Space Force Recensione: la nuova space comedy di Netflix

Space Force Netflix

Nel 2019 viene ufficialmente fondata, per volontà del presidente americano Donald Trump, la United States Space Force, la quale si occupa di tutte le operazioni spaziali e nel cyberspazio. Una notizia del genere, con i suoi pro e i suoi contro, difficilmente poteva evitare di diventare spunto per un racconto a suo modo satirico nei confronti di tale forza armata. Ecco dunque che, a partire dal 29 maggio, su Netflix arriverà la serie Space Force, composta di dieci episodi, e ideata dall’attore Steve Carell e da Greg Daniels, già autore di rinomati titoli comedy come The Office e Parks and Recreation.

All’interno della serie si seguiranno le vicende del generale Mark R. Naird, interpretato dallo stesso Carell, il quale si ritrova posto a capo della Space Force, senza realmente sapere di cosa tale forza armata debba occuparsi. Per togliere ogni dubbio, l’obiettivo numero uno diventa allora il ritorno sulla luna. Per riuscirvi, l’uomo si dovrà circondare di esperti scienziati, tra cui il dottor Adrian Mallory, interpretato da John Malkovich.

Space Force recensione

Di che cosa ci si occupa nella Space Force?

Poiché al momento dell’annuncio della fondazione della Space Force in molti si sono chiesti concretamente di cosa questa si sarebbe occupata, la serie non può che ripartire da questi dubbi. I due autori tentano dunque di darsi delle risposte, immaginando per ogni episodio una diversa situazione tipo che potrebbe svolgersi all’interno dei suoi uffici e laboratori. Nascono così alcuni assurdi eventi che gettano ulteriore ilarità nei confronti di tale forza armata, dalla difficoltà nei rapporti con la Cina alla discutibile preparazione degli astronauti.

Alla corte del generale Naird si alternano una vasta gamma di personaggi, ognuno con le proprie stranezze ed ossessioni. Molti di questi incarnano figure oggi apparentemente indispensabili nella comunicazione del lavoro svolto, come quella dell’addetto alla gestione della pagina Twitter della forza armata, . Così facendo, la serie si dichiara apertamente e profondamente satirica nei confronti dell’attuale Potus (President of the United States), pur senza mai realmente nominarlo, e anche verso lo stesso sistema dei media e dell’informazione statunitense.

Anche se, come di norma nelle serie comedy, ogni episodio sembra avere una propria autoconclusività, i due autori badano bene a non affidarsi soltanto a questa, che può diventare ripetitiva alle lunghe. Ecco perciò che si rende necessaria anche una linea narrativa più generale, che attraversa l’intera stagione e che ha come fine ultimo un nuovo sbarco sulla luna. Prima di arrivare allo spazio, tuttavia, occorrerà confrontarsi con quanto avviene sulla terra, all’interno della Space Force.

Space Force serie

Il ritorno sulla luna

Nello scrivere la serie, Carell e Daniels danno sfogo alla creatività, dando vita a situazioni comiche riuscite, anche grazie alla bravura dei due interpreti principali. Benché non vi si ritrovino veri e propri momenti memorabili, che magari si sarebbero potuti ottenere con un maggior approfondimento di personaggi o situazioni, l’opera riesce nell’intento di essere un prodotto godibile, svelando anche un’attenzione all’elemento umano.

Se la vita di Naird all’interno della forza armata spaziale è caotica, altrettanto lo è quella sentimentale e famigliare. Il personaggio interpretato da Carell non è solo un ambizioso generale, ma anche un padre ed un marito. Molto della figura si svela proprio grazie alle scene con la moglie e la figlia, e da queste si riesce a generare un’empatia nei confronti del personaggio. Ed è proprio andando oltre  l’argomento principale, la Space Force e i suoi compiti, che la serie sembra ricordare come tra affetti famigliari e sincere amicizie, ciò che realmente vi è da proteggere è l’umanità sulla terra, non tanto quella nello spazio.

https://www.youtube.com/watch?v=ubT-hIG2STw

Giunti alla conclusione di questa prima stagione, non se ne esce dunque insoddisfatti, avendo potuto godere di comicità e momenti più toccanti. L’augurio è che determinate situazioni e personaggi possano trovare maggior spazio nei potenziali sviluppi del progetto. Con Netflix dalla sua parte, che come dimostrano i suoi ultimi titoli sembra sempre più disposta a scommettere su serie incentrate sulla rilettura dell’attualità, si può facilmente immaginare che il generale Naird tornerà presto a calcare lo schermo così come il suolo lunare.

 

Gianmaria è sempre stato un grande appassionato di cinema e scrittura, tanto da volerne fare la sua professione. Studiando queste materie all'Università decide di fondere le sue passioni nella critica cinematografica e nella scrittura di sceneggiature. Tra i suoi autori preferiti vi sono Spike Jonze, Noah Baumbach e Richard Linklater.