno (No Return in lingua originale), ossia la modalità rogue-like di The Last of Us Part II Remastered e fulcro principale delle novità introdotte nel gioco. Senza Ritorno è una modalità che mette a dura prova gli utenti e richiede in primis un livello di esperienza e preparazione da parte dei giocatori verso i comandi e le meccaniche del titolo, mentre “moralmente” è richiesto anche il completamento della modalità storia, dato che i tanti livelli di gioco proposti sono ripresi dalle sezioni presenti all’interno dell’avventura di Ellie ed Abby.

In Senza Ritorno, lo scopo dei giocatori è quello di selezionare uno dei personaggi disponibili (e tra poco vedremo quali sono) e affrontare il proprio percorso partendo dal primo livello, fino al raggiungimento dello scontro finale contro il boss, ossia un Bloater potenziato (ma uccidendolo verranno sbloccati altri boss). Trattandosi di una modalità di gioco in stile “rogue”, avrete a disposizione un singolo tentativo per partita, potrete selezionare quando possibile il livello che più vi aggraderà nel momento in cui il gioco vi metterà davanti alla biforcazione del vostro cammino, gestire vita, equipaggiamenti e risorse… e sperare anche in un po’ di fortuna. Ovviamente, nel momento in cui verrete abbattuti, la partita in corso terminerà e verranno persi progressi ed equipaggiamenti e dovrete rifare tutto da zero… stiamo pur sempre parlando di una modalità rogue-like!

Dunque, la selezione del personaggio è fondamentale: ognuno dei personaggi presenti ha il proprio stile di gioco, i propri equipaggiamenti di base e le proprie abilità. Se lo stile di gioco influisce soltanto in parte e soprattutto nelle fasi iniziali della modalità, abilità ed equipaggiamenti possono essere conquistati di livello in livello. Ma andiamo con ordine! I personaggi disponibili sono in tutto 10, ossia 5 del “team Ellie” e 5 del “team Abby”. All’inizio ci vengono fornite le sole Ellie ed Abby: dalla prima si partirà poi per sbloccare nell’ordine Dina, Jesse, Tonny e Joel; lato Abby invece sarà possibile sbloccare Lev, Yara, Mel e Manny. Sinceramente mi aspettavo qualcosa di eclatante e impegnativo per poter sbloccare i vari personaggi, ma in realtà basta semplicemente giocare e portare a casa un numero di livelli vinti con alcuni dei personaggi pari a 3 o 4 per poter sbloccare il personaggio successivo. Dunque, basta un semplice run giocata a metà per poter sbloccare i vari personaggi. Entrando nei dettagli dei personaggi, come detto prima ognuno di loro propone uno stile differente che aggiunte un minimo di tatticismo durante le varie run. ad esempio, Ellie è la più equilibrata, mentre Joel è una sorta di treno inarrestabile ed è equipaggiato di tutto punto (ma non può schivare gli attacchi mediante L1). Abby invece fa dei combattimenti ravvicinati la sua arma migliore, mentre Yara ha la meccanica più interessante dato che ha pochi equipaggiamenti iniziali, ma può contare sul supporto costante e continuo di suo fratello Lev. Dunque, la scelta del personaggio rappresenta il primo passo verso il tentativo di completamento della run, ma saranno altri i fattori che determineranno la vittoria finale!

The Last of Us Part II Remastered

Senza Ritorno: meccaniche in continua evoluzione!

Senza giri di parole, la modalità Senza Ritorno può essere considerata a tutti gli effetti come un gioco a sé, con tutti i pregi e i difetti del caso. La modalità si svolge all’interno di una stanza sicura, dove il giocatore può accedere alla cassa delle scorte che elargirà ricompense ali completamento di ogni singolo livello, ad un armadietto dove acquistare armi, equipaggiamenti e molto altro ancora utilizzando la valuta assegnata alla fine di ogni livello, al banco di lavoro dove potenziare le armi e infine, alla lavagna dove viene indicato il percorso della run in esecuzione. Quest’ultima è composto dalle sezioni riprese dal gioco e dunque, ogni area presente sarà già impressa nelle mente di chi ha completato il gioco. Essendo una modalità rogue-like, ogni tanto verrete messi davanti ad una biforcazione, ossia la selezione del livello più congeniale e che può essere scelto in base alle proprie preferenze o alla situazione attuale in termini di di equipaggiamenti, scorte o salute.

