Fire Emblem Fates è un’opera d’arte, un monumentale esempio di game design e storytelling, una testimonianza per le future generazioni della grandezza di un team di sviluppo, Intelligent Systems, che ha firmato molti dei più grandi capolavori usciti nel corso degli anni sulle console Nintendo. Esatto, è proprio così, ed è bene proclamarlo ad alta voce e subito, prima ancora di qualsiasi descrizione e spiegazione, o di qualsivoglia analisi critica, in modo che il giocatore, anche il più distratto o superficiale, sappia immediatamente di fronte a che genere di gemma preziosa egli si trovi davanti, un oggetto che, sempre che non detestiate visceralmente il genere degli strategici-tattici con elementi GdR, non può neanche lontanamente essere ignorato, a meno di non volersi perdere il più grande videogioco mai uscito su 3DS. E attenzione: persino i più feroci hater della saga fantasy in questione della Grande N o di questa tipologia di videogiochi dovrebbero seriamente considerare di dare una chance a questo episodio della lunga serie, poiché molto probabilmente non avranno un’opportunità migliore di scoprire un universo spettacolare e meraviglioso e, in definitiva, convertirsi a Fire Emblem.
IL FUOCO DIVAMPA
Ora che si è fatta chiarezza, è tempo di affrontare il vero e proprio campo di battaglia di questa recensione, andando a esaminare il perché del valore di Fire Emblem Fates, ma non prima di un’ultima ma a nostro avviso fondamentale avvertenza. Questa review eviterà di indulgere eccessivamente nella descrizione di tutti i dettagli del gioco, per la semplice ragione che, a nostro avviso, mai come in questo Fire Emblem il giocatore godrà nello scoprire quante grandi e piccole novità, varianti ed extra sono andate ad arricchire la formula classica che da oltre 25 anni ha reso grande e popolare questa saga, che ha debuttato in Giappone nel 1990 su NES e in Occidente tra il 2003 e il 2004 su Game Boy Advance. Ciò significa che, nel caso di questo Fire Emblem, non dovete temere soltanto gli spoiler della trama, ma anche (e forse soprattutto) quelli relativi a specifici dettagli del gameplay, che renderanno la vostra esperienza di Fates unica e irripetibile. Nel caso di questa recensione, potete andare avanti senza paura, poiché non sveleremo nulla che possa compromettere la vostra scoperta e conseguente soddisfazione. Tanto per cominciare, Fire Emblem Fates non è una semplice opera, ma un trittico. Retaggio e Conquista, acquistabili separatamente, e Rivelazione, il DLC che completa il complesso arco narrativo di questa summa fantasy targata Intelligent Systems, sono infatti tre videogiochi interi e diversi tra loro, ciascuno dei quali immenso e vastissimo, dove la main quest di quasi 30 capitoli non è che una parte del pacchetto di gioco ed esperienza offerto complessivamente. Proprio così: ciascuna tessera del mosaico che è Fates è, da sola, più grande, completa e di valore di gran parte degli altri titoli presenti sul mercato, e ciò fa della limited edition di questo gioco il più straordinario caso di convenienza e rapporto qualità prezzo (ma anche quantità prezzo, se volete).
Fire Emblem Fates, dopo poche missioni comuni, prenderà direzioni diverse: nei panni del principe ereditario Corrin (che potrete comunque personalizzare in nome, sesso e fattezze) sarete posti di fronte alla scelta se restare fedele al Nohr, il Regno nel quale siete cresciuto, e alla famiglia che vi ha adottato (diciamo così…), oppure schierarvi con l’Hoshido, il Paese rivale e ribelle, e con la vostra famiglia naturale. Mentre Fire Emblem Fates: Conquista racconta ciò che accade nel primo caso, Fire Emblem Fates: Retaggio segue le vicende susseguenti alla seconda scelta prospettata. Fire Emblem Fates: Rivelazione, infine, considera l’ipotesi di non schierarsi con nessuna delle due fazioni, seguendo un percorso ancora diverso che, a livello di storia, completerà l’epopea di questo macro-capitolo della serie. Di base e a livello di narrazione, Retaggio rappresenta la scelta del bene, perché l’Hoshido, regno dai tratti fortemente nipponici, è chiaramente il Paese oppresso dalle forze del male e governato da una famiglia di generosi, leali e indomiti eroi, felici di riabbracciarvi e guidare la rivolta contro i tiranni. Conquista, invece, incarna la scelta morale controversa, poiché, per restare leali a chi vi ha cresciuto, vi troverete di fatto a servire un sovrano crudele e machiavellico, malvagio e spregiudicato. È vero che, in realtà, condurrete comunque una battaglia di liberazione e purificazione, volta al conseguimento della pace, tuttavia siamo nel terreno della dubbia moralità e del rimorso. Per fare un paragone videoludico classico, che forse i più giovani non coglieranno, vi sentirete un po’ come il Colonnello Cristopher Blair in Wing Commander IV: The Price of Freedom (Origin Systems, PC, 1996) nella prima parte della campagna, quando serviva sotto il comando dell’Ammiraglio Tolwyn, prima di scoprire le sue spietate trame eversive.
