Until the Last Plane Provato: questa aereostazione non si gestirà da sola

Until the Last Plane

La Seconda Guerra Mondiale è stata, senza alcun’ombra di dubbio, uno degli avvenimenti peggiori della storia dell’essere umano. Nel corso dei vari conflitti, milioni di persone hanno visto la loro vita stravolta da un giorno all’altro. Tuttavia, è anche grazie allo sforzo degli eroi di guerra se siamo riusciti a tornare alla pace. E se fossimo noi a doverli comandare? Con questo interrogativo nasce Until the Last Plane, titolo indipendente sviluppato da CarloC Games. I più attenti lo avranno già notato, ma lo specifichiamo lo stesso. Sì, la creazione è interamente italiana e sarà disponibile su Steam nel primo quarto del 2021. Per il momento, potete iniziare ad aggiungere il gestionale nella vostra Wishlist di Steam. Noi di GamesVillage.it abbiamo avuto l’occasione di provarlo in anteprima, grazie ad una demo di circa un’ora e mezza. Con questo articolo, abbiamo intenzione di parlarvi del gameplay di Until the Last Plane e le nostre impressioni a riguardo.

Until the Last Plane e la gestione sopra le righe (e i cieli)

Non ci vuole di certo un genio per capire che l’ideatore di Until the Last Plane ha una passione per il mondo dell’aviazione. Abbiamo notato una cura nei dettagli quasi maniacale per quanto concerne l’inclusione di ogni singolo pezzo che compone un aereo. In aggiunta, sono presenti diverse tipologie del mezzo. All’inizio sembrerà puramente estetica, ma in realtà i modelli si riveleranno molto utili in base alla situazione. Ci sono serie che saranno particolarmente affini con le missioni di bombardamento, mentre altri sono dei caccia adatti al combattimento diretto. È possibile modificare anche le skin di ogni veicolo, consentendoci di adottare uno stile unico e, più semplicemente, appagarci a livello visivo.

Come da buon gestionale, certamente non mancano i potenziamenti. I suddetti verranno sbloccati con l’acquisizione dei punti abilità, ottenibili con il completamento delle missioni. Gli skill tree sono ben bilanciati, proprio per questo ad ogni level-up ci siamo ritrovati nello stesso, dannato, dubbio amletico su cosa investire. Si passa dal semplice power-up del potenziale bellico e maestria dei nostri piloti, fino ad arrivare all’efficienza ingegneristica del nostro team di meccanici. Insomma, gestire una base militare non è un compito per tutti. Oltre a questo, saremo portati a compiere determinate scelte grazie alle interazioni offerte. Nella demo era possibile solamente accedere alla campagna dell’esercito americano, anche se in futuro saranno accessibili anche quello tedesco e dell’Unione Sovietica.

Nel corso del nostro lavoretto part-time di sei giorni in Tunisia, siamo stati raggiunti più volte dai villaggi locali. Gli argomenti su cui vertevano le conversazioni erano perlopiù richieste di aiuto e offerte di ringraziamento. Nonostante ciò, le decisioni da prendere non erano scontate. Lo abbiamo imparato a nostre spese quando, ad esempio, abbiamo deciso di accettare i frutti che ci sono stati donati ed il giorno dopo l’intero accampamento soffriva di mal di stomaco.

Until the Last Plane

Pilotare un aereo non è mai stato così semplice

Il concept di gioco di Until the Last Plane è stata una piacevole sorpresa per noi. Oltre alla mera parte gestionale in cui dovremo né più e né meno decidere cosa farne delle nostre risorse e come investirle, arriviamo al lato delle missioni. Nonostante nella beta abbiamo potuto vedere solo due tipologie di obiettivi da completare, l’idea di unire management e combattimenti a turno si è rivelata vincente. Sì, perché oltre a dare direzioni ai nostri sottoposti su cosa fare, dobbiamo anche aiutarli a gestire le diverse situazioni e gli intoppi che possono apparire. Possiamo ritrovarci a dover attaccare un nemico per abbatterlo, bombardare luoghi e scappare dai nostri inseguitori.

Il mini-gioco offerto nello scontro diretto ci ha ricordato il funzionamento del gioco degli scacchi. In pratica, possiamo selezionare tre mosse che faranno spostare l’aereo in una determinata posizione sullo schermo. Nel caso in cui siamo noi gli attaccanti, dovremo trovare l’angolazione giusta per abbattere il malcapitato. Se dovessimo ritrovarci nella posizione opposta, il focus sarà quello di schivare i colpi del nemico. Una trovata peculiare che sicuramente aggiunge un po’ di pepe alla monotonia del genere. C’é anche da dire che, però, avremmo preferito una spiegazione più chiara della conseguenza dei movimenti. All’inizio siamo stati costretti ad andare a tentativi, ma una volta memorizzati i pattern abbiamo potuto godere a pieno della feature.

L’altra tipologia di obiettivo risulta più semplice. Praticamente dovremo allineare le linee di tiro orizzontali e verticali sul bersaglio. Per non rendere la sezione interattiva meno interessante rispetto agli scontri, in questo caso dovremo fare i conti con la quota da scegliere. Più decidiamo di salire più diventerà complesso prendere la mira poiché aumenterà la velocità di movimento del reticolo. Ovviamente ci deve essere un vantaggio nel decidere una manovra più rischiosa dell’altra. Questo è la possibilità di essere intercettati da un veicolo avversario.

Until the Last Plane

Ho bisogno di una vacanza

L’unico aspetto che ci ha fatto storcere un po’ il naso è stato il sistema della fatica e stress. La loro aggiunta certamente arricchisce i confini del gameplay e, a tratti, incrementa la difficoltà di Until the Last Plane. Tuttavia, non abbiamo afferrato come vengono strutturati i valori di riempimento delle due statistiche. Ci è accaduto molto spesso che un pilota ci ha chiesto di ritornare indietro, abbandonando l’incarico, perché era troppo stanco per proseguire. Fin qui nulla di sbagliato, se non fosse che al momento del decollo i parametri erano al minimo.

In breve, aggiungere un’ulteriore informazione su cosa influenza lo stato d’animo e fisico sarebbe un’ottima trovata. Inoltre, abbiamo notato che le missioni di bombardamento sono quelle in cui succede più spesso, ma non siamo certi se ci siano altri fattori che entrano in gioco. Fortunatamente la nostra partita è stata comunque divertente e godibile, ma una voce di chiarimento apposita sarebbe sicuramente apprezzata dai futuri fruitori.

Until the Last Plane si è rivelato un ottimo gestionale con elementi di combattimento a turni, che sicuramente sapranno intrattenere anche gli utenti meno familiari con il genere. Informarsi su tutte le funzionalità e componenti di un aereo non sarà stato per niente facile eppure il funzionamento dei veicoli è ben gestito, specialmente se sommato all’ottimo sistema dell’albero delle abilità. Gli unici accorgimenti che, a nostro parere, possono essere fatti riguardano puramente l’ambito informativo di alcune meccaniche. Nel complesso, ci siamo ritrovati davanti ad un’opera interattiva solida e che possiede un buon potenziale.

 

Appassionato di videogiochi dalla tenera età di 5 anni, passando per diversi generi fino ad arrivare ai titoli eSports, coltivando una vera passione per la competizione e tutto ciò che la riguarda, soprattutto nell'ambito degli sparatutto in prima persona.