Ci sono 4 tipologie di livelli differenti, ossia Assalto, Caccia, Conquista o Resistenza. Di questi 4 livelli, 2 sono interessanti e 2 sono decisamente frustranti:

  • In Assalto bisogna resistere a 3 ondate di nemici, con tali ondate che diventeranno più numerose e pericolose con l’avanzare della run. Tra un’ondata e l’altra verrà fornita una cassa di scorte, in modo tale da poter ricaricare munizioni e componenti. Una volta eliminata la terza ondata di nemici, avrete a disposizione qualche secondo extra per raccogliere munizioni e componenti sparsi per il livello o droppati dai nemici. É la modalità più tattica in cui potrete incappare e forse la più facile.
  • Caccia invece è uno dei livelli più rognosi, dato che dovrete resistere fino allo scadere del tempo contro i nemici che verranno a cacciarvi. Le opzioni sono: combattere fino alla fine del tempo o scappare per tutta la durata dell’incontro. La Caccia contro gli infetti è sicuramente la più ingestibile, dato che i mostri conosceranno sempre la vostra posizione e dunque, difficilmente potrete restare nascosti o giocarvela con i dovuti tatticismi.
  • Conquista è il livello che più amerete, dato che consiste nell’uccidere tutti i nemici nel tempo stabilito per aprire una cassaforte ricca di scorte. Una vera manna dal cielo che avrà un impatto importante per la vostra run. La cassaforte infatti contiene Integratori, Rottami e Valuta, ma allo stesso tempo la ricompensa finale del livello sarà meno cospicua. Detto ciò, per superare tale livello non occorrerà per forza di cose aprire la cassaforte (che però sarà sempre cosa buona e giusta), ma eliminare tutti i nemici.
  • Resistenza ha invece come scopo quello di proteggere un alleato dai nemici infetti pronti a divorarlo. Per superare il livello dovrete dunque impedire che l’alleato muoia ed eliminare fino all’ultimo nemico in vita. Oltre ad essere un livello estremamente estenuante, necessiterà sempre di un alto consumo di munizioni e scorte. Per vostra fortuna i vari livelli in cui si svolgerà Resistenza vi forniranno un numero leggermente più alto di componenti per il crafting, ma dopo aver giocato un paio di volte tale tipologia di livello, capirete anche voi perché sarà meglio evitarlo come la peste!

Inoltre, all’inizio di ogni livello verrà indicata la tipologia di nemico presente: WLF, Serafiti o Infetti, mentre in alcuni livelli sarà possibile contare su di un alleato controllato dall’IA. Dunque, l’intera run ha come scopo quello di arrivare in condizioni ottimali allo scontro finale contro il boss, scontro che sarà il culmine della frustrazione di questa modalità! Il Bloater finale (ossia il primo boss affrontabile) non solo è più forte rispetto a quelli incontrati nella Modalità Storia, ma non vi lascerà alcuna tregua e sarà accompagnato da alcuni alleati infetti che aumentano a dismisura la difficoltà dello scontro. Inoltre, il boss è in grado di one-shottare e dunque, basta perdere per un attimo il contatto visivo per ritrovarsi morti e aver mandato a monte l’intera run.

Ma ciò che affascina di più la modalità Senza Ritorno è sicuramente la continua evoluzione delle meccaniche e dei vantaggi in grado di sovvertire le regole del gioco. Ogni livello presenta dei bonus o dei malus che renderanno le cose interessanti o frustranti per il giocatore: avere proiettili esplosivi vi renderà un carro armato in movimento, mentre nemici invisibili o che rilasciano bombe alla loro morte non sarà un’esperienza tanto divertente, anzi. Ovviamente, come ogni modalità rogue-like che si rispetti, più giocherete e più vantaggi sbloccherete. Si tratta di un incentivo che sicuramente aumenta di molto la longevità di questa modalità di gioco, fattore che farà la fortuna di content creator e streamer, che avranno a disposizione tanto materiale su cui lavorare per diverse settimane.

Il livello strategico che può raggiungere Senza Ritorno in realtà non ha limiti, dato che ogni livello offre scorte in ogni dove, casse di rifornimenti e addirittura delle cassette per la posta che in cambio di oggetti utili durante il livello offrirà un’arma rara, una formula per la creazione o un manuale nella successiva waiting-room. Ciò che invece fa storcere il naso è che ogni livello non genera nulla di casuale a livello di scorte da raccogliere. Dunque, se vi capiterà il distributore di benzina come livello, basta memorizzare l’esatta posizione di ogni scorta per ritrovarsi un copia-incolla dell’area di gioco. Sicuramente non avrebbe guastato una “randomizzazione” delle location e delle scorte.

