[NOTA DI REDAZIONE] Ricordiamo ai lettori che GamesVillage ha deciso di adottare la politica di giudicare con voto numerico i titoli composti da due o più episodi solo alla fine della stagione. La seguente recensione sarà quindi valutata esclusivamente con il testo scritto.
La fortuna non sempre gira dalla parte degli assassini e direi che negli ultimi anni è stata decisamente avversa al nostro killer preferito. No, non sto parlando di quel nota brand di adventure game ambientati a cavallo di epoche storiche diverse, sto parlando proprio di lui, del più iconico assassino a pagamento del mondo videoludico: l’Agente 47. Non pochi puristi della serie a lui dedicata hanno storto il naso di fronte ad Absolution e, peggio ancora, molti sono fuggiti inorriditi dalla visione dell’ultima trasposizione cinematografica, il cui unico pregio è stato quello di farci rimpiangere Timothy Olyphant. E ancora, molte incertezze e molti dubbi hanno circondato l’ultimo capitolo, a causa soprattutto di una scelta distributiva quantomeno azzardata, che vedrà le avventure dell’Agente 47 divise in 7 differenti capitoli rilasciati a cadenza mensile. Si tratta in effetti del primo caso di titolo tripla A che sfrutta questo sistema. Esperimento lungimirante o azzardo mal calcolato? Per scoprire il destino riservato al nostro antieroe andiamo quindi ad analizzare quanto proposto da IO Interactive nel primo episodio del suo nuovo ed attesissimo Hitman.
VARIO È BELLO
La porzione di gioco da affrontare in questa release è rappresentata dal tutorial e da una location/missione già nota ai fortunati che hanno avuto la possibilità di provare il gioco in anteprima, Parigi e l’evento fashion “Showstopper”. Ma cominciamo con calma, perché sebbene stiamo trattando solo una parte (seppur consistente) dei contenuti che questo nuovo Hitman metterà a disposizione è chiara fin da subito la direzione che IO Interactive ha preso nello sviluppo del titolo. Appena terminata la sequenza introduttiva e il tutorial, infatti, il giocatore viene invitato a ripetere la missione e affrontare lo stesso obiettivo con una strategia completamente diversa. E non parliamo di una o due alternative ma di una varietà e complessità che è lasciata completamente nelle mani dei giocatori. Più creativo e perfezionista sarà il gamer, più ardua, lunga e spettacolare sarà la missione. In questa breve fase introduttiva viene presentato anche un altro elemento chiave del gameplay che si andrà ad affiancare alle solite strategie ben note ai fan della serie, le Opportunità. Queste sono una sorta di mini missioni scriptate all’interno della missione principale. Chiariamo subito che non si tratta di vincoli che limitano il giocatore a seguire una strada piuttosto che un’altra, ma semplici possibilità che possono aiutare a portare a termine l’obiettivo in modi del tutto differenti.
[quotedx] È chiara fin da subito la direzione che IO Interactive ha preso nello sviluppo del titolo[/quotedx]
Se le Opportunità possono risultare alquanto inutili nella fase di tutorial del gioco, le cui due missioni sono piuttosto semplici da completare, queste risultano invece piuttosto utili nella prima vera missione della storyline, soprattutto per quei giocatori meno avvezzi alle punitive meccaniche da stealth game duro e puro. Abbandonato il flashback in cui si svolge il tutorial infatti, l’Agente 47 viene introdotto al suo primo, vero doppio obiettivo: Viktor Noviko e Dahlia Margolis, due magnati dell’alta moda che stanno utilizzando un evento mondano per coprire le losche attività della loro organizzazione criminale la IAGO. A pochi metri dalla sfilata infatti si sta svolgendo un’asta (chiaramente molto poco legale) nella quale i due vendono al miglior offerente informazioni segrete relative all’intelligence dei paesi industrializzati. La location della missione è rappresentata dall’intera magione all’interno della quale si svolge l’evento, con centinaia e centinaia di comparse e NPC che in modo diverso potranno interagire con il giocatore. Ad essere premiata è sicuramente l’esplorazione in un ambiente che, sebbene chiuso, potrebbe essere assimilato ad un “open world” per la quantità e qualità di possibilità messe a disposizione. Oltre a delle spettacolari e quanto mai creative Opportunità, come quella di impersonare una delle star dello show (con tanto di sfilata in passerella e “15 minuti di celebrità”) piuttosto che far crollare il soffitto di quest’ultimo sulla testa del povero Viktor, il giocatore può infatti escogitare strategie del tutto personali sfruttando a dovere i travestimenti e l’ambiente circostante. Come infatti avviene per la stragrande maggioranza degli stealth, in Hitman è fondamentale comprendere le routine e le reazioni dei personaggi. Ogni conversazione ascoltata, ogni documento lasciato incustodito può essere sfruttato a proprio vantaggio per avvicinarsi all’obiettivo. Sebbene, infatti, sia evidente il grande lavoro fatto sull’intelligenza artificiale degli NPC, che reagiscono in modi non del tutto prevedibili ma assolutamente realistici, ci sono alcuni evidenti limiti.
