Far Cry Primal è ben diverso dalle precedenti incarnazioni del franchise, e assomiglierà non poco a 10.000 A.C. di Roland Emmerich. Ubisoft non ha lasciato niente al caso e, per ricreare un’esperienza preistorica fedele, hanno sviluppato anche una lingua per l’occasione. Inizialmente, spiega il creative director Jean-Christophe Guyot in un’intervista a GamesRadar, si era deciso di far parlare l’inglese alla tribù di Wenja (la principale nel gioco). Tuttavia, questa scelta si dimostrò “non immersiva”, spiega Guyot.
Di conseguenza, il team ha chiesto la consulenza di storici, linguisti, antropologi e persino filmmaker, per creare un linguaggio che rispettasse il setting del gioco, ma c’erano ancora dei problemi: “Hanno cominciato le audizioni con questo tipo di linguaggio,” spiega Guyot “e anche in quel caso sembrava troppo moderno, perché ci troviamo 7000 anni prima della nostra attuale era”.
Il team quindi fece un passo indietro, e preparò una variazione ancora più primitiva del linguaggio, fino a raggiungere un compromesso che ha dato origine alla lingua dei Wenja. Successivamente è stato anche deciso che ci sarebbero dovuto essere delle sottili variazioni in ognuna delle tre tribù principali del gioco, questo per rispecchiare le diverse inflessioni che esistevano anche durante la preistoria (un po’ come accade oggi con i dialetti).
Guyot si è detto entusiasta del lavoro di tutte le persone coinvolte nella creazione di questo linguaggio: “I linguisti, sono fantastici. E sono super entusiasti, perché questo è un linguaggio che nessuno ha parlato per migliaia di anni. Per loro, è scienza. Qualcosa a cui sono incredibilmente attaccati”.