L’unione tra cinema e videogiochi ha sempre fornito qualche spunto interessante negli ultimi anni, dando vita a quelli che dal pubblico vengono definiti come “film interattivi”. Un passo alla volta, la narrazione nei videogiochi ha subito una trasformazione cinematografica coinvolgendo sempre di più un reparto adibito alla regia, catturando sotto magistrali inquadrature i momenti iconici del nostro amato medium. La fusione tra queste due arti, dopotutto, ha sfornato opere di una bellezza cristallina, le quali hanno segnato questa generazione di videogiochi che vive un’epoca d’oro, includendo ovviamente tutti i pregi e difetti che l’hanno contraddistinta. Arte e videogiochi viaggiano sulla stessa lunghezza d’onda, ed il valore artistico delle produzioni sinora approdate è aumentato a dismisura, a tal punto da essere riconosciute come opere d’arte in piena regola.
Spesso e volentieri il valore artistico di un videogioco coinvolge tutto ciò che concerne il comparto audio, dalla soundtrack agli effetti sonori al doppiaggio e talvolta, questo aspetto viene trascurato. Anche la musica nei videogiochi si è ritagliata, silenziosamente, un proprio spazio e non a caso, abbiamo intere produzioni che basano il proprio contenuto sulla musica. Chi mastica i rhythm game conosce quali sono i loro limiti e di come la loro popolarità sia ristretta ancora intorno ad una cerchia di appassionati di nicchia, e saper convincere una nuova fetta di pubblico con un’impostazione di gioco sin troppo comune è alquanto difficile. Eppure, un titolo come No Straight Roads (QUI per la nostra anteprima) di Sold Out e Metronomik, sembra riuscire nell’impresa di elevare il rythm game a qualcosa di ancor più godibile, e soprattutto, indirizzare tale genere ad un pubblico più ampio. Noi di Gamesvillage abbiamo giocato questo action-rhythm game negli ultimi giorni e siamo finalmente pronti per parlarvene in sede di recensione.
No Straight Roads recensione: Rock contro EDM, chi la spunterà?
No Straight Roads ci ospita nella capitale della musica, Vinyl City, una metropoli supportata dall’energia elettrica sprigionata dalla musica. Il titolo della produzione di Metronomik rappresenta l’azienda fautrice dell’EDM: la NSR gestisce la città con i suoi artisti i quali, sotto la guida del CEO Tatiana, incantano il pubblico con concerti notturni. Vinyl City e l’azienda No Straight Roads rappresentano una grandissima opportunità per ogni artista esistente, inclusi Mayday e Zuke che in coppia, mantengono in vita il Rock’n Roll ispirandosi alla leggendaria band dei Gooslings. I due colgono l’opportunità di esibirsi in un talent-show per entrare nella NSR, ma la determinazione li porterà a schiantarsi contro il muro della realtà: la loro musica non è capace di convincere i giudici. Questo perché, nella città vige una dittatura in ambito creativo: tutto ciò che si scontra contro l’impero dell’EDM viene assolutamente eliminato. A seguito dell’ingiustizia subita, Mayday e Zuke decidono così di vendicarsi, pianificando dei sabotaggi ai concerti organizzati dalla NSR. Da qui in avanti, i due protagonisti intraprenderanno la loro missione di rivalsa contro la dittatura artistica della No Straight Roads, di cui ci riserviamo di narrarvi le vicende per permettervi di godere pienamente dell’avventura musicale che vi attende.
Fatte le dovute presentazioni, possiamo definire la trama come semplice e a tratti banale, leggera ma altrettanto simpatica: Metronomik ha confezionato due protagonisti estremamente opposti nella caratterizzazione, Mayday è estremamente vivace e raggiante, Zuke è la calma fatta persona. Il titolo non si impegna nel narrare una storia complessa, anzi, si riserva il diritto di raccontare gli eventi in maniera leggera, traendo spunto da alcune caratteristiche dell’animazione giapponese. Le pose in cui si esprimono i personaggi, le esclamazioni e alcune scene, ci hanno ricordato per certi versi serie animate come Kill la Kill, sfociando in quella concezione surreale di cui si avvalgono gli anime. I comprimari però sono tutt’altro che memorabili, per loro viene dedicato un piccolo ritaglio nella progressione della trama, senza approfondire dei potenziali background narrativi. Anche i cliché non mancano in questa occasione e in questa occasione ci sono parsi piuttosto banali, tutto ciò in una storia che vanta una longevità piuttosto breve, qualcosa che si aggira intorno alle sei ore di gioco effettive. Scoprire qualcosa di più sulla pittoresca Vinyl City è estremamente difficile, le interazioni con i personaggi secondari si limitano ad una manciata di battute poco efficaci.
