The Conduit

Una sfida impossibile ci attende.

Se avete seguito con attenzione gli sviluppi legati al gioco di High Voltage saprete che questo The Conduit non ha mai nascosto l’intento di settare nuovi standard per il genere degli sparatutto in soggettiva, almeno sulla console domestica di Nintendo. I primi momenti di gioco sono, di fatto, sufficienti per comprendere (tra l’altro in maniera davvero cristallina) il maggior pregio, ma anche il difetto più eclatante dell’ultima produzione SEGA.
Le texture che dipingono gli scenari di gioco mettono in mostra una pulizia grafica piuttosto notevole, quasi da applausi a scena aperta se la si paragona a quella presente in altri giochi per Wii. Gli effetti speciali denotano una notevole cura e le superfici acquatiche, oltre a riflettere l’ambiente circostante, sono ricreate tenendo bene a mente il comportamento reale dei fluidi.

Il comparto animazioni non dà adito a particolari lamentele ma – eccoci giunti alla nota dolente – la direzione artistica intrapresa instaurerà più di un dubbio nell’animo di qualsivoglia giocatore.
Volendo essere pignoli si potrebbe infatti asserire in tutta tranquillità che lo stile dei nemici (ma anche quello delle varie ambientazioni) non riesce proprio a scrollarsi di dosso il peso della mediocrità. Anche la storia, che ci vede impegnati contro l’ennesima invasione di origine aliena e l’immancabile macchinazione governativa, fallisce miseramente nell’intento di entusiasmare. Le solite fogne piene di amenità, le città devastate dal conflitto e le fredde stanze sotterranee, nonostante siano modellate più che discretamente, si alternano senza lasciare il segno per tutto il corso dell’epopea (contraddistinta da una durata non propriamente elevata: 67 ore).

Nessuna scena evocativa, magari satura di colori brillanti, rimarrà quindi impressa nella mente, ma in pochi minuti chiunque si troverà a proprio agio mentre riversa “secchiate di proiettili” contro qualsiasi figura (aliena e non) in movimento. Le meccaniche sono quelle ormai classiche del genere: le innumerevoli sparatorie vengono vissute in prima persona e con un arma stretta saldamente fra le mani. La leva analogica presente sul Nunchuk garantisce il movimento dell’eroico agente, mentre il puntamento del Telecomando viene adibito, come facilmente intuibile, alla gestione della visuale. Il pulsante “B” offre la possibilità di sparare, “A” ci consente di spiccare un balzo, mentre scuotendo il Nunchuk, infine, scaglieremo una devastante bomba. Insomma… lo stesso identico sistema adottato dalla quasi totalità degli sparatutto in prima persona già presenti sulla console Nintendo.

Oltre alle solite stanze e ai corridoi pieni di brutti ceffi da annientare a suon di proiettili, il gioco Hight Voltage offre, giusto per garantire un pizzico di varietà, anche qualche semplice enigma incentrato sull’utilizzo di una strana sfera. Premendo il pulsante “+” potremo servirci di un avveniristico marchingegno, in grado di proiettare un fascio di luce utile per il rilevamento sia di interruttori, sia di ordigni alieni nascosti. Quello che differenzia veramente The Conduit dalla concorrenza, però, è la grande cura riposta in tutti quegli aspetti legati alla personalizzazione del sistema di controllo. Una marea di opzioni e parametri ci permettono di modificare la precisione del mirino, la zona morta del telecomando (utilissima per chi vuole giocare eseguendo movimenti minimi e poco faticosi), la reattività del puntamento e molti altri aspetti in grado di adattare l’intero sistema alle esigenze di ogni videogiocatore.

Anche le altre peculiarità del Wii, solitamente trascurate, sono state implementate magistralmente. Tutte quelle persone attratte dalle sfide online saranno, infatti, felici nel trovare tante modalità, il supporto per il Wii Speak e la possibilità di sfidare altri undici agenti in una delle innumerevoli arene disponibili. Dalle sfide a squadre classiche, legate al solito meccanismo basato sulle uccisioni in sequenza, si passa ad obbiettivi specifici come il recupero e la difesa di determinati punti, per giungere anche a vere e proprie battaglie legate al concetto del “ruba bandiera”.

Nonostante possieda, dunque, qualità innegabili, The Conduit fallisce nell’impresa di sbaragliare completamente la concorrenza. Il gioco di SEGA non regge, ad esempio, il confronto con il terzo capitolo di Metroid Prime (soprattutto se ci si sofferma sull’aspetto prettamente artistico o sul level design generale), ma rimane comunque un gioco molto divertente e godibile, grazie anche ad una modalità online davvero indiavolata.