Scelte di campo a parte, il fascino narrativo di Fire Emblem Fates risiede proprio nel vivere una trama ricca, drammatica e complessa da diversi punti di vista, combattendo in una versione del gioco alleati e persone amate dell’altra e viceversa, e in tal modo scoprendo a fondo e del tutto la ricchezza di personaggi e i retroscena socio-politici dello scenario dell’opera. Ma non è tutto. La radicale scelta tra Retaggio e Conquista, ammesso che vogliate realmente limitarvi ad acquistare uno solo dei due videogiochi, risiede anche nel gameplay: mentre Retaggio segue l’impostazione più nuova della serie, quella insomma aperta a molte missioni collaterali ben rappresentata dal precedente Fire Emblem: Awakenings, sempre per 3DS, Conquista è un ritorno a brutto muso alle meccaniche old school e molto più punitive dei Fire Emblem classici, offrendo un’esperienza di gioco decisamente più hardcore e impegnativa, poiché non avrete le stesse opportunità di accumulare esperienza e far crescere di livello i membri del vostro party. Dal momento che Retaggio risultà più accessibile, quindi, possiamo dire che è forse la scelta migliore per un giocatore non troppo esperto e conoscitore della serie, anche se è bene essere chiari: non siamo comunque di fronte a un gioco facile, ma a un titolo impegnativo e nel quale l’elemento della sfida è sempre presente e ben dosato, rendendo il gioco estremamente gratificante.
Parlando di difficoltà, poi, è fondamentale specificare che non solo potrete impostare diversi livelli (c’è quello “normale” e due superiori… sorry, nessun livelo “facile”), ma anche, e questa è una grande novità, tre diverse modalità relative al destino dei vostri personaggi caduti in battaglia: nella classica vale la temuta permadeath… chi muore resta morto, e addio per sempre, in stile Fire Emblem. Non vi sta bene? Ricominciate l’intera missione, anche se è la decima volta e dopo ore di gioco, altrimenti versate una lacrima per l’eroico guerriero perso sul campo di battaglia e proseguite la guerra: credetemi, anche questo serve ad arricchire la vostra esperienza di gioco e a renderla unica e indimenticabile. In Fates, però, avrete per la prima volta l’opportunità di optare per due modalità più generose: in una ritroverete i vostri eroi sconfitti nel capitolo successivo, mentre nell’altra li riavrete addirittura nel turno seguente dello scontro. Inutile dire che vi suggeriamo fortemente di non cedere e settare il gioco su “classico” (è un tratto fortemente caratterizzante di Fire Emblem), ma è a mio avviso positivo il fatto di aver introdotto un’opzione come questa in grado di avvicinare nuovi giocatori o rendere più accessibile la serie a chi, per motivi di tempo o di semplici preferenze, vuole invece un approccio più soft che gli consenta di concentrarsi di più sulla storia avanzando tra i capitoli senza troppi ostacoli.
Il fascino narrativo di Fire Emblem Fates risiede proprio nel vivere una trama ricca, drammatica e complessa
La trama, del resto, è semplicemente appassionante e magistralmente scritta. Diciamolo con la massima chiarezza: dimenticatevi di quella porcheria di Fire Emblem: Awakenings, che aveva appiattito Fire Emblem al livello di un anime adolescenziale di terz’ordine. Qui si torna ai fasti del passato, a intrighi complessi e a tratti oscuri, a tematiche adulte e profonde. A una trama, insomma, capace di appassionarci realmente e guidarci alla scoperta di un mondo di gioco ricchissimo di particolari ed elementi tutti da scoprire e da vivere, con il pathos sempre alto e intenso. Del resto, la direzione artistica del gioco è semplicemente mozzafiato: i paesaggi, i personaggi, ogni dettaglio… tutto è portato su schermo con uno stile grafico impareggiabile e unico nel suo genere, che rende Fire Emblem Fates una gioia per gli occhi. Anche le musiche sono davvero ben composte, sottolineando magistralmente lo svolgersi dello storyline e le battaglie. I personaggi da incontrare, amare o combattere sono tanti e profondi, belli da vedere e interessanti da scoprire, tanto più che il complesso sistema di relazioni (e non ci sono limiti, a livello di coppie) renderà quantomai interessante tessere la vostra ragnatela di relazioni, correndo sempre su un filo sospeso tra storytelling (si esplodono le motivazioni del cast, si arriva al matrimonio e ai figli, si vivono momenti… emozionanti) e gameplay (il feeling tra eroi conferisce bonus, inoltre i personaggi possono unirsi in battaglia in due modi diversi, tatticamente diversi tra loro).
Sempre restando in tema di struttura di gioco, il modello di base resta ovviamente quello classico. Schierate in campo i vostri personaggi e, in un rigido sistema a turni (possa Nintendo non pensare mai neanche lontanamente di abbandonarlo!), muoveteli per raggiungere l’obiettivo di vittoria, che sia la fuga, la sconfitta di un boss, l’annientamento di tutto l’esercito nemico o qualsiasi altro. Ogni personaggio ha una classe (e di norma potrà poi evolversi in una o più classi superiori), usa armi e oggetti diversi e, talora, possiede incantesimi o poteri particolari. Le tipologie di armi prevalgono le une sulle altre nel tipico modello “carta, sasso, forbice”, anche se in questo Fates troverete, anche qui, qualche interessante extra. Il sistema di regole, sebbene molto ricco e complesso, risulta assai facile da apprendere, anche per i nuovi alla serie, che potranno presto godere della grande profondità tattica che ha reso celebre la saga di Fire Emblem nei decenni. Fire Emblem Fates, inoltre, introduce una modalità di costruzione e personalizzazione del vostro accampamento fortificato: un piccolo strategico gestionale all’interno del gioco, che vi offrirà nuovi spunti e opportunità, sotto tanti punti di vista, multiplayer incluso. Ma ve lo ripetiamo: sarà uno degli innumerevoli piaceri tutti da scoprire una volta lanciato questo straordinario capolavoro nel vostro 3DS.