PIÙ CHE UN GIOCO, UNA PIATTAFORMA
Le location sono organizzate come se fossero una serie di livelli differenti che coesistono nello stesso macroambiente e a cui è possibile accedere solo se opportunamente giustificati, ma una volta indossato il travestimento giusto ed evitati accuratamente i personaggi “sospettosi” (sempre identificabili sulla mappa tramite un pallino bianco) è possibile fare praticamente tutto. In uno dei vari tentativi mi sono infiltrata tra i partecipanti all’asta, vestita da sceicco arabo, e in queste condizioni ho volontariamente stalkerato Miss Dahlia per verificare le sue reazioni e devo ammettere che, in modo piuttosto deludente, niente è riuscito a smuoverla dalla sua routine. Ero giustificata ad essere in quel posto e quindi a meno che non avessi apertamente aggredito qualcuno nessun mio comportamento, per quanto bizzarro avrebbe destato sospetto. Un neo non da poco, che intacca, anche se in piccola parte, una meccanica di gioco costruita ad arte per rendere questo capitolo difficile ma allo stesso tempo fruibile non solo per i puristi del genere. A completare un quadro di missione piuttosto vario e complesso si affiancano le Sfide, cioè una serie piuttosto lunga di mini obiettivi da completare durante questa o quella run per guadagnare bonus esperienza ed aumentare così il proprio Livello di Professionalità. Ad ogni nuovo tentativo il giocatore può modificare i parametri di missione scegliendo armi, punto di partenza, equipaggiamento e abbigliamento; un sottile stratagemma escogitato dagli sviluppatori che permette di allungare di molto la rigiocabilità di ogni singola esperienza di gioco. E tenuto conto del perfezionismo di cui sono capaci gli appassionati di stealth, parliamo di un livello di rigiocabilità decisamente elevato!
[quotesx]In Hitman è fondamentale comprendere le routine e le reazioni dei personaggi[/quotesx]
Hitman però non è solo una storymode, anzi. Secondo quanto affermato dagli stessi sviluppatori il vero motivo di questo rilascio a episodi è dovuto, oltre che alla necessità di creare missioni perfette, più che altro alla volontà di trasformare questo titolo in una vera e propria piattaforma di gioco, in cui eventi live, missioni speciali e la modalità Contratti andranno a costituire la vera essenza del titolo. Realisticamente parlando è presto per poter valutare quanto di questa affermazione sia vero, ma a livello embrionale possiamo affermare sicuramente che le basi di questi propositi sono piuttosto solide. In particolar modo la modalità Contratti, mutuata da Absolution e migliorata ulteriormente, è un potenziale patrimonio a cui IO Interactive può attingere all’infinito per spingere i giocatori verso un tipo di fruizione partecipativa di questo ultimo capitolo. Alla luce di tutto ciò risulta invece piuttosto insignificante il contratto speciale “I sei di Sarajevo” a disposizione dei soli giocatori PlayStation 4. La prima parte di questa missione, infatti, non aggiunge nulla all’offerta di Hitman presentandosi solo ed esclusivamente come un obiettivo aggiuntivo, il direttore della sicurezza, in una location, quella francese, oramai ben nota ai giocatori. Il materiale ad ogni modo c’è e la qualità pure. Sottili margini di miglioramento sono ancora possibili e siamo sicuri che ne troveremo a partire dal secondo episodio. Piccoli glitch e tempi di caricamento biblici posso smorzare il ritmo, è vero, ma solo il tempo e le successive release potranno dirci se effettivamente Hitman e la sua innovativa strategia distributiva sono stati, per IO Interactive, una scommessa vincente. Ci vediamo tra un mese, quindi.