Nel serrato elenco di annunci fatti durante Xbox Game Showcase del 23 luglio 2020 a brillare è stata la luce di Halo Inifite, non senza qualche ombra, ma a contorno ci sono stati tutta una serie di titoli sia terze parti che di studi interni. Come nel caso di State of Decay 3, nuova IP sviluppata Undead Labs. La software house, che è responsabile di tutta la serie, nel 2018 è stata acquisita da Microsoft e da allora fa parte del gruppo Xbox Game Studios.
Dopo nemmeno due anni dal lancio del secondo capitolo, il team si dimostra già attivo e proiettato verso la prossima generazione di console. Questa nuova declinazione del survival-action ha fatto mostra di sé in un brevissimo teaser cinematico che ha dato qualche indizio su un possibile cambio di direzione che potrebbe andare a toccare più di una componente di di un brand che ad oggi si presenta come una caccia spasmodica alle risorse circondata da eccidi assortiti di non-morti.
State of Decay 3: la solitudine della foresta
Il teaser inizia con una ragazza intenta a intagliare una freccia da un ramo accanto ad un bivacco in una foresta innevata in piena notte. Già in questi primi frammenti pare di poter percepire un cambio di plot rispetto ai capitoli precedenti, con una parvenza più introspettiva e desolata, con molta più solitudine, senza le strutture fatiscenti ma “umane” che facevano da cornice e quasi da conforto all’esplorazione del secondo capitolo e che richiamano un certo tipo di produzioni a zombie molto più action. La sensazione è che Undead Labs voglia puntare a un maggiore taglio cinematografico della sua IP nel tentativo, forse, di emulare lo stile di altri titoli post-apocalittici introspettivi a tema umanità corrotta e decaduta. Si potrebbe pensare a un riferimento a The Last of Us Part II, ma è ovviamente un paragone troppo grande e troppo precoce da fare.
Una sensazione che aumenta di concretezza quando appare a schermo un lupo, un predatore, che sembra voler minacciare la protagonista del trailer che tuttavia si scatena in un urlo di sfida che intimorisce l’animale selvaggio. I primi fotogrammi di questo video non davano minimamente a pensare che si fosse di fronte a un titolo della serie State of Decay. La caccia solitaria della ragazza e la sua maturità e aria contrita nella ricerca della sopravvivenza mostrate dai lineamenti e dall’espressività del volto le cambiano apparentemente ruolo, facendola passare da possibile preda del lupo a sua cacciatrice alla ricerca, il giorno dopo delle tracce lasciate dallo stesso.
Bambi Zombie
E quando la neve si tinge di sangue ecco che il teaser di State of Decay 3 offre un ennesimo spunto di riflessione poiché propone quello che potrebbe essere il nuovo tipo di zombie da dover affrontare: un cervo dal muso sfigurato che pastura tra le membra del lupo di cui presumibilmente si stavano seguendo le tracce. La creature ha perso completamente la sua natura mite e tranquilla incutendo timore nella protagonista del trailer. Una inversione dei ruoli continua che spinge a pensare ancora una volta che siano state cercate vie meno scontate per dare vita a questo terzo capitolo. Si può ipotizzare che saranno gli animali e non più gli umani gli antagonisti principali del gioco. La fauna della foresta, dai piccoli scoiattoli e possenti orsi, potrebbe offrire nuovi stili di combattimento e di contromisure da adottare.
Anche il cambio di ambientazione che porta sulla neve e nella foresta potrebbe introdurre nuovi materiali, nuovi oggetti e nuovi tipi di edifici e strutture. Tutto ancora da verificare e confermare, tutto ancora troppo incerto considerato che il filmato è in GCI. In effetti di vero gameplay non se ne è visto nemmeno l’ombra, purtroppo. Un limite che impedisce di andare al di là di congetture e ipotesi.
Il gameplay cambierà?
La qualità elevatissima del video che strizza molto l’occhio alla prossima generazione di console potrebbe non corrispondere alla realtà in gioco. Se fosse quello l’engine del gioco sarebbe un salto tecnico enorme per Undead Labs rispetto a quanto visto poco più di un anno fa con State of Decay 2. Vero è che il titolo è in piena pre produzione e forse oggi c’è meno materiale di quello che c’è nelle menti degli sviluppatori, quindi è ancora presto per fare troppe supposizioni in merito. Citando una canzone famosa è il caso di hoping for the best but expecting the worst. Si deve sperare sia all’altezza dei proclami della next gen, ma non ci si può aspettare che tutti si allineino subito ai suoi standard.
Ci si può aspettare che qualcosa cambi radicalmente nella gestione del gameplay e di alcune meccaniche. La percezione di isolamento all’interno di una natura apparentemente scarna di vita dovrà integrarsi con la componente online e, che non potrà mancare e che potrebbe dare meno il senso di comunità e più di singoli sopravvissuti alla disperata ricerca di salvezza. Gli animali zombie, nelle possibili differenziazioni tra una specie e l’altra, potrebbero richiedere più pianificazione dell’inventario per evitare di travasi svantaggiati.
Gli zombie sono ovunque e State of Decay 3 viaggia in apparenza su un binario sicuro, ma qualcuno dalle parti di Naughty Dog ha messo una bella linea di demarcazione sul modo in cui si possono raccontare certi tipi di storie da sopravvissuti ad una catastrofe. Forse questo terzo capitolo cercherà di rinnovare lo stile da B movie dell’orrore e mettere in piedi qualcosa di meno scontato e più innovativo. Forse ci saranno più cambiamenti di quelli previsti. Tutto è ancora da valutare e ci vorrà probabilmente tempo prima di vedere la carne che c’è sotto questo lembo di pelle di State of Decay 3 mostrato durante Microsoft Xbox Game Showcase. Il tempo è dalla parte di Undead Labs, ma non va sprecato per nei videogiochi il tempo corre molto in fretta.