Evolve: dalla parte del mostro – Speciale

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Graaah!!! Ruuooorrr! Aaarghhhh! Brouuuuorrr! Ruuughhhraaafff!*
(per comodità dei lettori che non conoscono e non parlano fluentemente il mostrese, il testo che segue viene tradotto in italiano)

[quotedx] Gaaarh! Roooaaar! Ruuuggh![/quotedx]I miei giorni sono contati. Lo percepisco. Ormai il mio momento è arrivato, ne sono consapevole. Presto arriveranno i cacciatori, coperti fino al collo con le loro armi tecnologiche, pronti ad abbattersi sul mostro brutto e cattivo, e di me non resterà che un cadavere sporco di sangue, su cui potranno accanirsi le bestie che fino a oggi sono state il mio cibo. Ed è giusto così, in fondo.

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Prima di abbandonare questo universo, però, voglio poter dire la mia. Non saremmo a questo punto se qualcuno non avesse deciso, di punto in bianco, di venire qui, a casa nostra, a massacrarci tutti quanti, dal primo all’ultimo. Continueremmo la nostra vita tranquilla (mostruosa, per qualcuno, ma è pur sempre la NOSTRA vita), sul nostro pianeta, senza dar fastidio a nessuno. Noi mostri mangiamo altri animali per vivere, è vero, ma non lo fanno tutte le specie viventi? Il nostro ecosistema, qui su Shear, era in perfetto equilibrio, e lo è stato per migliaia di anni. Ci sono le prede e i predatori, ognuno con il suo ruolo all’interno di un mondo naturale e incontaminato. Poi sono arrivati loro, gli umani, con la loro boria e la loro necessità di costruire fabbriche e miniere per il solito motivo: i soldi.
[quotesx] Il nostro era un ecosistema in equilibrio. Poi sono arrivati gli umani[/quotesx]
E così noi, gli abitanti di questo pianeta, che viviamo qua da sempre, siamo diventati corpi estranei da rimuovere il più velocemente possibile. È vero, abbiamo attaccato le loro costruzioni, abbiamo ucciso la loro gente e abbiamo distrutto le loro fabbriche. Credete che sia cosa di cui andiamo fieri? Niente affatto. L’abbiamo fatto, è vero, ma solo dopo che loro sono venuti a casa nostra e hanno costruito quello che hanno costruito, senza chiederci il permesso e senza prendersi la briga di farlo nel rispetto delle nostre esistenze.

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Sono atterrati e hanno cominciato a sparare a tutto quello che si muove. Qualcuno anche con un ghigno soddisfatto sul muso. Poi non se la prendano se reagiamo male. Siamo animali, in fin dei conti, e quando ci attaccano rispondiamo. In malo modo. Prendete me, per esempio: credete che mi diverta ad andare in giro a mangiare altri esseri viventi più piccoli di me per poter crescere, diventare più grosso, e riuscire a contrastare i loro attacchi?
[quotedx]Siamo animali, e quando ci attaccano reagiamo[/quotedx]
L’evoluzione fa parte del mio DNA, non è certo un processo casuale, ma io vivrei serenamente anche in quello che loro hanno definito “il primo stadio”. Credetemi, se vi dico che sarei perfettamente felice di rimanere più piccolo, più tranquillo, più in armonia con il mio mondo, limitandomi a cacciare il necessario per vivere. L’evoluzione è un meccanismo di autodifesa, che loro stessi hanno scatenato. Se non avessero attaccato loro per primi, prima invadendoci e poi cercando di ucciderci a ogni costo e con ogni mezzo, non ci saremmo mai sognati di far del male a nessuno, men che meno di alterare l’ordine naturale del nostro pianeta.

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E così ci ritroviamo a scappare tra le colline e le montagne di Shear alla ricerca di prede da mangiare per accelerare il processo evolutivo, schiavi di una paura che non sapevamo neppure di poter provare, in attesa di poter evolvere e affrontarli nell’unico modo che conoscono, con l’unica lingua che sembrano saper parlare, quella della violenza.
[quotesx]Scappiamo, in preda a una paura che non sapevamo neppure di poter provare[/quotesx]
Mi rendo conto che il nostro aspetto non dev’essere molto piacevole, ai loro occhi, che le differenze tra le nostre specie sono tante, forse troppe. Appariamo deformi, con cartilagini cheratinose, artigli e code appuntite, lontani anni luce dai loro canoni di bellezza e perfezione. Ma che scelta abbiamo? C’è stato forse un momento in cui hanno provato a capirci? A diventare nostri vicini di casa? No. Ve lo dico io. Non c’è stato. Sono arrivati, si sono piantati qui con le loro costruzioni, e quando si sono accorti che c’eravamo anche noi, hanno cominciato a sterminarci in maniera indiscriminata.

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Ecco, ho finito. Ho detto tutto quello che dovevo dire. Spero solo che qualcuno possa trovare questo mio messaggio, e in mezzo a tutti quel che ho scritto, possa capire quel che proviamo, e comprenda il senso di quel che siamo costretti a fare. Sento il rumore dei motori della loro astronave che ronza nel cielo. La mia ora è arrivata. Il tempo di un ultimo pasto, e sarà la resa dei conti. Me ne andrò, ma non senza lottare.