Durante l’evento che ha portato alla presentazione di PlayStation 5 vi è stato molto spazio dedicato agli indie. Come ben sappiamo, ciò che avvalora la lineup di esclusive targate PlayStation è la diversità delle proposte: dai mastodontici AAA ai titoli più modesti come Concrete Genie, passando infine per gli Indie, insomma, ce ne è per tutti. La massiccia presenza dei titoli indipendenti è dovuta in particolar modo all’ex presidente dei Sony Worldwide Studios Shuhei Yoshida, il quale ha lasciato tale carica per dedicarsi alla divisione indie, e i risultati non sono tardati ad arrivare. Difatti, durante l’ultimo evento tenuto dalla compagnia nipponica, abbiamo visto insieme ai titoli più blasonati, delle produzioni molto interessanti, da Kena Bridge of Spirits a Little Devil Inside, fino al grazioso Stray. In particolar modo, il titolo di Ember Lab ha stupito parecchi utenti, sia per la presentazione che per le premesse ludiche di cui si avvale la produzione. Dopo un’attenta analisi e raccolta di informazioni, siamo pronti per introdurvi in questo curioso titolo e spiegarvi anche il perché siete rimasti stregati da ciò che avete visto.
Kena Bridge of Spirits: alla scoperta di Ember Lab!
Normalmente trattandosi del primo videogioco, ci si aspetterebbe una presentazione alquanto timida, eppure, Kena Bridge of Spirits nella sua natura indipendente ha stupito non solo il sottoscritto, ma anche diversi colleghi del settore, che hanno appuntato tale nome nella propria lista delle attese. Ember Lab nasce nel 2009 come studio d’animazione pubblicitario, sviluppando dei personaggi animati come testimonial per pubblicità e cortometraggi per aziende come Coca Cola e la Major League Baseball. Da qui si evolve e realizza principalmente produzioni cinematografiche, continuando con i cortometraggi tra cui Terrible Fate, il fan film dedicato a The Legend of Zelda: Majora’s Mask.
Lo studio losangelino fondato dai fratelli Mike e Josh Grier si è posto l’obiettivo negli anni di realizzare storie capaci di immergere attraverso l’innovazione tecnologica dell’animazione, realizzando soprattutto personaggi avvincenti e mondi estremamente cinematografici. Per questo, il loro desiderio di crescere e migliorarsi di volta in volta, li ha portati a realizzare il loro primo videogioco, sfidando le proprie abilità nell’ambito dell’animazione e i primi risultati, non sono tardati ad arrivare. La collaborazione stipulata con Sony e con la divisione Indie capitanata dal buon Shuhei Yoshida, ha dato alla luce Kena Bridge of Spirits, il quale vuole unire il cinema d’animazione al videogioco.
Kena e i simpaticissimi Rot!
Presentato dunque il team di sviluppo, non ci resta che entrare nel vivo di Kena Bridge of Spirits. Come già anticipato da Ember Lab, il titolo è un action story-driven, la quale unirà la narrazione e l’esplorazione all’azione frenetica insieme agli elementi puzzle. I giocatori prenderanno il controllo di Kena, una giovane guida spirituale, il cui viaggio intrapreso la porterà ad esplorare i misteri che avvolgono un villaggio abbandonato e le sue antiche rovine. L’obiettivo è quello di aiutare la giovane ragazza nella scoperta della sua civiltà ormai scomparsa, in un’avventura che la porterà a scoprire sé stessa e le ragioni per cui il suo villaggio è caduto in rovina. Kena non sarà sola nel suo viaggio: al suo fianco vi sono dei simpaticissimi Rot, degli spiriti che mantengono quell’equilibrio tra decomposizione e putrefazione. Essi oltre ad avere un aspetto molto tenero, sono sparsi in tutta la foresta e il loro contributo aiuterà Kena a superare gli ostacoli che si presenteranno lungo il suo cammino, agendo direttamente sul gameplay in maniera concreta.
