Negli ultimi giorni, tra un post su un blog e una serie di stoccate sui social, Bill Maher ha attirato l’odio e le critiche di migliaia di spettatori e lettori, che da un giorno all’altro si sono trovati inondati di tweet e decine di messaggi sulla questione. La controversia era sorta ormai il 17 novembre, a pochissimi giorni di distanza dal decesso di Stan Lee e dai relativi messaggi di cordoglio, comunicando un suo pensiero (intitolato Adulting) all’interno di Real Time With Bill Maher Blog che, avvicinandosi al suo talk show omonimo, ha espresso un’ironia pungente in alcuni paragrafi indirizzati soprattutto alle nuove generazioni e ai lettori di fumetti.
Il messaggio discute innanzitutto della scomparsa di Lee: “Il tizio che ha creato Spider-Man e Hulk è morto, e ora l’America è in lutto. Un profondo, intenso lutto per un uomo che ha ispirato milioni a… Non so, guardare un film, immagino. […] Ora, non ho niente contro i fumetti, li leggo oggi e lo facevo anche quando ero un bambino, fiondandomi sempre su The Hardy Boys. Ma l’idea che gli adulti e i bambini avevano un tempo dei fumetti, era che fossero esattamente per i bambini, e che una volta cresciuti ci si spostava sui libri per ragazzoni senza le immagini”.
Proseguendo, Maher sposta infine la lente sulle suddette conseguenze del voler elevare il mondo dei fumetti a un mezzo di comunicazione rilevante nella società: “Il problema è che stiamo utilizzando la nostra intelligenza su cose frivole. Non credo di fare un confronto bizzarro nel dire che Donald Trump sia riuscito a farsi eleggere grazie a un paese che trova una valenza così profonda nei fumetti”.
Da lì, ovviamente, le repliche non si sono fatte attendere. La prima a distanziarsi dalle affermazioni di Maher, oltre ai fan del mondo fumettistico, è stata POW! Entertainment, azienda dello stesso Stan Lee che ha subito cercato di abbassare i toni della discussione attraverso una lettera aperta: “Mr. Maher: i fumetti, così come tutto il resto della letteratura, sono dei mezzi narrativi; quando vengono raccontati con cura da grandi artisti quali Stan Lee, ci fanno emozionare, ci fanno pensare e ci insegnano delle lezioni che occasionalmente ci rendono dei migliori esseri umani. Una lezione che Stan ha comunicato a così tanti di noi è stata la tolleranza e il rispetto, ed è grazie a quel messaggio se oggi possiamo essere felici di dire che hai tutti i diritti di esprimere la tua opinione che i fumetti sono infantili e rozzi. Molti avevano espresso gli stessi pensieri anche per Dickens, Steinbeck, Melville e perfino Shakespeare. […] La nostra reazione choccata ai tuoi commenti ci spingerebbe a ignorare la cosa, ma invece ci appoggeremo a un’altra delle lezioni di Stan per ricordarti che hai tra le mani un mezzo potentissimo, per cui ti prego di ricordare: Da grandi poteri devono per forza derivare… grandi responsabilità!”.
Maher’s just trolling, and lots of people are rising to the troll. (Julie Burchill did it better 30 years ago with her “There aren’t any adult comics because adults don’t read comics” line. ) More people cared about Stan Lee’s death than care about Bill Maher alive. https://t.co/yRzFCYQBzl
— Neil Gaiman (@neilhimself) November 17, 2018
Sfortunatamente, nonostante il messaggio espresso da POW! Entertainment stesse cercando di spegnere le fiamme accese dal blog di Bill Maher, migliaia di utenti hanno tentato al contempo di attaccare in ogni forma possibile le affermazioni del conduttore americano; la bolla era ormai scoppiata ed era fuoriuscita anche l’ira dei lettori ancora feriti dal decesso di Stan Lee e dallo svilimento del fumetto a 360 gradi, che con le parole di Bill è stato nuovamente sotterrato come un mezzo di comunicazione inferiore e rozzo rispetto a letteratura e cinematografia.
Tuttavia, chiudendo il discorso con quella che potrebbe sembrare un’ulteriore stoccata a chi aveva in qualche modo risposto alla trascorsa provocazione, Bill Maher è tornato al Larry King Now per chiarire quanto aveva detto in passato: “Sì, non conosco così bene Stan Lee e il mio non era ovviamente un attacco allo stesso Stan Lee. Sì, certo, sono agnostico su Stan Lee. Non leggo alcun fumetto, non li leggevo neanche quando ero un bambino. Quel che volevo dire è che una cultura che vede i fumetti e le rispettive trasposizioni cinematografiche come delle profonde meditazioni sulla condizione umana è una stupida cultura del ca***. E le persone che si alterano a un’affermazione del genere danno soltanto valore alle mie parole”.
Tra le parole, oltre al confronto diretto con gli stessi lettori, Maher ha anche rivelato nella foga del momento di non aver mai letto con serietà un fumetto, contraddicendo la stessa affermazione che aveva invece proposto nel suo blog, nel quale giustificava le sue critiche grazie alle letture fatte negli anni. A questo punto non possiamo che chiedere: voi cosa ne pensate?