Il primo problema che mi si pone quando vedo le immagini di un puzzle game è: “il mio ingegno riuscirà a sostenere l’aumento della difficoltà dei rompicapi, possibilmente senza impazzire?” Perché è la natura stessa del genere, in un puzzle game ci vuole ingegno. E tante volte provare a sfruttarlo può veramente mettere alla prova le proprie capacità, un mix di pensieri e riflessi in cui, superato un certo livello di complessità, fa diventare il tutto incredibilmente pesante, con una dose d’ansia nel ritornare in un determinato punto che non si riesce a superare. E in tutto ciò Relicta come si pone? Diciamo che, da buon puzzle che si rispetti, vi farà penare parecchio, e di situazioni difficili ne troverete, ci saranno cioè diversi momenti in cui direte “ok, ci torno più tardi con più calma, più riposo”. Vediamo allora cosa ne penso di questo titolo sviluppato dal team valenciano Mighty Polygon, pubblicato da Ravencourt che ha come riferimenti Portal, Quantum Conundrum e The Witness. Testato su PC.
Relicta: diari di bordo dalla Luna
Cominciamo dalla storia. Siamo nel ventiduesimo secolo, ne sono successe tante sulla Terra: cambiamenti climatici che hanno portato migrazioni di massa, guerre, carestie, fino alla caduta di tutti i governi. Il gioco si svolge infatti sulla Luna, all’interno di una struttura chiamata Chandra Base. Una base questa che riesce a simulare i diversi biomi terrestri: dai ghiacciai, alle grotte, alle foreste. La struttura è alimentata da un oggetto simile ad un cristallo, il Relicta appunto, che si era schiantato sul satellite terrestre e ora è nel cuore della struttura. Protagonista della storia è Angelica Patel, brillante fisico che lavora all’interno della struttura, specializzata, neanche a dirlo, nello studio della gravità, della polarità e del magnetismo, cuore pulsante del titolo di Mighty Polygon, e di cui parleremo più avanti.
Ma come viene raccontata la storia? Tutto ciò che succede viene visto dagli occhi della nostra protagonista e viene sentito attraverso dialoghi che avrà con il resto dell’equipaggio, con il computer di bordo, e con la figlia che sta arrivando sulla base poco prima che succeda l’incidente. Incidente che farà capire ad Angelica che non tutto all’interno della struttura era come pensava. La non presenza di vere e proprie cutscene fa però immedesimare un po’ di meno nella storia dei nostri protagonisti, si sente un certo distacco tipico dei giochi in prima persona in cui magari dialoghi importanti vengono detti mentre ci si può continuare a muovere. Di base però, il racconto stile Asimov funziona, ma bisogna veramente stare attenti e non perdersi nella frenesia di voler andare avanti a testa bassa. Gli stessi dialoghi, utilizzando termini tecnico-scientifici, potrebbero risultare di non facilissima comprensione. Oltretutto, per riuscire a sapere cosa sta succedendo, e per approfondire la conoscenza del mondo di gioco, dovrete trovare, sparse per la stazione, delle note, che potrete leggere su di un dispositivo (quello nella foto qui sotto).
Polo positivo, polo negativo, zero gravità
Passiamo ora alla parte ludica. Abbiamo detto che la nostra protagonista è esperta nel campo degli studi gravitazionali, di polarità e dell’elettromagnetismo. In Relicta si trasforma in una serie di rompicapi, in prima persona, che giocano proprio su queste funzioni. Nello specifico, una volta che entrerete in un certo bioma, ci saranno dei piccoli livelli con un enigma da risolvere che, una volta risolto, vi apriranno la strada per andare avanti, facendovi entrare in un altro livello. Il fulcro del titolo è dunque “risolvi enigma-vai avanti”. Ma come si risolvono questi puzzle? Una volta entrati nel livello, ci saranno dei cubi che voi potrete prendere e trasportare a vostro piacimento. Grazie a dei particolari guanti che ha in possesso la nostra protagonista, potrete dare a questi cubi una carica positiva (rossa) o negativa (blu). Senza soffermarci troppo su tecnicismi fisici, vi basti ricordare che gli opposti si attraggono e gli uguali si respingono. E questo sarà un mantra continuo che porterete per tutta la durata del gioco. A questi due poli, si viene ad aggiungere un’altra funzione, l’assenza di gravità, che permetterà a questi cubi di attraversare lunghe distanze senza che qualcosa li attragga verso terra.
