Dopo il successo di The Kissing Booth 2, e il già annunciato terzo capitolo, Netflix continua il proprio impegno nella distribuzione di prodotti teen con Work It. Il film, in arrivo sulla piattaforma a partire dal 7 agosto, presenta numerose analogie con il titolo che ha per protagonista Joey King, concentrando però tutte le sue energie sul mondo della danza. “Work It“, simbolicamente traducibile con “fallo funzionare”, è infatti anche il nome della competizione di ballo a cui i protagonisti aspirano a partecipare per poter cambiare le proprie vite. Diretto da Laura Terruso e con Alicia Keys come produttrice, il film vanta un cast di giovani promesse come Sabrina Carpenter, Liza Koshy e Keiynan Lonsdale.
La storia è quella di Quinn (Carpenter), giovane e brillante ragazza divisa tra numerosi impegni, come lo studio, il volontariato e la musica. La sua vita è proiettata nei confronti del college che aspira a frequentare in autunno, lo stesso dove andò il suo defunto padre. Per una incomprensione durante il colloquio di ammissione, tuttavia, la giovane fa credere di essere membro di uno noto team di danza della sua scuola. Ritrovando in tale attività la sua unica possibilità per essere ammessa, Quinn avrà bisogno dell’aiuto della sua grande amica e aspirante danzatrice Jas (Koshy) per formare una squadra e partecipare al contest “Work It”. Prima però, dovrà imparare a ballare.
La danza per scoprire sé stessi
La danza ha spesso trovato grande successo al cinema, basti pensare alla fortunata saga di Step Up. Il più delle volte in questi film è lo strumento attraverso cui giovani protagonisti scoprono sé stessi, affermando tutta l’esplosiva carica di vitalità che loro per primi non sapevano di possedere. Work It non fa eccezione, e lascia ben presto intuire che dietro all’aspetto da “secchiona” di Quinn possa nascondersi una ragazza ben diversa, che ha solo bisogno di lasciarsi andare. Da questo punto di vista, il film non regala particolari sorprese, seguendo in modo piuttosto prevedibile il percorso dei classici Coming of age.
Stupisce però nel momento in cui si verificano una serie di battute e situazioni inaspettatamente comiche, e avvalorate dalla spontaneità degli interpreti. A rubare la scena, a tal proposito, è la giovane Liza Koshy, popolare star del Web che dà qui prova di essere anche una valida interprete, dotata di grande espressività e di una brillante vena comica. A lei sono infatti dedicate le gag migliori e più coinvolgenti. Sabrina Carpenter riesce ad ogni modo ad affermarsi come una giovane promessa di questo genere, pur non aggiungendo particolare carisma al suo personaggio.
Tolte le due attrici, tuttavia, il resto del cast fatica a rendersi memorabile, a causa anche di una sceneggiatura che manca di approfondire le loro personalità. A ciò, come accennato poc’anzi, si aggiunge una certa pigrizia nell’invenzione del susseguirsi degli eventi, i quali accadono spesso più per caso che non per validi motivi. Come anche per The Kissing Booth, l’obiettivo di questo film non sembra però quello di aspirare anche ad una certa qualità artistica, accontentandosi di intrattenere in modo spensierato il suo giovane pubblico. Da un punto di vista emotivo ciò avviene però raramente, mentre funziona meglio il suo lato comico.
Work It: la recensione
Work It non è dunque un film con particolari pretese, né sembra volerle avere, e ciò può a seconda dei casi essere o meno una pecca. Resta però il fatto che si muova spesso su un equilibrio precario, rischiando in più occasioni di perdere l’attenzione dello spettatore. Altrettanto instabile sembra essere l’equilibrio dell’elemento danza. Pur risultando in fin dei conti soddisfacente, questo appare talvolta trattato in modo sbrigativo, non dando la possibilità di assistere al reale percorso di perfezionamento dei protagonisti.
Mano mano che la narrazione procede, il focus sembra infatti spostarsi sul lato sentimentale, lasciando la danza solo apparentemente in primo piano. Con la competizione finale si ha però modo di ritrovare in essa, e nelle sue studiate coreografie, il motivo di interesse del film. Work It, date anche le precedenti opere a riguardo, avrebbe infatti potuto e dovuto sfruttare meglio tale elemento, magari con più ricercata originalità. Ciò avrebbe senz’altro permesso al film di acquistare un ulteriore valore. Così com’è, invece, rischia di essere soltanto un altro dei tanti titoli teen nell’ampio catalogo di Netflix.