Dragon Ball Xenoverse – Anteprima

Al mondo ci sono alcune cose certe. Tra queste, la produzione continua di videogiochi ispirati a manga e anime, di cui Naruto e Dragon Ball sono i rappresentanti più celebri. È proprio di Dragon Ball Xenoverse che vi parlo oggi, dopo essermi recato presso la sede italiana di Bandai Namco e aver passato una mattinata a dare e a prendere botte come se non ci fosse un domani. Prima di addentrarmi nell’analisi, è necessario che vi ricordi come Dragon Ball Xenoverse sia il primo titolo della serie a uscire sulle nuove console, ma anche su PC. Quest’ultimo è un particolare non da poco, se pensiamo alla sfortunata esperienza di Dragon Ball Online, pubblicato in Oriente e abbandonato a se stesso quasi da subito, tanto che i server hanno chiuso i battenti nell’autunno del 2013 dopo soli due anni di esercizio.

IL MIO AVATAR

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La prima cosa che salta all’occhio, dopo aver lanciato una nuova partita, è la possibilità di costruirci un personaggio da zero con una profondità finora sconosciuta alla serie. Sesso, tribù, stile di combattimento e look sono solo alcune delle feature a nostra disposizione per plasmare al meglio il combattente dei nostri sogni. In Dragon Ball Xenoverse l’avatar è da considerare un vero e proprio alter ego di noi stessi, da crescere e coccolare alla stregua di quanto facciamo solitamente col personaggio di un MMORPG. Accumulando esperienza, poi, è possibile salire di livello e spendere Punti Attributo per migliorare alcuni parametri fondamentali, come la quantità di salute, di vigore e di aura a nostra disposizione nei combattimenti.
[quotedx]In Dragon Ball Xenoverse l’avatar è un vero e proprio alter ego di noi stessi, da crescere e coccolare come in un MMORPG[/quotedx]
Una volta terminata la fase di creazione ci troviamo nella piazza principale di Toki-Toki City, che funge da hub per qualsiasi cosa. Girando per la città non solo è possibile parlare con numerosi NPC che ci forniscono quest e servizi di ogni tipo, ma anche incontrare altri giocatori in carne e ossa con cui pianificare sia sortite offensive contro la CPU, sia battaglie organizzate in vere e proprie sessioni PvP. Tra l’altro, i giocatori possono anche scambiarsi oggetti indossabili (ce ne sono ben quattrocento!), che forniscono buff e abilità e cambiano perfino l’aspetto del nostro avatar.

GIOCO DI MANO, GIOCO DA VILLANO

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Dragon Ball Xenoverse è quindi una sorta di incrocio tra le vecchie declinazioni della serie e il già citato Dragon Ball Online, dalle cui ceneri recupera alcuni personaggi e la presenza di una storia inedita; questa, difatti, non ripesca dai canovacci narrativi della versione televisiva, come invece hanno fatto tutti gli altri episodi precedentemente pubblicati. La volontà di proporre qualcosa di nuovo non riguarda solo il plot narrativo e lo strano mix tra offline e online di cui vi ho parlato finora, ma coinvolge anche il gameplay vero e proprio.
[quotesx]La volontà di proporre qualcosa di nuovo coinvolge anche il gameplay vero e proprio[/quotesx]
Dragon Ball Xenoverse è tutto fuorché un picchiaduro dove si possono ottenere risultati senza un buon quantitativo di training. Le arene sono molto grandi, liberamente esplorabili e i ripari forniti vanno sfruttati in continuazione per riprendere fiato. La differenza maggiore rispetto ai precedenti Dragon Ball in 3D riguarda però l’uso frequente che occorre fare della guardia, che svuota rapidamente l’indicatore del vigore ma il cui utilizzo (col giusto tempismo) è necessario per ridurre il danno subito e aprire una finestra per contrattaccare. Ovviamente, non mancano attacchi speciali e mosse supreme, che riempiono lo schermo di colori ultravivaci e possono abbattere anche il nemico meno incline a cederci il passo, a patto di riuscire a portarle a segno colpendo la figura avversaria e non qualche inutile elemento dello scenario.

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Due parole conclusive sull’aspetto tecnico, che può essere sostanzialmente considerato definitivo, visto che Dragon Ball Xenoverse entrerà in fase gold a breve (il lancio europeo è fissato il prossimo 27 febbraio). Per puro dovere di cronaca vi segnalo che la versione da me testata è quella PlayStation 4, ma le incarnazioni PC e Xbox One dovrebbero essere sostanzialmente uguali nel look e nelle prestazioni. Al solito, il motore grafico fa un sacco d’uso della tecnica del cel-shading, da sempre la migliore per riprodurre il tratto tipico di Akira Toriyama. Le arene paiono un po’ spoglie e meno efficaci nella resa rispetto ai personaggi, che invece sono già da ora estremamente dettagliati e molto belli da vedere. C’è da dire che Dragon Ball Xenoverse gira tranquillo a 1080p e 60 fps: grasso che cola, in un picchiaduro!