Mantenere il ritmo mentre si combatte
La produzione di Metronomik, studio fondato nel 2017 dal Lead Designer di Final Fantasy XV, unisce l’action al rhythm, proponendo a conti fatti un interessante spunto sul fronte ludico. Come già sottolineato in apertura, il genere rhythm raramente ha vissuto grandi stravolgimenti, e in No Straight Roads, tali meccaniche vengono applicate al gameplay in una formula piuttosto riuscita, seppur vi è ancora margine di miglioramento. I pattern dei nemici e dei boss vengono eseguiti a ritmo di musica a cui il giocatore dovrà affidarsi per intuire quando arriverà un attacco, essi non sono complessi e a tratti sono anche estremamente prevedibili, ma la vera sfida arriva alle difficoltà più alte, dove le boss fight diventeranno sempre più complesse. Nonostante la sua breve longevità, il titolo punta sulla rigiocabilità e sui giocatori hardcore con vari livelli di difficoltà, selezionabili una volta sconfitto il boss di turno. Qui spunta la natura arcade del titolo, con valutazioni a fine combattimento che spingeranno ad un continuo miglioramento delle prestazioni. Il gioco inoltre opta per il giocatore singolo e una modalità cooperativa locale, da gustarsi in compagnia di un amico. Troviamo invece un combat-system molto basilare, con stili di combattimento differenziati tra i due protagonisti giocabili, sfruttando la possibilità di poter cambiare personaggio durante il combattimento ( o anche in fase esplorativa ) quando lo si desidera.
Mayday e Zuke possono avvalersi di Mod (attacchi speciali) in combattimento, mentre il potenziamento di alcuni parametri come salute, danno e velocità, sono affidati a degli oggetti consumabili applicabili sugli strumenti musicali utilizzati dal duetto, quest’ultimi infine definiscono le capacità combattivo-musicali di entrambi i personaggi. Infatti, la chitarra permette a Mayday di utilizzare la forza bruta negli attacchi corpo a corpo, mentre Zuke con le sue bacchette da batterista, opta per rapide combo, estendibili grazie allo sblocco di abilità specifiche. Anche il combattimento dalla distanza è una valida opzione qualora possibile, merito soprattutto delle note musicali che possono essere sparate come proiettili contro i nemici. Il sistema di combattimento è molto semplice da apprendere, non troviamo combo complesse con cui rendere spettacolare lo scontro, il tempismo e il ritmo della musica sono i due elementi portanti dell’aspetto ludico di No Straight Roads, e alle difficoltà più elevate questa caratteristica sarà sempre più preponderante.
Un talento musicale che migliora in No Straight Roads!
Il gioco permette di potenziare Mayday e Zuke con nuove abilità e Stickers consumabili, il tutto per poter affrontare sempre al meglio ogni boss-fight del gioco. La progressione viene dettata dal numero di fan che vi seguiranno, oltre al livello a cui la quantità di quest’ultimi è legato. Potenziare il duo è necessario se si è intenzionati ad affrontare il gioco in ogni sua modalità, soprattutto se il desiderio di scoprire ogni angolo e segreto di Vinyl City arde come il fuoco. I fan simboleggiano la quantità di punti che possiamo spendere in cambio di abilità e miglioramenti per il duo, si ottengono attraverso le boss fight ( rigiocandole anche più volte) oppure esplorando la mappa del gioco. Sparse per la metropoli musicale troviamo diverse interazioni ambientali: per motivi narrativi, abbiamo anche il compito di ripristinare l’energia elettrica nei quartieri che formano, in questo modo, si ha l’occasione di accumulare altri fan tra le nostre fila, accrescendo così il potere del duo. Troviamo ben tre alberi abilità, uno per ciascun personaggio e infine un altro dedicato alla band Bun Bed Junction ( il nome del duo formato da Mayday e Zuke). Da qui si ha la possibilità di potenziare entrambi i personaggi migliorando i rami colpisci, spara e trasforma, permettendo al giocatore di ottenere maggiore efficienza durante le boss fight.
