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Mario Kart, nelle terre redazionali (ma non solo), può essere considerato tranquillamente come il male supremo. Non fraintendete queste mie parole ma, fin dagli albori della serie, ogni capitolo ha portato da queste parti una vagonata di epiteti estremamente coloriti, comportamenti animaleschi, gomitate a sorpresa nel costato, vergognose strette di mano sottobanco e, letteralmente, scontri all’ultimo sangue (dover per sangue s’intende proprio… sangue).
Fortuna vuole, però, che abbiamo sempre pronta una cassetta del pronto soccorso e che in Mario Kart, a ogni grido di disperazione, ne corrisponda sempre un altro totalmente votato alla gioia. Nonostante l’impietoso scorrere del tempo, tantissimi sono ancora oggi i momenti epici impressi nella mente, da quel “simpatico” guscio blu ricevuto in dono a un passo dal traguardo, al ben meno classico tradimento del corridore “rosso”, intento ad intralciare la propria squadra al fine di favorire lo scarsissimo caporedattore dei “blu”. Potrei andare aventi per ore, generando magari le ire di amici presenti e passati, ma quel che conta è che quest’oggi (o quasi) si festeggia l’arrivo al traguardo dell’ottavo capitolo della saga. Allacciate le cinture.
PREPARATE LE BANANE E INDOSSATE I VOSTRI BAFFI DA GARA
Lo stomaco è in subbuglio, la mente verte in un evidente stato di eccitazione ed è fortissima la tentazione di scendere subito in pista per fare un giro di prova. Ma, come si evince dal manuale del buon recensore a pagina 8, in questi casi la soluzione migliore è quella di assaporare tutto con estrema cura e calma. Un menu sobrio ed elegante ci mostra immediatamente le possibili scelte: ci si può buttare a capofitto nei canonici gran premi, contraddistinti ancora dalle solite classi e indispensabili per sbloccare i nuovi piloti; oppure scegliere di gareggiare contro il tempo, nella modalità battaglia, legata a particolari circuiti e ai soliti tre palloncini da far scoppiare; o, ancora, sfidare i “ghost data” di amici e nemici (compresi i “fantasmi” del team di sviluppo). Non mancano all’appello neppure le immancabili sfide in compagnia mediante lo schermo condiviso.
In aggiunta alle classiche battaglie locali, questo nuovo Mario Kart possiede fortunatamente anche un animo estremamente votato al multiplayer online, laddove 12 provetti piloti non solo possono sportellare scovando gli avversari sia in base alla loro provenienza geografica (Globale o Regionale), sia in base alla lista degli Amici e rivali, ma sono anche in grado di creare tornei pubblici e privati, stabilendo data, ora e regole. Peraltro, tutte le modalità online possono esser affrontate in compagnia di un amico (sempre grazie al tipico schermo condiviso), mentre prima di ogni gara, nella lobby, è lecito scambiare quattro chiacchiere grazie al microfono incluso nel Wii U GamePad.

Anche l’aspetto social, divenuto oramai imprescindibile per buona parte dei videogiocatori, non è stato tralasciato. Grazie alla Mario Kart TV tutti possono visualizzare i momenti salienti delle proprie gare o dei tornei a cui hanno appena partecipato, così come soffermarsi a studiare scrupolosamente i filmati altrui, per poi commentarli. I proprietari di un account Google possono inoltre caricare i loro “momenti magici” su YouTube direttamente dalla Mario Kart TV e pubblicare poi i video su Miiverse. Anche entrando in un torneo già in corso la strana televisione dei Toad ci viene in aiuto, mostrandoci i nostri prossimi avversari intenti a speronarsi e a lanciarsi gusci rossi e verdi a non finire. La parte più noiosa del viaggio può quindi ritenersi conclusa. Non resta altro da fare che…
… DARE GAS E SCENDERE IN PISTA!
Guidare in Mario Kart è una pratica che difficilmente si dimentica, un po’ come andare in bicicletta. Basta aver passato più di qualche ora con uno dei precedenti capitoli per eseguire sin da subito traiettorie vincenti e una mezza infinità di derapate turbo. Raccogliendo le monete dorate sparse sulla pista si guadagna un piccolo scatto extra, mentre il tempismo diviene necessario se si vuole un bel mini-turbo anche dopo ogni salto. Tutto come da tradizione ma, nonostante le apparenze, agguantare il gradino più alto del podio non è una pratica agevole, anche in classe 50cc.
Peraltro, almeno fino a quando non ci si fa l’abitudine, la bellezza di alcuni scenari hanno il potere di farci perdere di vista l’obbiettivo, portandoci così a qualche odioso errore di troppo. Le “Cascate di Tipo Timido”, con il suo enorme muro d’acqua da scalare, la “Cittadella Tremarella”, con i suoi pavimenti semoventi, il “Vascello Nuvolante”, con le sue serpentine in mezzo ai fulmini e l’immancabile “Pista Arcobaleno”, che sembra quasi un circuito di F-Zero, sono tracciati talmente sbalorditivi da far perdere la concentrazione in un amen.

