Abbiamo provato per voi uno dei picchiaduro più attesi del 2011. Sarà capolavoro? [Hands-On]
Inutile girarci intorno: il binomio picchiaduro e crossover dà molto spesso origine a titoli definibili tranquillamente con l’appellativo di “tamarri”.
Prima che qualcuno inizi a inveire pesantemente contro i folli redattori di GamesVillage.it, ci teniamo a fare una piccola precisazione: da queste parti l’appellativo “tamarro” non possiede mai una valenza negativa; al contrario viene utilizzato proprio per osannare l’animo “caciarone” e volutamente trash di un progetto videoludico, e non solo. Detto ciò, non possiamo che rassicurare sin da ora tutti i fedeli estimatori della serie Marvel vs Capcom: il terzo capitolo è rimasto dannatamente ancorato alle sue tradizioni. Pochi secondi di gioco col preview code in nostro possesso sono stati sufficienti per riportare alla mente i pomeriggi spesi a pestare brutalmente “l’amichevole Spiderman di quartiere”. E se nel corso degli anni non avete mancato neppure un episodio, anche voi vi ritroverete perfettamente a vostro agio fra sequele di tasti da premere e mosse da concatenare nel più classico “Street Fighter style”.
Questo nuovo episodio della storica saga continua imperterrito a percorrere i suoi passi lungo una strada fatta di scontri pirotecnici, personaggi presi in prestito sia dalle autorevoli testate Marvel, sia dai titoli classici legati al colosso nipponico e, soprattutto, di una giocabilità solida e molto accessibile. È lo stesso identico percorso che ha portato – tra l’altro – il crossover di Capcom all’enorme fama che oggi lo circonda. La regola principe è sempre quella di “riempire di botte” il proprio avversario, prestando ovviamente attenzione al canonico azzeramento della barra energetica. Per chi non lo sapesse, personaggi e fondali sono questa volta interamente poligonali, ma al giocatore non viene offerta comunque la possibilità di spostarsi in profondità.
Rispetto al passato poco è cambiato e, nonostante la sua natura tridimensionale, questo Marvel Vs Capcom 3 si basa su di un parco mosse classico, ma comunque ricco di possibilità. “Mezze lune” in avanti o indietro, da combinare con uno dei quattro attacchi disponibili, rappresentano le fondamenta di un sistema di gioco capace tanto di essere apprezzato da chiunque dopo un piccolissimo periodo di pratica, quanto in grado di donare enormi soddisfazioni all’esperto, grazie ad una discreta profondità.
Certo, le super mosse si eseguono ancora premendo all’unisono i due tasti dorsali, l’azione a volte diviene talmente confusa da risultare illeggibile e le combo (come i più anzianotti di voi già sapranno) raggiungono cifre da capogiro nell’arco di sei secondi esatti, ma la grandiosità della serie risiede proprio in questa sua accessibilità e, soprattutto, nella spettacolarità dell’azione proposta.
Il termine “spettacolare” – ne siamo consapevoli – viene utilizzato spesso e forse anche a sproposito, ma questa volta dovrete credere alle nostre parole. L’azione a schermo non soffre di alcun rallentamento: fasci di energia guizzano in ogni angolo e una marea di effetti speciali inondano gli occhi degli astanti a ogni colpo andato a segno. Gli stage, poi, traboccano di particolari e riescono di certo a stupire in più di un’occasione anche l’occhio esperto e allenato di un giocatore veterano. Se volessimo già da ora assegnare una valutazione all’intero comparto tecnico (omaggiato anche dalla presenza di una colonna sonora dinamica e, a dir poco, sontuosa) non potremmo davvero esimerci dall’affibbiargli l’assoluta eccellenza. Ammirare la sensuale Morrigan intenta a picchiare brutalmente un malvagio Wesker nei laboratori della Tricell, mentre She-Hulk cerca di scagliare una macchina su i due duellanti, è una visione capace di stampare un sorrisino ebete sui volti di molti qui in redazione.
Come detto in precedenza, i combattimenti hanno mantenuto il loro incredibile dinamismo. La possibilità di spiccare ampi balzi, di effettuare mosse e parate anche mentre si è sospesi in aria e l’opportunità di intervallare in qualsiasi momento i tre combattenti della propria squadra sono in grado di garantire la giusta varietà: utilizzare ripetutamente le stesse due o tre tecniche, difatti, risulta spessissimo il peggiore degli approcci.
Nonostante manchi ancora qualche mese all’uscita del titolo, ci sentiamo di concludere quest’anteprima muovendo una piccola critica. Allo stato attuale, il bilanciamento dei vari lottatori (piuttosto fondamentale in un genere come questo) non sembra godere di una cura certosina. Viewtiful Joe, ad esempio, risulta molto meno incisivo se paragonato a Dante di Devil May Cry o, magari, al buon vecchio Ryu. La natura del gioco stesso porterà più di un giocatore, attratto dal “lato oscuro della forza”, a crearsi un trio “vergognosamente” inarrestabile.