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Come dovreste sapere se ci seguite con costanza, abbiamo deciso di attendere la prova del multiplayer di Halo: The Master Chief Collection, prima di tirare le somme e dare un giudizio finale sulla raccolta di Microsoft e 343 Industries. È innegabile come, al di là delle quattro campagne, il co-op e il multiplayer competitivo siano centrali nella serie, ed era quindi necessario sincerarsi che tutto fosse a posto, pur con la consapevolezza che non c’è nulla di nuovo in questo senso e che le mappe sono sostanzialmente le stesse presenti nei titoli originali, seppur ritoccate nella grafica e in qualche piccolo dettaglio.
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ANELLI A SCHIAFFI
Ho dunque passato il fine settimana (e anche il lunedì mattina) a prendere schiaffi in multiplayer, con qualche sporadica puntatina al co-op grazie agli Elenchi Partita, ovvero una serie preimpostata di missioni tematiche prese da tutti e quattro i capitoli della saga. “Prendere schiaffi” non è un’espressione messa lì a caso, ma è l’amara considerazione che, per essere davvero competitivi, occorre parecchio esercizio e un’ottima conoscenza delle mappe. Pur ricordando buona parte della loro morfologia, all’inizio ho faticato non poco a riprendere il possesso dei punti chiave e della posizione delle armi migliori. Halo, in tutte le sue incarnazioni, rappresenta un po’ la quintessenza del multiplayer competitivo portato all’estremo (su console, ovviamente) e le mappe presenti in questa Halo: The Master Chief Collection fanno di tutto per ricordarcelo a ogni piè sospinto. Diversamente da quanto fa Call of Duty, ad esempio, qui non c’è spazio per le cialtronerie: o si sa giocare, o si muore con una facilità quasi disarmante. Ovviamente, chi ha già affrontato in precedenza i multiplayer dei vari Halo sa cosa attendersi, e basta un ripassino di qualche ora per farsi tornare alla memoria strategie consolidate e già usate in passato. Certo, aiuta non poco far parte di un Clan che negli anni ha acquisito gli automatismi, ma per togliersi buone soddisfazioni è sufficiente anche solo avere in squadra qualcuno un po’ capace e che faccia da apripista. A ogni modo, tutti coloro che sono vergini della serie (e che hanno in mente l’acquisto per recuperare un pezzo di storia importante del genere FPS su console) sappiano che in multiplayer la montagna da scalare è impervia e che occorre perseveranza e parecchio studio prima di ottenere buoni risultati.
Fatto questo discorso generale, parliamo del matchmaking, che durante il fine settimana ha subito parecchie modifiche, grazie a un paio di aggiornamenti che hanno sistemato un po’ di cose e hanno aperto possibilità prima precluse. Il menu dedicato al multiplayer permette di trovare al volo una partita selezionando una delle dieci playlist proposte, suddivise per tipologia e/o per titolo. Tra tutte, mi preme sottolineare la maestosità di Grande Battaglia a Squadre (8 vs 8, con veicoli e velivoli a disposizione) e l’infamia di SWAT (4 vs 4, solo fucili e niente scudi); due playlist agli antipodi e che regalano esperienze estremamente differenti, a riprova di come Halo: The Master Chief Collection sia in grado di proporre contenuti a 360 gradi e per tutti i gusti.
UNO SPARTAN È PER SEMPRE
Non manca, ovviamente, una pletora di sotto-opzioni, che consente di variare al massimo l’aspetto e l’equipaggiamento del nostro Spartan di fiducia; parimenti, sono onnipresenti la Fucina per personalizzare le mappe e il Cinema per rivedere le nostre performance online, così da verificare gli errori commessi e studiare il comportamento dei videogiocatori più bravi. Al momento in cui scrivo il matchmaking fa un po’ fatica a trovare partite disponibili, ma si tratta di un problema dovuto al fatto che Halo: The Master Chief Collection non è ancora in vendita e ci sono davvero poche persone al mondo che ci stanno giocando; facilmente, a partire da domani sera il sistema di matchmaking non dovrebbe impiegare più di qualche secondo prima di gettarci nella mischia di una delle diverse modalità proposte.
Concludo riprendendo un altro discorso che avevo lasciato in sospeso nella prima parte di recensione, ovvero la presenza di alcuni bug sparsi in giro nelle quattro Campagne. Ho ripercorso alcuni livelli che avevo trovato problematici, scoprendo che buona parte dei problemi sono fortunatamente spariti. Restano qua e là fenomeni di audio fuori sync e qualche indecisione di troppo dell’Intelligenza Artificiale, ma nulla che possa minare in modo decisivo la qualità di Halo: The Master Chief Collection, davvero una delle raccolte migliori che possiate dare in pasto alla vostra Xbox One, a prescindere che abbiate o meno già percorso tutta o parte dell’epopea di Master Chief, dalla sua nascita a oggi.