Alcuni giochi non riescono a sopravvivere alla lunga attesa che li precede: abbiamo visto titoli più o meno noti nell’ambito videoludico perire dietro delle longeve pause di produzione e sviluppo. In parte a causa delle continue informazioni lanciate per tenere al guinzaglio il giocatore, in parte per le problematiche che si creano in ogni studio di sviluppo, tanti titoli sono stati cancellati o rimandati. Sono passati circa 4 anni da quando, alla Gamescom di Colonia, avevamo visto Rime, e ora finalmente ci abbiamo messo le mani sopra.
La nascita e la crescita del lavoro di Tequila Works ha avuto le sue origini su una base di Action RPG, con elementi survival e di crafting: naturalmente tutto ciò ha lasciato spazio ad un titolo più artistico e di significato: vestiremo i panni di questo bambino, in un’isola completamente popolata da colori vivi e da panorami mozzafiato, mentre tra un enigma e un mistero, ci muoveremo verso il nostro obiettivo finale, assieme alla volpe, unica guida e compagno per l’avventura.
[quotesx]Un’attività rilassante e piacevole, senza troppa tensione[/quotesx]Se ve lo state domandando: no. Non saranno presenti combattimenti di alcuna sorta: nemici invece ce ne saranno, ma vi lasciamo la sorpresa nel scoprire come, dove e quando dovrete vederveli davanti. Il nostro obiettivo primario sarà sempre e solo scoprire cosa sta succedendo su questa magnifica isola, ma soprattutto rispondere al perché vi trovate li. Oltre a voi e alle stupende location che vi passeranno davanti per tutta la durata del gioco, flora e fauna saranno più che presenti nel gioco, mostrandosi in ogni angolo e, in alcuni casi, creando una necessità di interazione per proseguire. Ma se l’estetica ci ha meravigliato fin dal primo secondo, scoprire che più strade, molti misteri e una miriade di enigmi saranno presenti per tutta la durata del gioco, ci ha fatto tirare un sospiro di sollievo. Attendere l’ennesimo gioco dedicato all’esplorazione e il combattimento, quell’Action RPG già visto e rivisto per tutto il 2016, era una delle paure più grandi che circondavano questo Rime. Invece, per nostra gioia, il gioco di Tequila Works esplora, appunto, un genere completamente diverso, diventando un’attività rilassante e piacevole, senza troppa tensione (sebbene alcune scene potrebbero generarla, ma davvero in quantità minima) e con una continua voglia di perdersi in ambienti dalla magnifica estetica.
[quotedx]Il sognatore si sentirà coinvolto nel suo viaggio[/quotedx]La scoperta è l’anima del gioco: dagli oggetti alle tracce di antiche civiltà, passando per enigmi e misteri, scopriremo avanzando nel gioco la storia di una terra quasi magica, ricca di piacevoli storie che non vedremo l’ora di scoprire. Nulla di ciò verrà però raccontato da dialoghi, pressoché assenti. Purtroppo un po’ di frustrazione verrà generata, nello stato d’animo del giocatore, in alcuni tratti del gioco dove, per necessità di gameplay, alcune azioni che prima erano state concesse verranno vietate, obbligandovi, al posto di cercare la giusta strada, a costruirvene una vostra. Graficamente parlando, non sarà difficile riconoscere quali siano le strade concesse, una colata bianca sulle rocce vi indicherà dove potrete recarvi mentre, se decideste di avventurarvi per mare, delle meduse luminose si accenderanno per bloccarvi il passaggio. Il tutto viene eseguito in modo armonico, senza alterare il feel che il gioco vuole regalare all’utente sognatore, che si sentirà comunque coinvolto nel suo viaggio.
Rime è un gioco descrivibile con un aggettivo: intrigante. La facilità con cui il bambino riuscirà a fare breccia nel vostro cuore, creando un legame empatico, sarà disarmante. E non ci vorrà nemmeno tanto, considerando che solo premendo Start, dimenticherete il mondo esterno affacciandovi invece ad un’isola dal feel completamente diverso.
Tecnicamente Rime non è esente da difetti, che per nulla però rovineranno la vostra esperienza di gioco: la grafica colorata nasconderà bene, grazie all’utilizzo di poche texture complesse, eventuali sbavature grafiche; i liquidi, invece, trattati come pennellate su una tela, potrebbero incantarvi per ore. L’ambiente inoltre parlerà una lingua tutta sua: il sonoro, composto da effetti ambientali, vi affiancherà per tutta la durata dell’avventura, coccolandovi verso una piacevole passeggiata.
In definitiva, Rime non tenta di innovare un genere, né di crearne uno nuovo: al contrario, è un gioco che ha voglia di raccontare una storia, un’avventura di un piccolo ragazzo alla scoperta di misteri ben più grandi di lui, colmi di pericolo ma che non richiederanno violenza da parte vostra. E alcune volte, giochi del genere servono nel panorama videoludico. Certo, il gioco porta su di sé le piaghe di uno sviluppo piuttosto travagliato, e una tendenza a ispirarsi un po’ troppo dai titoli Team Ico e da Zelda che gli impedisce di ricavarsi una sua identità propria. Qualche inciampo tecnico, inoltre, tradisce la presenza di un budget non paragonabile ad altre produzioni che puntano sull’open world. Ne fuoriesce quindi un’opera derivativa, che sotto il cofano di una confezione stellare nasconde una diffusa pochezza strutturale, che gli impedisce di raggiungere l’integrità di altri capolavori come Journey, riuscendone comunque a sfiorarne la grandezza.