Parlando di limiti invece, Senza Ritorno propone dei caricamenti non da current/next-gen e tra un livello e l’altro occorre aspettare qualche secondo per poter entrare in azione. Ammettiamolo, su PlayStation 5 non siamo più abituati a queste attese! Inoltre, cali di frame rate sono evidenti quando su schermo appaiono un po’ troppi nemici, mentre le animazioni destano più di una perplessità, con i personaggi che attraversano anche oggetti con le proprie braccia per raccogliere le scorte. Parliamo di bug grafici non proprio belli da vedere. Anche le animazioni di attraversamento di muri e strettoie presentano gli stessi bug grafici, e da un gioco quale The Last of Us tutto ci aspettiamo, meno che questo!

The Last of Us Part II Remastered

The Last of Us Part II Remastered: semaforo verde per questa operazione?

The Last of Us Part II è stato un successo su PlayStation 4, un titolo che ha raggiuto il perfect-score praticamente ovunque e che dunque, resterà negli annali della passata generazione di console. Direi una bugia se dicessi che non mi aspettassi l’arrivo di una versione PlayStation 5 e sono stato più che felice nell’apprendere dell’introduzione della modalità Senza Ritorno. A mio avviso, è proprio Senza Ritorno il contenuto più importante su cui si appoggia l’intera operazione remastered e i giocatori benediranno i propri 10 euro spesi per l’upgrade tra PlayStation 4 e PlayStation 5. Il discorso è un po’ diverso però quando si tratta di acquistare il gioco a 50 euro… ne vale la pena? Se pensiamo che God of War Ragnarok Valhalla è stato offerto gratuitamente da Santa Monica Studio, immagino che Sony e Naughty Dog avrebbero potuto pensare a modalità differenti di distribuzione per la sola modalità Senza Ritorno. Una distribuzione standalone poteva essere una soluzione più gradita al pubblico: dare la possibilità di acquistare la sola modalità No Return a prezzo vantaggioso anche per chi non possiede la remastered su PS5 (eliminando la possibilità di dover effettuare l’upgrade a 10 euro) doveva e poteva essere un’opzione da tenere in considerazione!

Ovviamente, allo stesso tempo nessuno avrebbe vietato a Sony di distribuire il gioco a prezzo pieno (anche se budget in questo caso) al fine di offrire tutti i contenuti della Remastered/Director’s Cut e dare la possibilità ai collezionisti di avere il proprio gioco boxato da poter esporre sulla scaffale (e chiaramente anche a chi non è in possesso della versione PS4)! Però, se Death Stranding e Ghost of Tsushima hanno ricevuto questo trattamento “generazionale”, allora anche la proposta di Naughty Dog non può che ricevere il benestare, nonostante difficilmente possiamo parlare di una produzione in grado di toccare i livelli qualitativi di PlayStation 5 a cui ormai siamo abituati sia con le produzioni native, sia con le conversioni tra PS4 e PS5. Discorso diverso sarebbe stato se a 50 euro fosse stata proposta una remastered contente il solo upgrade PS5 del gioco senza alcun contenuto aggiuntivo: a quel punto l’intera operazione avrebbe ricevuto una solenne bocciatura!

Piattaforme: PlayStation 5

Sviluppatore: Naughty Dog

Publisher: Sony Interactive Entertainment

The Last of Us Part II Remastered arriva su PlayStation 5 con nuovi contenuti, alcuni più interessanti, altri non proprio memorabili. Il capolavoro di Naughty Dog resta uno dei punti di riferimento in termini di story-telling, ma claudica più del previsto quando guardiamo alle sue prestazioni. La modalità Senza Ritorno è una manna dal cielo per coloro che vogliono continuare a calpestare la Seattle post-apocalittica di Naughty Dog mettendo alla prova abilità, nervi e resistenza psico-fisica, nonostante alcuni elementi di gioco necessitavano di qualche revisione delle meccaniche proposte. Il prezzo di 50 euro è giustificato soltanto se non siete in possesso del gioco base, mentre i possessori dell’edizione PlayStation 4 dovrebbero limitarsi al solo upgrade generazionale che al prezzo di 10 euro garantisce TUTTI i contenuti di questa operazione remastered. L’unica pecca è che Naughty Dog con questa conversione abbia reso meno perfetto un titolo che invece a suo tempo fu in grado di raggiungere la perfezione sotto ogni suo aspetto.

 

Il mio nome è Domenico, ma online in molti mi conoscono come TheRedDevil... sebbene per Facebook il mio soprannome sia "Auditore" e non posso nemmeno cambiarlo. Iniziato ai videogame con il mitico Atari 2600, oggi sono un "sonaro" (quasi) incallito, ma non ditelo in giro eh! Adoro i survival horror con o senza zombie... ma se dentro ci sono gli zombie è assai meglio! Ah, se non vi piace The Last of Us, sappiate che non possiamo essere in alcun modo amici!