L’aspetto arcade del titolo propone una discreta rigiocabilità delle boss-fight, dalla difficoltà alla tipologia di traccia musicale, ma è la prima a proporre una concreta differenza. Impegnativo e Folle sono modalità in cui il pattern del boss di turno migliora, mettendovi alle strette più e più volte, aumentano i danni subiti e diminuiscono quelli inflitti, ma è nelle modalità Parata e Parata perfetta dove il gioco si fa duro. Soprattutto nella difficoltà massima, il giocatore può sperimentare un livello di sfida nettamente superiore rispetto alle altre, dove è necessario eseguire dei parry agli attacchi dei boss senza subire alcun danno. I pattern, con l’aumentare del livello di difficoltà, diventano sempre più complessi: se all’inizio ci si poteva lamentare della facilità con cui si portavano a termine gli scontri principali, la rigiocabilità posta in questa produzione vi spingerà a cambiare idea.
Trovare il giusto accordo
La protagonista indiscussa di No Straight Roads è la colonna sonora: ciascun brano composto delinea una boss-fight, richiamando vari generi musicali traendone infine un mix a cui viene aggiunta un po’ di elettronica. Il titolo permette inoltre di riaffrontare queste boss-fight e le loro colonne sonore con mix diversi, dando quel pizzico di variabilità – extra – ai brani del gioco. Dalla musica classica all’Hip-pop, passando per la battaglia rap fino al rock, idol e DJ, la varietà musicale proposta da Metronomik è quasi una gioia per il nostro udito. Al doppiaggio s’interseca un lip sync non proprio perfetto con il doppiaggio giapponese, ma quanto concerne il comparto audio, la qualità di quest’ultimo ci ha pienamente soddisfatti, soprattutto il lato soundtrack. Quanto al comparto tecnico, abbiamo riscontrato alcuni problemi con il caricamento delle texture nelle ultime ore di gioco, così come alcuni fondali – soprattutto nei filmati – poco curati dal punto di vista grafico. Troviamo un design ispirato per i personaggi, notando come i colori della pelle di ciascuno di essi sia sempre ben differenziato. Vi è un’ottima varietà sul fronte boss-fight, soprattutto in ambito level design: i pattern, la musica e l’estetica rendono unico ciascun combattimento a cui saremo chiamati ad affrontare. Sul fronte prestazioni invece, il titolo gira a sessanta fotogrammi per secondo, con qualche piccolo inciampo in fase di caricamento delle aree. Sul fronte grafico il titolo non mostra i muscoli, ma punta tutto sullo stile: Vinyl City è una città dai quartieri diversificati e affascinanti per quanto piccoli e poveri nell’esplorazione, eppure le luci che illuminano la capitale della musica riescono a rendere questa metropoli alquanto affascinante da scrutare con gli occhi. I modelli poligonali infatti non sono ricchi di dettagli, seppur all’occhio risultano molto puliti. A sorpresa, abbiamo trovato in No Straight Roads una localizzazione italiana, un valore aggiuntivo se consideriamo che il titolo è stato sviluppato da un team situato in Malesia.
In sostanza, No Straight Roads è un titolo interessante ed un esperimento piuttosto riuscito da parte di un team che attualmente, si trova a debuttare sulla scena ludica. L’esperienza di alcuni membri dello staff ha sicuramente permesso a Metronomik di presentarsi con un buon biglietto da visita, seppur il titolo non sia un’esperienza di gioco imperdibile, ma rimane a tutti gli effetti molto godibile. L’unione tra action e rhythm ha dato alla luce un gameplay puramente arcade, che sfrutta la colonna sonora come meccanica di gioco anziché come sfondo artistico. Prestare attenzione al ritmo della musica vi permetterà di godere acusticamente del lavoro svolto dagli artisti coinvolti, indipendentemente da quali siano i vostri gusti in ambito musicale. Nonostante una trama banale e di contorno, il titolo saprà soddisfare i giocatori hardcore alla difficoltà più elevata, una vera e propria sfida di riflessi che li metterà a dura prova.