Le giornate dei ragazzi di EA Sports devono essere state un totale incubo questa estate, in seguito al trasferimento di Cristiano Ronaldo dal Real Madrid alla Juventus: per un attimo, sembrava quasi che il più grande problema da risolvere fosse quello e non il consueto mettere sotto i ferri il calcistico di Electronic Arts per migliorarlo. Eppure eccoci qui a parlare di FIFA 19, con cui la divisione EA Sports approda ancora una volta alla gamescom in pompa magna, forte di un dominio sul mercato ormai consolidato – PES stenta ogni anno di più – con licenze acquisite ed altre “sottratte” al rivale, come quella della Champions League. Oltre alle mosse che gli permetteranno probabilmente di vendere qualche milione di copie in più, però, FIFA si è irrobustito parecchio anche a livello di gameplay: la mia prova ha in effetti evidenziato netti miglioramenti sotto tanti punti di vista, che a livello di “pesantezza” di gioco gli hanno permesso di avvicinarsi non poco al rivale di sempre.
Imbracciato il controller e avviata la build di prova presentata alla gamescom, che, come da tradizione, è pressoché corrispondente alla versione definitiva del gioco, ho potuto giocare un paio di partite scegliendo di utilizzare la Juventus contro il Barcellona nella prima. Nella seconda ho scelto un abbinamento un po’ atipico, giocando con il “mio” Pescara contro il Verona: provare squadre di bassa lega, infatti, è sempre un ottimo metodo per meglio studiare i miglioramenti apportati al gameplay, senza avere la sensazione di essere al controllo di una serie di manichini robotizzati. Nella prima partita, dopo aver notato la presenza di Cristiano Ronaldo alla Juve (le rose sono già state aggiornate) ho giocato a difficoltà Esperto, notando immediatamente un netto miglioramento nell’intelligenza artificiale: ora gli avversari, ad esempio, non vanno più in totale confusione quando pressati mentre sono in possesso di palla. Il Barcellona, in questo modo, gioca da Barcellona, con rapidissime triangolazioni, ripartenze palla a terra e sbagli prossimi allo zero, senza rinvii alla buona o errori grossolani, come avveniva in passato. Da notare, soprattutto, anche un cambiamento alla modalità di marcatura, che, se impostata su “semi-manuale”, evidenzierà il giocatore papabile per un raddoppio di marcatura o di cui è consigliato prendere il controllo senza selezionarlo automaticamente: aggiunta graditissima per chi preferisce giocare in questo modo. Verso il finale della partita, mi sono anche divertito a giocare qualche minuto in full manual, e qui non ho riscontrato praticamente nessun cambiamento rispetto al passato (se non che si, effettivamente dovrei fare un po’ più di allenamento coi controlli manuali). In generale, è leggermente migliorata anche l’intelligenza artificiale dei portieri, che però presentano ancora grossi problemi nelle uscite, eseguite limitandosi a correre verso la palla e senza minimamente preoccuparsi di leggere la situazione ad un livello un po’ più profondo.
Nella seconda partita, la ricercatissima Pescara – Verona (dai, si scherza!), ho potuto invece apprezzare ad un livello ben maggiore quanto la rinnovata pesantezza del controllo di palla (per tutti i giocatori che non siano CR7) si senta eccome, anche rispetto allo scorso anno. Mai come quest’anno, se si gioca una partita non di primo piano e si rallenta leggermente la velocità di gioco, FIFA è stato così simile a PES da questo punto di vista. Sarà la fisica migliorata della palla, saranno le traiettorie e le geometrie dei passaggi o la rinnovata disposizione di alcuni giocatori in campo, sarà un po’ tutto messo insieme, ma quest’anno FIFA dà davvero la sensazione di aver fatto un passo avanti nelle piccole cose e lavorando di fino, passo che nelle ultime edizioni è un po’ mancato. Non ho avuto, purtroppo, il tempo di provare altre modalità oltre alla 1v1 contro la CPU: FIFA 19, però, includerà una nuova stagione de Il Viaggio, con protagonista un Alex Hunter trasferitosi al Real Madrid, oltre ovviamente a FUT, che quest’anno vedrà l’arrivo di altre leggende del calcio. Le altre modalità includeranno modifiche minime se non nulle, a ulteriore conferma della volontà di EA di puntare perlopiù sui suoi cavalli di battaglia piuttosto che sul pacchetto completo. Anche l’engine non ha subìto grosse modifiche: a primo impatto sembra quasi di ritrovarsi davanti a FIFA 18, e quasi servirebbe una lente di ingrandimento per accorgersi delle differenze in alcune inquadrature, soprattutto ravvicinate. Malgrado ciò, FIFA continua ad essere una vera e propria istituzione ludica per il mondo del calcio in generale: arrivare, quest’anno, a penalizzarlo per questo sarebbe forse un filo troppo ingeneroso.
Come molti dei suoi predecessori, anche FIFA 19 continua a lavorare di fino, ma quest’anno lo fa davvero bene e toccando le corde giuste. Il gameplay del gioco, che – soprattutto ad alti livelli – era da sempre tacciato di automatismi eccessivi dai suoi detrattori, è stato reso più fluido ma al contempo un po’ meno veloce, quel tanto che basta per avvicinarsi idealmente alla caratteristica migliore sfoggiata dal suo acerrimo rivale PES. Se a ciò aggiungiamo i miglioramenti nelle licenze, il quadro è quasi completo: molto probabilmente, anche quest’anno sarà FIFA a dominare la scena e a spopolare nelle console di tutto il mondo. Non ci resta che darvi appuntamento fra poche settimane per la recensione, in modo da avere un quadro completo e davvero esaustivo su FIFA 19.