Stando a quel che abbiamo potuto osservare durante la dimostrazione all’evento di Sony, Kena Bridge of Spirits propone una narrazione molto simile ai classici film d’animazione, inimicandosi in questo modo anche un pubblico più giovane. Salta subito all’occhio l’incredibile qualità con cui sono state animate le scene del trailer d’annuncio, le quali, non creano stacco tra filmato e gameplay puro. La magia delle ambientazioni ci immergono all’interno di un contesto fantasioso che cerca una dose di realismo all’interno del suo mondo, invitando il giocatore a lasciarsi trasportare in un’avventura che trasuda epicità da tutti i pori.
Una piccola guerriera!
Il gameplay mescola l’azione in terza persona agli elementi puzzle e platform, permettendo alla piccola Kena di agire con due approcci: combattimento corpo a corpo e dalla distanza. Nei combattimenti, la protagonista potrà parriare o schivare i colpi dei nemici, che altri non sono degli spiriti erranti che infestano la rigogliosa foresta. Lo scettro in dotazione potrà essere utilizzato in più modi: come arma bianca per esempio, dando prova delle capacità offensive della ragazza, oppure come un arco, con il quale scoccare singole e multiple frecce dalla distanza. Ed è qui che entra in gioco il Dualsense di PlayStation 5, dato che l’arco sfrutterà la tecnologia dei sensori aptici per simulare la resistenza dell’arco nelle mani del giocatore, dando prova di un maggiore coinvolgimento nel gameplay del titolo. Non è ancora chiaro se vi saranno o meno elementi stealth, ma è già palpabile nell’aria un sistema di progressione molto curioso.
I Rot sono gli spiriti che popolano la foresta in Kena Bridge of Spirits, essi non si limiteranno ad essere “belli e paciocconi”, poiché aiuteranno la protagonista nel suo viaggio alla ricerca della verità. Essi infatti, forniscono supporto nei combattimenti e permettono al giocatore di acquisire nuove abilità con cui migliorare Kena. Liberandoli e soprattutto in grande quantità garantiranno l’accesso a nuove aree e poteri, da cui la protagonista può trarne beneficio. Inoltre, non mancheranno gli elementi platform che arricchiranno l’esplorazione, così come la possibilità di poter purificare alcune zone della mappa di gioco corrotte dagli spiriti erranti, cambiando in questo modo l’aspetto della zona appena ripulita dalla corruzione. Non mancheranno i puzzle da risolvere soprattutto con l’aiuto dei simpatici Rot, e la varietà dei nemici sembra essere piuttosto discreta, quel che basta per spingere il giocatore ad imbracciare lancia od arco in combattimento.
Un titolo dai tratti Dinsyeiani e Pixar!
E’ innegabile la forte influenza disneyiana e Pixar dal meraviglioso comparto artistico esibito nella presentazione di Kena Bridge of Spirits. Difatti, il titolo di Ember Lab sembra non avere nulla da invidiare al cinema d’animazione, proponendo un comparto grafico puramente cartonesco capace di competere con le grandi produzioni cinematografiche, impostando un’incipit adatto a qualsiasi pubblico. I colori vivi e sgargianti, insieme agli occhioni dei Rot, amplificano la bellezza visiva di questo titolo Indie, capace di sorprenderci in maniera estremamente positiva. Se non altro, emerge il talento di Ember Lab nella realizzazione di animazioni in CGI, qui tutta l’esperienza formatasi in ambito pubblicitario e cinematografico viene risaltato dalla qualità trasmessa nel primo trailer del gioco, merito soprattutto dalla cura dei dettagli mostrata nel video di presentazione.
Nonostante la sua natura indie, Kena Bridge of Spirits vanta di un comparto artistico ai livelli di un AAA, un risultato davvero notevole trattandosi del primo videogioco sviluppato da Ember Lab. L’avventura di Kena sembra proporre a tutti gli effetti un racconto tipico del cinema d’animazione prodotto da Disney, proponendoci una guerriera dal carattere forte e dal viso tenero, colpendo il cuore del pubblico con la tenerezza dei Rot. Vi sono tutti gli elementi per rendere l’attesa della release del titolo davvero insopportabile, la cui pubblicazione avverrà su PlayStation 5, PlayStation 4 e infine PC entro la fine del 2020. Sony ha posto una maggiore attenzione sul panorama indipendente, merito soprattutto di Shuhei Yoshida che è a capo della divisione interessata. Finalmente, anche produzioni meno facoltose ma non per questo meno interessanti, riceveranno l’attenzione che meritano!