Ogni circuito, compresi i 16 trascinati di peso dei precedenti capitoli, offre svariate sezioni: si parte con le ruote sull’asfalto, si passa sul fondo di un mare cristallino, si plana per brevi tratti e, grazie all’antigravità, si finisce a testa in giù o con il kart saldamente ancorato su una parete orizzontale. Il design della quasi totalità degli stage è da applausi a scena aperta, così come l’intero impianto grafico. Ogni modello poligonale mostra ottimi dettagli e splendide animazioni, i colori bucolici non mancano mai, la fluidità è davvero rocciosa e le varie texture sono in grado di rendere perfettamente credibile ogni superficie. Effetti di luce eccelsi sanciscono poi una miriade di momenti, mentre i dettagli più piccoli evidenziano copiosamente l’enorme lavoro svolto dal team di sviluppo.
Non mancano nemmeno momenti di pura ilarità, come quando supererete un povero koopa e vedrete il suoi occhi afflitti seguirvi mentre la polvere creerà il giusto distacco fra voi e lui; o, magari, quando ammirerete lo sfortunato Luigi sobbalzare dalla moto, dopo averlo spaventato con un bel colpo di clacson. Strepitoso anche l’accompagnamento audio, pieno di ottimi effetti e caratterizzato da tracce sempre dotate di un gran ritmo e registrate addirittura in presa diretta.
POVERO ISAAC NEWTON
L’antigravità, la grande novità sbandierata da Nintendo in questi ultimi mesi, non si limita esclusivamente a innalzare a cannone l’asticella della spettacolarità, ma ha ovvie implicazioni anche a livello di gameplay. In questi frangenti entra in gioco una nuova meccanica, ovvero lo “Scontro Turbo”. Il funzionamento è piuttosto semplice: mentre si sta correndo è sufficiente colpire particolari respingenti o, meglio ancora, gli avversari vicini per ottenere un prezioso mini-turbo extra. Sembra poco, ma lo Scontro Turbo non solo aumenta, e di molto, le possibilità di compiere gesti infami, ma rende queste fasi un vero spasso. Se prima si cercava a tutti i costi di evitare qualsiasi tipo di contatto, in Mario Kart 8 si punta all’esatto opposto, anche perché cooperando con un altro giocatore e utilizzando questa strana tecnica in due (una sportellata a testa) si corre il rischio di guadagnare come per magia una manciata di posizioni.
Come nel precedente episodio portatile, anche in Mario Kart 8 si ha la possibilità di assemblare il proprio mezzo, sfruttando parti diverse. I pezzi, ognuno dotato di particolari caratteristiche (velocità, accelerazione, peso, manovrabilità e tenuta) sono ben 52 e offrono una moltitudine di varianti. Volete il classico “abominio estetico” dotato di caratteristiche mostruose? Nessun problema. Serve maggior resistenza? L’immancabile “carro armato” da sfoderare negli scontri più cruenti è la scelta giusta. Ocio però: se volete dar vita al mezzo dei vostri sogni, dotato di una carrozzeria scintillante, gomme da pista e aliante in stile Bowser, preparatevi al recupero di qualcosa come 1700 monete.

Rispetto all’edizione per Wii, qui le differenze fra le tre classi (quad, moto e kart) sono meno marcate e più legate alla conformazione della pista e alla superficie di percorrenza. Tra le curve un’agile moto riesce a rosicchiare qualche centesimo di secondo, ma basta davvero un lungo rettilineo per vedere vanificato ogni sforzo. Qui i kart viaggiano meglio, mentre sullo sterrato è il quad a dettare legge.
Parlando ancora di novità, vanno segnalati nove nuovi corridori e una manciata di oggetti inediti, come il Boomerang, la Pianta Piranha (in grado di ingurgitare qualsiasi cosa presente sulla pista), un vortice di otto diversi oggetti da utilizzare come se non ci fosse un domani e lo straordinario Super Clacson, utile a ribaltare le sorti di una gara apparentemente compromessa. Immaginatevi la scena: siete a un passo dal traguardo, alle vostre spalle si sta scatenando l’inferno e qualche simpaticone ha appena scagliato un guscio blu verso di voi. Essendo usi alle dinamiche di Mario Kart sapete di non avere scampo, ma utilizzando quest’ultima diavoleria potrete generare un’onda d’urto capace di travolge tutto ciò che vi orbita intorno, inclusi gusci assortiti e giocatori incauti!
Sebbene Mario Kart 8 brilli di luce propria se affrontato contro avversari umani, qualcuno potrebbe comunque gradire un po’ di single player, cui dedico queste ultime righe. Nulla da eccepire sul fonte dell’intelligenza artificiale: i nostri avversari sbagliano, creano la giusta confusione in pista e, spesso, sembrano più giocatori in carne d’ossa che non fredde macchine mosse dalla console.
Siamo così giunti al traguardo di questa recensione, da cui si evince l’enorme qualità che permea l’intera produzione e che dovrebbe bastarvi a farvi un’idea su cosa dare in pasto al vostro Wii U nei prossimi mesi. Tuttavia, la tentazione di chiudere col canonico e superfluo consiglio è troppo alta: sgommate verso il primo negozio (reale o virtuale che sia) e portatevi a casa una bella copia del gioco. Ci si becca online!