Animali Fantastici e Dove Trovarli – Recensione (No Spoiler)

Harry Potter, ormai, manca al cinema dal 2011. L’ultimo capitolo della saga, ossia I Doni della Morte – Parte II, metteva la parola fine a una saga ultra decennale che, complice anche il clamoroso successo dei romanzi della Rowling, ha stregato (è proprio il caso di dirlo) una legione di appassionati. E nonostante a titolo strettamente personale non straveda per il maghetto più scaltro del mondo, né faccia il tifo per Grifondoro o Serpeverde all’ennesimo torneo di Quidditch, ho sempre apprezzato le particolari atmosfere della serie, sospese tra il gotico classico e uno spiccato e gradevole gusto british. Sino a che un certo Newt Scamander non ha deciso di rovinare ogni cosa, con i suoi animali fantastici.

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David Yates decide di raccontarci la storia antecedente la saga di Harry, Ron ed Hermione, catapultandoci nell’America degli anni 20, un contesto inusuale che innesta nuovi personaggi, nuovi incantesimi e nuove creature. La storia vede il giovane mago Newt Scamander (Eddie Redmayne) trovarsi invischiato suo malgrado in tutta una serie di sfortunate coincidenze che lo vedranno a zonzo per la Grande Mela assieme al babbano Jacob Kowalski (Dan Fogler) e alle sorelle Tina (Katherine Waterstone) e Queenie (Alison Sudol), per recuperare gli “Animali Fantastici”, strambe creature che Mewt conserva gelosamente nella sua valigia da viaggio e che creano scompiglio tra le strade della città, luogo in cui i maghi sono obbligati a nascondersi. Visivamente, Animali Fantastici e Dove Trovarli è mirabolante: effetti pirotecnici come se piovesse, palazzi che si sbriciolano, creature enormi ed altre microscopiche e, più in generale, un look noir del tutto inusuale. E il 3D, fortunatamente, non intacca lo spettacolo generale, sempre su livelli medio alti. I problemi però iniziano proprio qui, quando si decide di scovare un po’ di magia all’interno della crosta puramente visiva: lo stile a metà strada tra un gangster movie e un cinecomic non restituisce l’effetto desiderato, tanto che a volte si ha come l’impressione che si sia voluto creare un “Rowling Universe” alla stregua di quelli Marvel e DC, tanto in voga negli ultimi anni e di cui, francamente, ne ho abbastanza (visto che ormai di film del genere ne escono uno ogni due mesi, di media). Non bastano neppure un paio di strizzatine d’occhio ai fan incalliti dei romanzi di Potter per trasportare nuovamente la magia di un tempo in una pellicola che di magico ha davvero ben poco. Senza considerare che tutto il film è una lunga, lunghissima caccia a quelli che sono a tutti gli effetti dei Pokémon contraffatti, sino all’inevitabile scontro finale con la consueta (e decisamente anonima) minaccia di turno.

ANIMALI fantastici

[quotedx]I problemi iniziano quando si decide di scovare un po’ di magia all’interno della crosta[/quotedx]

Animali Fantastici e Dove Trovarli invita distrattamente il pubblico ad affezionarsi ai nuovi personaggi, un’impresa decisamente ardua visto che (perlomeno in questo primo capitolo) non vi è alcun protagonista memorabile o degno di nota. Incluso Newt Scamander, anonimo, dinoccolato e a tratti davvero insopportabile, tanto da sembrare spesso un cosplay malriuscito di un personaggio della saga principale. Dov’è quel gusto per il mistero, per l’incantesimo straordinario, per la scoperta di un nuovo universo al di la del binario 9 e 3/4, tipico delle opere di Rowling? Per dire, avrei accettato maggiormente un tentativo di portare al cinema la recente opera teatrale “La Maledizione dell’Erede”. Avrebbe sicuramente avuto più senso di questo prequel senz’arte né parte. Questo perché mi viene davvero difficile pensare che nei prossimi quattro film della serie (ne avremo per tanti altri anni ancora temo) la filosofia dietro al mondo di Scamander possa rendersi così interessante al punto da rendere questi Animali Fantastici solo un tiepido e appena sufficiente banco di prova. Sperando che in futuro non si opti per l’ingresso in una nuova scuola di magia a stelle e strisce. Tutta Hogwarts ringrazia di cuore.