Caro Voldemort, è giunta l’ora di farti a pezzi nella nostra recensione di LEGO Harry Potter in versione PC, Xbox 360 e PC.
Ci eravamo lasciati con un Harry Potter impegnato a vincere il Torneo Tremaghi e lo ritroviamo oggi, a distanza di un solo anno, alle prese con gli episodi conclusivi di una saga entrata a pieno diritto nell’Olimpo della narrativa internazionale [e per adulti, su questo non transigo]. Rispetto al primo capitolo (uscito durante l’estate del 2010), questa seconda incarnazione del “maghetto peggio interpretato della storia dei maghetti” non presenta novità che si possano definire davvero di rilievo. Come in ogni altro titolo della serie LEGO degno di questo nome, infatti, il compito del giocatore è sempre e solo quello ripercorrere le vicende del protagonista di turno, facendosi strada attraverso un’infinità di enigmi e puzzle ambientali basati sulla logica del “rompi lo scenario, ottieni tanti mattoncini colorati, quindi ricostruisci uno strumento assurdo ma necessario a proseguire”; il tutto, ovviamente, grazie alla pressione di un unico tasto. Niente di nuovo sul fronte occidentale, quindi, come avrebbe detto Remark nel suo romanzo omonimo (1931).
Il titolo sviluppato dal Traveller’s Tales, invero, è abbastanza curato, ricco di collezionabili e farcito di cose da fare fino a esplodere, con tanto di scenari disseminati di lucine, stelline o scintillii atti ad attirare l’attenzione del giocatore sui tanti elementi interattivi presenti a schermo. Anche per quanto concerne la varietà delle situazioni e le combinazioni possibili non ci si può lamentare, dato che gli incantesimi principali sono circa una decina e che, per ciascuno di essi, è previsto un diverso utilizzo, sia in termini di superfici condizionabili, sia di effetti speciali. Lo stesso discorso si può fare per i molti personaggi da sbloccare, i duecento mattoncini d’oro da raccogliere e gli stemmi delle Case, sparpagliati in ogni livello e da recuperare pezzo dopo pezzo. In questo senso, gli ammennicoli da scovare per tagliare il traguardo del 1000 su 1000 (o del Platino, nel caso di PS3) certo non mancano. Si spazia dai 25 Cavilli da leggere, ai 60 studenti da salvare, passando per un’infinità di monetine da collezionare (un miliardo!) e la necessità di affrontare i diversi duelli (una sorta di uno contro uno dove bisogna rispondere con magie dello stesso colore e poi premere un tasto più veloce che si può) con tutte le varianti dello stesso protagonista.
Il problema di LEGO Harry Potter, però, è proprio questo suo insistere sul fattore rigiocabilità, lasciando al primo giro di giostra il mero compito di antipasto. La portata principale, infatti, è quella del ripetere ad libitum stage su stage, a colpi di incantesimi e mattoncini, fino al raggiungimento del 100%. In questo senso, approcciare LEGO Harry Potter “tanto per”, avendo come obiettivo solo quello di leggere i titoli di coda, rimane un’operazione sterile, che non accontenterà né i fan della Rowling, né gli appassionati delle costruzioni danesi, l’utilizzo delle quali rimane fortemente scriptato e in nessun modo lasciato al libero arbitrio del giocatore. Il quadro viene completato da uno story telling farraginoso, con pezzi di trama mancanti e impossibili da dedurre, vista l’assenza di qualsivoglia testo scritto, come in tutti gli altri LEGO partoriti da Traveller’s Tales, d’altronde. Questo fa sì che il gioco sia godibile e fruibile in modo comodo per chi si è divorato i libri o almeno le trasposizioni cinematografiche, un po’ meno per tutti gli altri.
Degni di nota, invece, sono gli ambienti e gli scenari, realizzati con particolare mestiere e capaci di restituire le stereotipate atmosfere inglesi, tanto sfruttate dalle già citate pellicole cinematografiche dedicate alla saga. Nulla da eccepire anche per quanto riguarda la colonna sonora, che riprende “as is” i temi principali ascoltati sul grande schermo. Inutile aggiungere, allora, che se siete degli irriducibili di Harry Potter e non potete fare a meno di collezionare anche i tappi delle bottiglie d’acqua, questo è il titolo che fa per voi; così non fosse, girate al largo (e anche molto).