Kingdom Hearts HD 1.5 ReMIX – Recensione

È passato quasi un mese dall’anteprima che vi ho scritto di Kingdom Hearts HD 1.5 ReMIX (e che vi invito a leggere, visto che non ripeterò qui molte delle considerazioni ivi esposte). Era il 14 agosto, faceva un caldo assassino, l’Italia stava un po’ sotto l’ombrellone e un po’ al fresco delle pinete. Nel frattempo, noi videogiocatori non eravamo ancora entrati in piena fregola da next-gen e da uscite autunnali: la gamescom era ancora da venire e si stavano da poco affacciando a scaffale alcuni titoli invero non di poco conto, come Saints Row IV, Rayman Legends, Splinter Cell e cosine così, le cui uscite a fine agosto sono figlie del fuggi fuggi generale dal ciclone GTA V. Kingdom Hearts, evidentemente, del titolo di Rockstar non ha paura, tanto che si permette di presentarsi nei negozi solo quattro giorni prima: tanta e imperitura è la fiducia di Square Enix nel potere della Keyblade!

Un mese fa, per l’appunto, mi spingevo in considerazioni importanti sul livello qualitativo di Kingdom Hearts HD 1.5 ReMIX e sul tipo di contenuti che una raccolta/porting come questa porta in seno. Ebbene, sappiate che da quattro settimane fa a oggi non è cambiato praticamente nulla, tanto che questa recensione potrebbe benissimo essere risolta copia/incollando quel testo e sostituendo i tempi verbali condizionali con i presenti e bon. Mancherebbe il voto, ma a questo rimedio in fretta, con quell’otto messo lì in bella mostra, in cima alla pagina che state visitando.

Otto per diversi motivi. I positivi, ad esempio, riguardano storie narrate in modo delicato, con personaggi ben tratteggiati e “miscelati” (è proprio il caso di dirlo) in modo sapiente, pur originati da mondi ben lontani tra loro. Carisma e impianto narrativo sono invecchiati bene e hanno mantenuto sufficiente amalgama da poter essere goduti anche da chi, perché troppo giovane o da poco entrato nel tunnel, non ha mai avuto a che fare con la serie. Certo, tra gli aspetti positivi c’è anche da annoverare un porting ben oltre il decoroso. Il lavoro di cesello sulle texture è stato operato con perizia e, pur non distinguendosi in modo importante nel panorama dei videogiochi di oggi, riesce a far passare Kingdom Hearts come un prodotto fresco, almeno a un occhio poco allenato. Infine, Kingdom Hearts: Final Mix e Kingdom Hearts Re: Chain of Memories non sono passatempi da mezza giornata, e anzi portano via un cospicuo numero di ore prima che i titoli di coda facciano capolino a schermo.

Otto, che comunque non è otto e mezzo, nove o di più. Perché, ad esempio, la telecamera non è stata raddrizzata di una virgola, tanto che negli spazi chiusi verrebbe voglia di prendere il cameraman a colpi di Keyblade nel sedere. E non che all’aperto le cose vadano molto meglio, ma si fa l’abitudine anche all’ineluttabilità della morte, figuriamoci a una telecamera ubriaca. O anche, perché senza Kingdom Hearts II l’opera sembra quasi incompiuta, e quei filmati di 358/2 Days sembrano messi lì più come riempitivo che per una ragione vera.

Poco male, comunque: Kingdom Hearts HD 1.5 ReMIX salva capra e cavoli, attirando a sé sia i giocatori di vecchia data che hanno voglia di rivivere le avventure di Sora e compagni, sia quelli che hanno sempre sentito parlare della serie ma non hanno mai avuto il coraggio (o l’opportunità) di metterci sopra le mani. Consci, però, che questo non è GTA o BioShock Infinite, ma solo un nostalgico tuffo nel passato, per quanto ben confezionato. Il tutto, nell’attesa di capire che ne sarà di Kingdom Hearts III e del suo approccio alla next-gen.