Questo si trasforma, nel gioco, in una serie di combinazioni per la risoluzione degli enigmi veramente ampia. Lo scopo finale è quello di mettere questi cubi in dei punti prestabiliti, delle piattaforme che fanno aprire delle porte gialle altrimenti non attraversabili da Angela. Gli stessi cubi non possono però attraversare delle porte viola (che invece può attraversare la nostra protagonista) aumentando la difficoltà di risoluzione dell’enigma. E andando avanti i rompicapi inizieranno a farsi sempre più tosti ed insidiosi, tra piattaforme moventi, droni ed ostacoli di vario genere. E questo potrebbe, a lungo andare, portarvi alla fatidica domanda di inizio recensione; “il mio ingegno riuscirà a sostenere l’aumento della difficoltà dei rompicapi, possibilmente senza impazzire?”
I biomi artificiali sono belli da vedere
Perché si, in alcuni momenti potreste essere facilmente presi dallo sconforto. Relicta è un gioco in cui bisogna essere molto precisi, a volte tanto precisi da dover pensare se la mossa fatta sia veramente quella giusta per risolvere l’enigma. A volte penserete che fare un determinato movimento possa essere veramente eccessivo, ed abbia un tempismo di click estremo, e vi chiederete se la risoluzione non sia stata più frutto del caso che altro. Ma questo l’ho visto come un plus, un qualcosa che rende il gioco più “libero”, meno vincolato da determinati “dogmi videoludici”. La cosa sicura però è che alcune situazioni veramente potrebbero portarvi ad un mix di esaurimento/mal di testa da dover momentaneamente mettere in pausa tutto e dire “a tra poco Relicta”. Tante volte lancerete i cubi a destra e a sinistra facendoli finire in posizioni in cui l’unica cosa che potrete fare è di resettare il livello e ripartire. Si, il tutto potrebbe risultare molto frustrante. Per staccare da tutti questi momenti di gioie e dolori ci saranno situazioni più soft in cui sarete all’interno della base, dove, come detto prima, potrete andare a cercare documenti che vi faranno conoscere meglio che storia c’è dietro al gioco di Mighty Polygon. Quindi si, se non siete tipi da lettura da gioco, vi perderete tanti particolari.
A livello visivo, Relicta si presenta molto bene. L’Unreal Engine fa la sua ottima figura, con begli scorci che vi faranno apprezzare i particolari di ogni bioma, dai fusti nelle foreste, alle stalattiti e stalagmiti delle caverne, all’insieme dei meccanismi che compongono i livelli, fino alla più semplice luce solare tra gli alberi. La musica anche fa il suo, poco invadente, con le tracce a tema di Damian Sanchez (Temtem) che si sposano bene con il mood del gioco. In alcune situazioni forse inizierete ad odiare i diversi suoni che fanno i cubi, quando li raccogliete a quando gli cambiate polo, perché a volte lo farete veramente di continuo e quel “wuim” diventerà un picchio nella vostra testa. Ammetto che, in alcune situazioni, per concentrarmi di più, ho dovuto togliere le cuffie.
In conclusione, Relicta è un buon puzzle game. Che come tutti i giochi che richiedono continuamente l’uso dell’ingegno per andare avanti, può essere visto come un punto a sfavore alcuni. Ma non per chi vuole mettere alla prova la propria capacità di analisi di una determinata situazione, giocando su tante varianti che vi faranno conoscere meglio le interazioni elettromagnetiche e il moto di un oggetto in assenza di gravità. Forse vi faranno odiare tutto questo, ma in fondo, altrimenti, non si tratterebbe di rompicapi.