Anno 2070

Il nuovo Anno vi porta nel futuro, in tutti i sensi. La nostra recensione di questo atteso strategico/gestionale per PC vi racconta perché.

Da quando Anno 2070 è installato sul mio hard disk, non so più che consistenza abbia il tempo. Se non fosse per l’autosave che scandisce ogni quarto d’ora e per l’avviso preimpostato che notifica le due ore di gioco trascorse (invitandomi a fare due passi), probabilmente non starei neanche scrivendo questa recensione.
Quella di Anno 2070 è un’esperienza immersiva, che ha inizio nel momento in cui si lo si avvia con un sano doppio click dal desktop.
Le meccaniche di gioco sono solide e articolate alla maniera dei predecessori, basate su aspetti gestionali e strategici che mirano da un lato a far evolvere l’insediamento, dall’altro ad intessere relazioni diplomatiche vantaggiose. La possibilità, però, di scegliere di volta in volta la propria fazione fra quelle disponibili influenza, e di molto, le scelte in-game, le azioni che sarete in grado di compiere e le loro conseguenze.

UN MONDO DIVISO
Non si fatica molto a comprendere le ragioni alla base dell’antagonismo tra Eden Initiative e Global Trust, più o meno le stesse che dividono ambientalisti e capitalisti. Scegliere l’una o l’altra fazione ha conseguenze nell’immediato proprio nella creazione e nella gestione dell’insediamento, dal momento che la popolazione Eco è scarsamente tollerante allo sfruttamento cieco delle risorse naturali e possiede uno stile di vita generalmente più sobrio dei Tycoon. Questi ultimi amano i comfort e li ricercano a spese dell’ambiente e delle risorse circostanti. Non per questo alcuni edifici produttivi Tycoon sono più efficienti di quelli Eco, anche se depauperano l’ambiente in corrispondente proporzione.
La terza fazione, quella dei Tech, è utilizzabile da entrambe le organizzazioni, a patto di riuscire ad accattivarsene la simpatia attraverso scambi commerciali, oppure svolgendo incarichi secondari. La tecnologia della S.A.A.T. consente, per l’appunto, di ottenere aggiornamenti, semi per aumentare la fertilità dell’isola su cui siamo insediati, oppure Laboratori di Ricerca che attirano scienziati in grado di riparare, analizzare e produrre strumenti sofisticati. Roba tosta, insomma, che diventa di fondamentale importanza tanto da rendere possibile il sogno di ogni civiltà: costruire edifici sott’acqua. È anche questa una delle tante caratteristiche che invogliano a giocare ad Anno 2070 sia in singolo, sia in multiplayer.

NESSUN UOMO È… UN’ISOLA
La campagna principale è utile e interessante sia per l’introduzione ai meccanismi di gioco, sia per la presentazione del contesto narrativo. Accanto a essa ci sono una serie di scenari da affrontare in solitario, oppure con altri giocatori, a seconda delle caratteristiche di ciascuna mappa, oltre all’immancabile partita continua. Se volete diventare sociopatici ce n’è davvero per tutti, e chi ama il gioco in rete può divertirsi grazie al co-op o alla modalità competitiva con altri sette giocatori al massimo. In tutto ciò, Anno 2070 simula appieno il momento storico che intende raffigurare, anche al di là della partita in sé. Le statistiche di ogni singolo utente danno vita a una popolazione di giocatori che vive e partecipa – per così dire – alla vita politica del gioco. Di tanto in tanto vengono pianificate delle votazioni su scala globale che simulano un Senato e il Consiglio Mondiale, con tanto di candidati e programmi da attuare in caso di vincita. Considerato che gli esiti delle elezioni hanno degli effetti in-game, si tratta di una buona ragione per esercitare il diritto della cittadinanza attiva.

PER FARE L’ALBERO, CI VUOLE IL SEME
Addentrandosi nelle profondità delle meccaniche di gioco, non posso certo affermare che Anno 2070 sia un titolo che si esaurisce nella raccolta delle risorse e nello “sbloccaggio” dei potenziamenti. La formula è davvero complessa, ma si sposa con una curva d’apprendimento che la rende accessibile a chiunque, ed è addolcita dalla documentazione di supporto del Registro dati, fornita dall’assistente virtuale E.V.E.. Grandi e piccoli obiettivi convivono quindi con problematiche di diversa natura.
Lo strategico di Related Designs fornisce un’esperienza che ha a cuore la crescita, economica e politica: la produttività della nostra metropoli (e la conseguente possibilità di commerciare risorse e beni) si traduce nell’evoluzione dei suoi edifici, mentre la popolazione andrà sempre più stratificandosi e progredendo, grazie alla presenza di ingegneri ed altri specialisti. La questione ambientale emerge con prepotenza, sia che giochiate con gli Eco, sia che vi cimentiate con i Tycoon. Edificando le città come un qualunque city-builder si viene meno all’essenza del gioco, che invece presuppone la sopravvivenza dell’uomo con l’ambiente circostante (pena l’autodistruzione), ma tende sempre e comunque al progresso umano.

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Chi si aspettava una maggiore complessità per quanto concerne gli aspetti militari deve ripiegare altrove: Anno 2070 resta ancorato a una gestione semplicistica degli armamenti. Le navi e i veicoli si differenziano per velocità, capacità di danneggiamento e assorbimento degli attacchi e si possono impostare le classiche azioni (attacco, scorta, raggruppamento); tuttavia, alla fine della fiera, più è grande la flotta, più sono elevate le possibilità di vittoria.
L’intelligenza artificiale mi ha fatto una discreta impressione, nel bene e nel male. Se da un lato ne ho apprezzato la velocità di risposta ai più piccoli eventi e il modo in cui armonizza tutti i parametri, dall’altro ho constatato la presenza di bug, che però sono stati risolti dalla prima patch e dagli aggiornamenti più piccoli, applicati automaticamente ad ogni avvio del gioco. L’interfaccia è efficiente come poche. Seppur ricca di pulsanti e informazioni, mantiene un aspetto ordinato e discreto, ragion per cui ogni azione, dopo un po’ di pratica, diventa semplice ed intuitiva.

L’aspetto estetico di Anno 2070 si difende bene: l’engine mette in mostra una grafica con effetti gradevoli, animazioni pulite e dettagli elevati, appena offuscati da un effetto bloom forse un po’ eccessivo. Nulla di grave in ogni caso, ma non sarebbe stato male avere la possibilità di attenuarlo o di disattivarlo, indipendentemente dalle altre impostazioni.

Per finire, la stretta dipendenza con la piattaforma Uplay mi spinge a spendere due parole a riguardo. Innanzitutto, come gran parte dei titoli Ubisoft, anche Anno 2070 possiede un sistema di protezione che richiede un’attivazione a internet, con conseguente registrazione di un account Uplay per poter giocare. Dopo l’attivazione, potete fare a meno della connessione, che si rivela ovviamente indispensabile se intendete dedicarvi all’online. L’utilizzo di Uplay e dei punti accumulabili complet
ando degli obiettivi garantisce anche dei contenuti aggiuntivi per il gioco: che questo sia un bene o un male, lascio deciderlo a voi.